Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Composto derivante dalla barbabietola potrebbe aiutare con l'Alzheimer

Composto derivante dalla barbabietola potrebbe aiutare con l'Alzheimer

Un composto presente nelle barbabietole, che conferisce alla verdura il suo caratteristico colore rosso, potrebbe alla fine aiutare a rallentare l'accumulo di proteine ​​misfolded [mal ripiegate] nel cervello, un processo che è associato al morbo di Alzheimer (MA).


Gli scienziati, presentando il loro lavoro ieri, alla 255a Riunione Nazionale ed Esposizione dell'American Chemical Society (ACS), hanno detto che questa scoperta potrebbe portare allo sviluppo di farmaci per alleviare alcuni degli effetti a lungo termine della malattia, la principale causa di demenza al mondo.


"I nostri dati suggeriscono che la betanina, un composto estratto dalla barbabietola, è promettente come inibitore di alcune reazioni chimiche nel cervello che sono coinvolte nella progressione del MA", ha affermato Li-June Ming PhD. "Questo è solo un primo passo, ma speriamo che le nostre scoperte incoraggino altri scienziati a cercare strutture simili alla betanina che potrebbero essere usate per sintetizzare farmaci per rendere un po' più facile la vita di coloro che soffrono di questa malattia".


Più di 5,7 milioni di americani hanno il MA, secondo il National Institute on Aging. La sua incidenza aumenta con l'età, colpendo 1 americano su 10 over-65 e uno su tre dopo gli 85 anni. Gli scienziati stanno ancora cercando di capire che cosa causa questo disturbo progressivo e irreversibile al cervello.


Ma un primo sospetto è l'amiloide-beta, un frammento proteico appiccicoso, o peptide, che si accumula nel cervello, interrompendo la comunicazione tra le cellule cerebrali chiamate neuroni. Gran parte di questo danno si verifica, dice Ming, quando l'amiloide-beta si attacca a metalli come ferro o rame. Questi metalli possono indurre i peptidi amiloide-beta a piegarsi male e a legarsi insieme in gruppi che possono promuovere l'infiammazione e l'ossidazione (un processo simile alla ruggine) nei neuroni vicini e, infine, ucciderli.


Ricerche precedenti condotte da altri scienziati suggeriscono che il succo di barbabietola può migliorare il flusso di ossigeno al cervello che invecchia e possibilmente migliorare le prestazioni cognitive. Basandosi su questi lavori, Ming, Darrell Cole Cerrato e i colleghi dell'Università del Sud Florida hanno voluto scoprire se la betanina, un composto della barbabietola usato nelle tinture commerciali, che si lega facilmente ai metalli, potrebbe bloccare gli effetti del rame sull'amiloide-beta e, a sua volta, prevenire il misfolding di questi peptidi e l'ossidazione dei neuroni.


I ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti in laboratorio che hanno coinvolto il «3,5 di-tert-butylcatechol» (DTBC), un composto che viene utilizzato come sostanza modello per tracciare la chimica dell'ossidazione. Usando la spettrofotometria visibile, gli scienziati hanno misurato la reazione ossidativa del DTBC quando esposto solo all'amiloide-beta, all'amiloide-beta legata al rame e all'amiloide-beta legata al rame in una miscela contenente betanina.


Di per sé, l'amiloide-beta ha causato poca o nessuna ossidazione della DTBC. Tuttavia, come previsto, l'amiloide-beta legata al rame ha indotto un'ossidazione sostanziale del DTBC. Ma quando la betanina è stata aggiunta alla miscela amiloide-beta legata al rame, i ricercatori hanno scoperto che l'ossidazione diminuiva fino al 90%, suggerendo che il piegamento errato dei peptidi fosse potenzialmente soppresso.


"Non possiamo dire che la betanina fermi completamente il misfolding, ma possiamo dire che riduce l'ossidazione", afferma Cerrato. "Una minore ossidazione potrebbe prevenire un misfolding fino a un certo punto, forse fino al punto di rallentare l'aggregazione dei peptidi amiloide-beta, che si ritiene sia la causa principale dell'Alzheimer".

 

 

 


Fonte: American Chemical Society (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ricerca presentata ieri, 20 marzo 2018, a un incontro dell'American Chemical Society.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.