Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La connessione tra menopausa e Alzheimer

La connessione tra menopausa e AlzheimerScansioni PET che confrontano il cervello di una donna in pre-menopausa (sinistra) con quello post-menopausa (destra). Il rosso indica le aree di massima attività metabolica, il giallo-verde indica meno attività, e il verde - blu indica un'attività da bassa a assente. Fonte: Dr. Lisa Mosconi, Weill Cornell Medical College

Nei prossimi tre minuti, tre persone svilupperanno il morbo di Alzheimer (MA). Due di loro saranno donne.


Negli Stati Uniti ci sono 5,7 milioni di malati di MA. Entro il 2050, saranno probabilmente 14 milioni, con un numero doppio di donne rispetto agli uomini.


Eppure la ricerca sulla "salute delle donne" rimane ampiamente focalizzata sulla forma per la riproduzione e sul cancro al seno. Dobbiamo prestare molta più attenzione all'aspetto più importante del futuro di una donna: la sua capacità di pensare, di ricordare, di immaginare, cioè il suo cervello.


Quando ho iniziato a lavorare sul campo, si pensava che il MA fosse l'inevitabile conseguenza di geni cattivi, invecchiamento, o di entrambi. Oggi comprendiamo che il MA ha cause combinate, come l'età, la genetica, l'ipertensione e gli aspetti dello stile di vita, compresa la dieta e l'esercizio fisico. C'è anche consenso scientifico sul fatto che il MA non è sempre una malattia della vecchiaia, ma può iniziare nel cervello quando le persone hanno 40 e 50 anni.


Quello che stiamo solo iniziando a capire è perché le donne sono più sensibili. Quali fattori differenziano le donne dagli uomini, in particolare quando raggiungiamo la mezza età? La prima cosa, e la più ovvia, è la fertilità. Le donne sono diverse, ma tutte noi sperimentiamo il declino della fertilità e l'inizio della menopausa.


Si scopre che la menopausa colpisce molto più del nostro potenziale di avere figli. I sintomi, come sudorazioni notturne, vampate di calore e depressione, non hanno origine nelle ovaie, ma in gran parte nel cervello. Questi sintomi sono tutti causati da un riflusso di estrogeni.


Le ultime ricerche, incluso il mio stesso lavoro, indicano che l'estrogeno serve a proteggere il cervello femminile dall'invecchiamento. Stimola l'attività neurale e può aiutare a prevenire l'accumulo di placche che sono collegate all'insorgenza del MA. Quando i livelli di estrogeni diminuiscono, il cervello femminile diventa molto più vulnerabile.


Per determinarlo, io e i miei colleghi abbiamo usato una tecnica di scansione cerebrale chiamata PET, su un gruppo di donne di mezza età sane. Questo ci ha permesso di misurare l'attività neurale e la presenza di placche di MA. I test hanno rivelato che le donne che erano in post-menopausa avevano meno attività cerebrale e più placche di MA rispetto alle donne in pre-menopausa.


Ancora più sorprendente, questo è stato anche il caso delle donne in peri-menopausa, quelle che stavano appena iniziando ad avvertire i sintomi della menopausa. E il cervello di entrambi i gruppi mostrava differenze ancora più drastiche rispetto a quelle di uomini sani della stessa età.


La buona notizia è che quando le donne maturano, dopo i 40 e i 50 anni, sembra esserci una finestra di opportunità quando è possibile rilevare i primi segni di un rischio più alto di MA (con un test di scansione cerebrale, come abbiamo fatto) e agire per ridurre tale rischio.


C'è una crescente evidenza che le terapie ormonali sostitutive - principalmente estrogeni supplementari - possono aiutare ad alleviare i sintomi, se somministrate prima della menopausa. Abbiamo bisogno di molte più ricerche per testare l'efficacia e la sicurezza della terapia ormonale, che in alcuni casi è stata associata a un aumento del rischio di malattie cardiache, coaguli di sangue e cancro al seno.


Forse nel prossimo decennio diventerà la norma per le donne di mezza età fare test e ricevere trattamenti preventivi per il MA, così come oggi fanno le mammografie. Nel frattempo, la ricerca mostra che la dieta può alleviare e mitigare gli effetti della menopausa nelle donne che potrebbero ridurre al minimo il rischio di MA.


Molti alimenti favoriscono naturalmente la produzione di estrogeni, compresi soia, semi di lino, ceci, aglio e frutta come le albicocche. Le donne in particolare hanno bisogno anche di nutrienti antiossidanti come la vitamina C e la vitamina E, presenti nelle bacche, agrumi, mandorle, cacao crudo, noci del Brasile e molte verdure a foglia verde.


Questi sono i primi passi, per le donne e per i medici. Ma più impariamo su ciò che scatena la demenza e la accelera, più diventa chiaro che dobbiamo prenderci più cura del cervello delle donne. Una valutazione completa della salute delle donne richiede indagini approfondite sull'invecchiamento del cervello, sulla funzione degli estrogeni nel proteggerla e sulle strategie per prevenire specificamente il MA nelle donne.


Nessuno ha bisogno di ricordare che molte cose rendono unica una donna. Stiamo lavorando per contribuire ad assicurare che il rischio di Alzheimer non sia una di queste.

 

 

 


Fonte: Dott.ssa Lisa Mosconi, direttrice associata della Clinica di Prevenzione dell'Alzheimer al Weill Cornell Medical College e autrice di "Brain Food: The Surprising Science of Eating for Cognitive Power".

Pubblicato su The New York Times (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Lisa Mosconi, Valentina Berti, Crystal Quinn, Pauline McHugh, Gabriella Petrongolo, Isabella Varsavsky, Ricardo S. Osorio, Alberto Pupi, Shankar Vallabhajosula, Richard S. Isaacson, Mony J. de Leon and Roberta Diaz Brinton. Sex differences in Alzheimer risk: Brain imaging of endocrine vs chronologic aging. Neurology, First published 30

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.