Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare placche

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare placcheLe molecole NAA (rosse) si inseriscono tra fogli di amiloide-beta (verdi) per prevenire o invertire la formazione di fibrille amiloidi (Fonte: University of Pennsylvania).La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle molecole incaricate di prevenire l'aggregazione di specifiche proteine ​​associate al declino cognitivo e ad altri problemi neurologici, secondo quanto riferiscono dei ricercatori dell'Università della Pennsylvania in un nuovo studio pubblicato su Neurobiology of Disease.


Le concentrazioni di queste molecole cerebrali - chiamate N-acetilaspartato (NAA) - sono note per diminuire quando le persone soffrono di lesioni e malattie cerebrali. Mentre l'NAA è stato storicamente usato come marcatore di malattia, il suo ruolo principale nel cervello è rimasto un mistero.


Ora, i ricercatori di neuroscienze della Penn hanno dimostrato che l'NAA si frappone tra le pieghe delle fibrille di amiloide-beta per impedire loro di bloccarsi, piegarsi e aggregarsi, creando le placche amiloidi dannose.


"Per decenni, l'NAA è stato visto come un semplice segno di ferita, quando in realtà potrebbe essere una parte del processo di recupero"
, ha detto l'autore senior Douglas H. Smith MD, direttore del Centro Lesioni e Riparazioni Cerebrali e professore di Neurochirurgia nella Facoltà di Medicina Perelman della Penn. "Abbiamo scoperto che si tratta di un tipo di «anticongelante» del cervello che funziona per mettere in pausa e persino invertire l'aggregazione o il misfolding (=errata piegatura) delle proteine di amiloide-​​beta, che avviene dopo una lesione cerebrale. In questo modo, può proteggere il cervello".


L'NAA è uno degli amminoacidi più abbondanti nel cervello e con la più alta concentrazione nei neuroni. Dopo una lesione cerebrale traumatica (TBI), le scansioni con spettroscopia a risonanza magnetica protonica mostrano costantemente una riduzione di NAA del 20% circa nella sostanza bianca dei pazienti, notano gli autori. Questo è seguito dal rapido aggregarsi di proteine ​​di amiloide-beta che formano placche di amiloide (presenti in un gran numero di pazienti con trauma cranico che muoiono poco dopo la lesione) simili alla patologia tipica del morbo di Alzheimer.


Nel corso degli anni sono state tentate diverse strategie per ridurre l'aggregazione dell'amiloide-beta, come l'immunoterapia e gli inibitori della beta-secretasi, ma nessuno di questi si è dimostrato clinicamente efficace. Questo nuovo studio suggerisce che il ripristino dell'NAA a livelli normali dopo il trauma cranico o nelle malattie neurologiche, come l'Alzheimer, potrebbe bloccare la progressione delle patologie amiloidi.


Usando campioni umani di amiloide-beta in laboratorio, il team ha dimostrato che le concentrazioni di NAA hanno compromesso sostanzialmente l'aggregazione di amiloide-beta. E' possibile che l'NAA crei delle "dorsali peptidiche", affermano gli autori: l'NAA si inserisce tra strati di grumi di amiloide-beta e protofibrille, impedendo la formazione di fibrille amiloidi mature.


I ricercatori hanno usato diverse tecniche per determinare il ruolo dell'NAA, compresa la fluorescenza del colorante Thioflavin T, che viene usata regolarmente per quantificare la formazione e l'inibizione degli amiloidi. La microscopia elettronica ha anche confermato l'assenza di fibrille mature dopo il trattamento con NAA. L'NAA potrebbe stabilizzare le fibrille più piccole e impedire l'ulteriore organizzazione in quelle allungate e più mature, hanno ipotizzato gli autori.


I ricercatori hanno anche dimostrato che l'aggiunta di NAA può persino invertire l'aggregazione. Dopo 25 minuti, la NAA aggiunta all'aggregato di amiloide-beta ha iniziato a rompere le fibrille amiloidi preformate. Questo lavoro può avere importanti implicazioni per il trattamento di TBI e disturbi neurodegenerativi.


"Mostriamo una nuova e potenzialmente significativa funzione biologica dell'NAA nel cervello, come agente sorprendentemente efficace per inibire e persino invertire l'aggregazione dell'amiloide-beta"
, ha detto il primo autore Jean-Pierre Dollé PhD, del Penn Center for Brain Injury and Repair. "Questo ci dice molto sulle lesioni cerebrali e sulla neurodegenerazione e ci indirizza verso possibili terapie per fermarlo. Questi risultati supportano l'inizio di una nuova linea di ricerca per rivelare i potenziali meccanismi di interazioni dell'NAA con l'amiloide-beta nei pazienti".

 

 

 


Fonte: University of Pennsylvania (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jean-Pierre Dollé, Jeffrey M. Rodgers, Kevin D. Browne, Thomas Troxler, Feng Gai, Douglas H. Smith. Newfound effect of N -acetylaspartate in preventing and reversing aggregation of amyloid-beta in vitro. Neurobiology of Disease, 2018; 117: 161 DOI: 10.1016/j.nbd.2018.05.023

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)