Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperto il segnale cerebrale che indica se il linguaggio è stato compreso

Scoperto il segnale cerebrale che indica se il linguaggio è stato compresoQuando un ascoltatore capisce il discorso, un forte segnale di risposta appare sulla parte centrale del retro del cuoio capelluto (riga superiore, le forme d'onda blu e verde mostrano la risposta in due posizioni di registrazione specifiche). Quando non si riesce a capire (perché, per esempio, il discorso viene riprodotto all'indietro), il segnale scompare completamente (riga inferiore, le forme d'onda rosse e gialle mostrano la mancanza di risposta nelle stesse due posizioni). Fonte: prof. Ed Lalor

I neuroscienziati del Trinity College di Dublino e dell'Università di Rochester hanno identificato un segnale cerebrale specifico associato alla comprensione del linguaggio. Il segnale è presente quando l'ascoltatore ha capito ciò che ha sentito, ma è assente quando non ha capito o non ha prestato attenzione.


L'unicità del segnale implica che ci potrebbero essere diverse potenziali applicazioni, come tracciare lo sviluppo del linguaggio nei neonati, valutare la funzione cerebrale nei pazienti non responsivi o determinare l'inizio precoce della demenza negli anziani.


Durante le nostre interazioni quotidiane, parliamo regolarmente a un ritmo di 120 - 200 parole al minuto. Per capire il parlato a queste velocità e non perdere il filo della conversazione, il nostro cervello deve comprendere molto rapidamente il significato di ciascuna di queste parole.


Farlo con tanta facilità è una prodezza stupefacente del cervello umano, soprattutto considerando che il significato delle parole può variare notevolmente a seconda del contesto. Ad esempio, la parola bat significa cose molto diverse nelle seguenti due frasi: "Ho visto un bat (nel senso di pipistrello) volare sopra la sua testa ieri sera"; "Il giocatore di baseball ha fatto un fuoricampo con la sua bat (in senso di mazza da baseball) preferita".


Tuttavia il modo preciso con cui il nostro cervello calcola il significato delle parole nel contesto è rimasto finora poco chiaro. Il nuovo approccio, pubblicato ieri sulla rivista internazionale Current Biology, mostra che il nostro cervello compie un rapido calcolo della verosimiglianza nel significato che ogni parola ha, in rapporto alle parole che l'hanno preceduta.


Per verificarlo, i ricercatori hanno iniziato a sfruttare tecniche di avanguardia che consentono ai computer e agli smartphone moderni di "capire" il parlato. Queste tecniche sono molto diverse da come operano gli umani. L'evoluzione umana è stata tale che i bambini arrivano già più o meno cablati per imparare a parlare sulla base di un numero relativamente piccolo di esempi di discorso.


I computer dall'altra parte hanno bisogno di una quantità enorme di apprendimento, ma poiché sono veloci, possono realizzarlo molto rapidamente. Quindi, si può addestrare un computer introducendo molti esempi (tipo tutta la Wikipedia) e chiedendogli di riconoscere quali coppie di parole appaiono molte volte insieme e quali no.


In questo modo, il computer inizia a "capire" che le parole che appaiono insieme regolarmente, come "dolce" e "torta", devono significare qualcosa di simile. E, in effetti, il computer finisce con un insieme di valori numerici che indicano la probabilità di una qualsiasi parola di essere simile a un'altra.


Per verificare se il cervello umano calcola effettivamente la somiglianza tra le parole mentre ascoltiamo il discorso, i ricercatori hanno registrato i segnali elettrici di onde cerebrali presi dallo scalpo umano - una tecnica chiamata elettroencefalogramma o EEG - mentre i partecipanti ascoltavano un certo numero di audiolibri. Quindi, analizzando la loro attività cerebrale, hanno identificato una risposta cerebrale specifica che rifletteva il grado di similarità o di diversità di una parola da quelle che l'avevano preceduta nella storia.


E' cruciale notare che questo segnale scompariva completamente quando i soggetti non riuscivano a capire il discorso (perché c'era troppo rumore), o quando non stavano semplicemente prestando attenzione ad esso. Pertanto, questo segnale rappresenta una misura estremamente sensibile della capacità o meno di una persona di comprendere realmente il discorso che sta ascoltando e, come tale, ha un numero di potenziali applicazioni importanti.


Ed Lalor, assistente professore della Facoltà di Ingegneria del Trinity College di Dublino, e del Trinity College Institute of Neuroscience e del Trinity Center for Bioengineering, ha guidato la ricerca e ha dichiarato:

"Le applicazioni potenziali includono il test dello sviluppo del linguaggio nei neonati o la determinazione del livello della funzione cerebrale nei pazienti in uno stato di coscienza ridotto. La presenza o l'assenza del segnale può anche confermare se una persona in un lavoro che richiede reazioni precise e veloci - come un controllore del traffico aereo o un soldato - ha capito le istruzioni che ha ricevuto e potrebbe anche essere utile per testare l'inizio della demenza negli anziani in base alla loro capacità di seguire una conversazione".

"C'è ancora molto lavoro da fare prima di comprendere appieno l'intera gamma di calcoli che il nostro cervello esegue quando dobbiamo comprendere il linguaggio. Tuttavia, abbiamo già iniziato a cercare altri modi in cui il nostro cervello potrebbe calcolare il significato e in che modo tali calcoli differiscono da quelli eseguiti dai computer. Speriamo che il nuovo approccio faccia davvero la differenza, se applicato in alcuni dei modi che immaginiamo".

 

 

 


Fonte: Trinity College Dublin (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michael P. Broderick, Andrew J. Anderson, Giovanni M. Di Liberto, Michael J. Crosse, Edmund C. Lalor. Electrophysiological Correlates of Semantic Dissimilarity Reflect the Comprehension of Natural, Narrative Speech. Current Biology, 2018; DOI: 10.1016/j.cub.2018.01.080

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.