Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ottenute cellule cerebrali da cellule staminali in modo rapido ed efficiente

Ottenute cellule cerebrali da cellule staminali in modo rapido ed efficienteAstrocita ottenuto da cellule staminali embrionali (Foto: Isaac Canals)

Ricercatori della Lund University in Svezia hanno sviluppato un metodo più veloce per generare cellule cerebrali funzionali, chiamate astrociti, da cellule staminali embrionali. Gli astrociti hanno un ruolo significativo nelle malattie neurodegenerative. Il nuovo metodo riduce il tempo necessario per produrre le cellule da vari mesi a 2 settimane e lo studio è stato pubblicato su Nature Methods.


"Ciò significa che ora è più facile di prima studiare il ruolo degli astrociti in varie malattie", afferma Henrik Ahlenius, che ha guidato il gruppo di ricerca.


Anche se è nota da molto tempo la presenza nel nostro cervello delle cellule gliali a forma di stella, chiamate astrociti, solo di recente è stato scoperto quanto siano significative queste cellule cerebrali. Invece di avere solo una funzione di supporto, come si pensava in precedenza, le cellule hanno un ruolo importante nel cervello normale e in condizioni come la demenza e la SLA.


Una sfida che i ricercatori hanno dovuto affrontare è la difficoltà di ottenere astrociti umani da studiare. Ci sono dei modi per far crescere gli astrociti in laboratorio, ma richiedevano molto tempo e si sono rivelati difficili, costosi e complicati. Fino ad ora. "I metodi precedenti sono riusciti a produrre astrociti umani da cellule staminali embrionali, ma ci volevano mesi. Con il nostro metodo, occorrono da una a due settimane per produrre grandi quantità di astrociti umani completamente funzionali", afferma Henrik Ahlenius.


In poche parole, Henrik Ahlenius e il suo gruppo di ricerca dimostrano come sia possibile usare i virus per attivare i geni nelle cellule staminali embrionali, che durante lo sviluppo normale regolano il modo in cui si formano gli astrociti. In questo modo, i ricercatori sono riusciti a trasformare rapidamente le cellule staminali embrionali in astrociti.


"Molti ricercatori hanno usato in precedenza cellule staminali embrionali per generare astrociti, ma questi metodi hanno tentato di simulare il normale sviluppo della cellula staminale di un embrione quando sviluppa un astrocita in un individuo, un approccio dispendioso e complicato", afferma Henrik Ahlenius.


Gli astrociti prodotti dalle cellule staminali embrionali sono molto simili agli astrociti nel cervello dell'uomo adulto, in termini di aspetto, profilo genetico e funzione.


L'utilizzo delle cellule nello studio delle malattie del cervello è stato dimostrato dal team di ricerca attraverso il CRISPR-Cas9, chiamato anche 'editing genetico', per inserire una mutazione nelle cellule staminali embrionali che dà origine alla grave malattia di Alexander. Successivamente hanno usato il nuovo metodo per trasformare cellule staminali sane e mutate in astrociti.


Quando i ricercatori hanno confrontato gli astrociti, si è dimostrato che le cellule con la mutazione esibivano diversi difetti precedentemente noti per essere presenti tra coloro che soffrivano di malattia di Alexander. "Questo approccio che combina il CRISPR-Cas9 e il nostro metodo per far crescere rapidamente gli astrociti umani offre migliori possibilità di studiare il ruolo degli astrociti in varie malattie neurologiche", afferma Henrik Ahlenius.


L'obiettivo principale del team di ricerca è lo studio delle malattie neurodegenerative legate all'età come la demenza e l'Alzheimer, e il prossimo passo sarà utilizzare il metodo per esaminare il significato degli astrociti in queste malattie.

 

 

 


Fonte: Lund University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Isaac Canals, Aurélie Ginisty, Ella Quist, Raissa Timmerman, Jonas Fritze, Giedre Miskinyte, Emanuela Monni, Marita G. Hansen, Isabel Hidalgo, David Bryder, Johan Bengzon, Henrik Ahlenius. Rapid and efficient induction of functional astrocytes from human pluripotent stem cells. Nature Methods, 2018; DOI: 10.1038/s41592-018-0103-2

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.