Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovata la rete nel cervello che riconosce e dà il nome alle cose

Scienziati dell'Università di Houston hanno identificato le reti cerebrali che consentono di pensare al nome di un oggetto e poi di verbalizzarlo. Lo studio, apparso nel numero di luglio di BRAIN, rappresenta un significativo progresso nella comprensione del modo in cui il cervello connette significato e parole, e aiuterà a pianificare interventi nel cervello.


La scoperta potrebbe aiutare a spiegare perché le persone con malattie neurodegenerative spesso dimenticano i nomi degli oggetti (come nell'Alzheimer). Descritta come 'ce l'ho sulla punta della lingua' negli individui sani, l'incapacità di ricordare il nome degli oggetti è una condizione chiamata anomia.


Nitin Tandon MD, autore senior dello studio e professore nel Dipartimento di Neurochirurgia della University of Texas di Houston, direttore del programma epilessia al Memorial Hermann Mischer Neuroscience Institute-Texas Medical Centro e membro di facoltà al Cancer Center, ha detto:

"La denominazione degli oggetti è un metodo fondamentale per studiare l'anomia, ma non erano ancora chiari i processi che si verificano quando arriviamo a questi nomi, generalmente in meno di un secondo. Abbiamo mappato con precisione millimetrica le aree del cervello responsabili della denominazione degli oggetti e abbiamo studiato il loro comportamento sulla scala dei millisecondi.

"Il ruolo del lobo temporale basale nei processi semantici è stato sottovalutato. I chirurghi potrebbero usare queste informazioni per progettare approcci migliori per l'epilessia e la chirurgia del tumore e per ridurre gli effetti collaterali cognitivi di queste procedure chirurgiche".


Tandon ha aggiunto che questo studio ha un valore particolare in quanto ha prodotto mappe convergenti con tre tecniche potenti: elettrofisiologia, scansioni e stimolazione cerebrale.


Mentre veniva loro monitorata l'attività cerebrale per le crisi epilettiche, a 71 pazienti è stato chiesto di guardare un'immagine di un oggetto e identificarlo e/o è stato chiesto di ascoltare la descrizione verbale di un oggetto e di nominarlo. Proprio come nel passato gli esploratori hanno mappato la natura selvaggia, i ricercatori hanno usato questi dati del cervello per mappare le reti cerebrali responsabili di determinati processi.


Con l'ausilio sia dell'elettrocorticografia che della risonanza magnetica funzionale, i ricercatori si sono concentrati sulle regioni specifiche e sulle reti del cervello coinvolte nel processo di denominazione. Questo è stato poi confermato con una tecnica di mappatura pre-chirurgica chiamata 'stimolazione corticale diretta' che blocca temporaneamente piccole regioni del cervello.


"Il potere di questo studio si trova nel gran numero di pazienti che hanno prodotto i nomi attraverso due percorsi diversi e che sono stati studiati con tre modalità distinte", ha detto Kiefer Forseth, primo autore dello studio e dottorando MD/PhD della UT.

 

 

 


Fonte: University of Texas at Houston (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kiefer James Forseth, Cihan Mehmet Kadipasaoglu, Christopher Richard Conner, Gregory Hickok, Robert Thomas Knight, Nitin Tandon. A lexical semantic hub for heteromodal naming in middle fusiform gyrus. Brain, Volume 141, Issue 7, 1 July 2018, Pages 2112–2126, DOI: 10.1093/brain/awy120

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.