Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Meccanismo spiega come le convulsioni causano perdita di memoria in Alzheimer

Meccanismo spiega come le crisi epilettiche determinano perdita di memoria e Alzheimer

Anche se da tempo è chiaro che le convulsioni sono legate alla perdita di memoria e ad altri deficit cognitivi nei pazienti con Morbo di Alzheimer (MA), il modo in cui questo avviene era finora incerto.


In uno studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine, un team di ricercatori rivela un meccanismo che può spiegare come anche convulsioni relativamente infrequenti possono portare a disordini cognitivi a lungo termine nei modelli animali. Una migliore comprensione di questo nuovo meccanismo può portare a strategie future per ridurre i deficit cognitivi nel MA e in altre condizioni associate alle convulsioni, come l'epilessia.


"E' stato difficile finora conciliare le convulsioni non frequenti con i cambiamenti persistenti nella memoria dei pazienti con MA"
, ha dichiarato l'autrice senior Jeannie Chin, assistente di neuroscienza al Baylor College of Medicine. "Per risolvere questo puzzle, abbiamo lavorato con un topo modello di MA, concentrandoci sui cambiamenti genetici che le convulsioni innescano nel centro di memoria del cervello, l'ippocampo, che potrebbero portare alla perdita di memoria o ad altri deficit cognitivi".


I ricercatori hanno misurato i livelli di una serie di proteine ​​coinvolte nella memoria e nell'apprendimento e hanno scoperto che i livelli della proteina deltaFosB aumentano notevolmente nell'ippocampo dei topi con MA che avevano convulsioni. Conosciamo la deltaFosB per la sua associazione con altre condizioni neurologiche legate all'attività cerebrale persistente di regioni cerebrali specifiche, come la dipendenza.


In questo studio, i ricercatori hanno scoperto che, dopo una convulsione, la proteina deltaFosB rimane nell'ippocampo per un periodo insolitamente lungo; la sua emivita (metà della vita, il tempo necessario perché la quantità di proteine diminuisca alla metà) è di otto giorni. La maggior parte delle proteine ​​ha una mezza vita tra qualche ora e un giorno o due.


"È interessante notare che, poiché la deltaFosB è un fattore di trascrizione, cioè ha il compito di regolare l'espressione di altre proteine, questi risultati hanno portato a prevedere che i livelli superiori di deltaFosB potrebbero essere responsabili della soppressione della produzione di proteine ​​necessarie all'apprendimento e alla memoria"
, ha detto la Chin. "Infatti, abbiamo scoperto che, quando i livelli del deltaFosB aumentano, diminuiscono quelli di altre proteine, come la calbindina. La calbindina è nota da molto tempo per il suo coinvolgimento nell'Alzheimer e nell'epilessia, ma non si conosceva il suo meccanismo di regolazione. Abbiamo quindi ipotizzato che la deltaFosB potrebbe regolare la produzione di calbindina".


Ulteriori indagini hanno confermato l'ipotesi dei ricercatori. Gli scienziati hanno dimostrato che la deltaFosB può legarsi al gene calbindina, sopprimendo l'espressione della proteina. Quando hanno impedito l'attività della deltaFosB o hanno incrementato sperimentalmente l'espressione della calbindina nei topi, i livelli di calbindina si sono ripristinati e i topi hanno migliorato la memoria. E quando i ricercatori hanno aumentato sperimentalmente i livelli di deltaFosB nei topi normali, l'espressione di calbindina è stata soppressa e la memoria degli animali si è deteriorata, dimostrando che la deltaFosB e la calbindina sono regolatori chiave della memoria.

 

Collegare i pezzi del puzzle

"I nostri risultati ci hanno aiutato a rispondere alla domanda di come le convulsioni, anche non frequenti, possono avere effetti dannosi sulla memoria", ha dichiarato la Chin. "Abbiamo riscontrato che le crisi possono aumentare i livelli di deltaFosB nell'ippocampo, il che comporta una riduzione dei livelli di calbindina, un regolatore dei processi di memoria. La deltaFosB ha un'emivita relativamente lunga, e quindi anche quando le crisi sono infrequenti, la deltaFosB rimane nell'ippocampo per settimane agendo da freno, riducendo la produzione di calbindina e di altre proteine, e interrompendo la conseguente attività cerebrale fonte della memoria. La regolazione dell'espressione genica dura di gran lunga di più dell'evento convulsivo effettivo che l'ha innescata".


Gli scienziati hanno trovato gli stessi cambiamenti nei livelli di deltaFosB e di calbindina nell'ippocampo dei pazienti con MA e nel lobo temporale dei pazienti epilessici. Tuttavia, sottolineano che è troppo presto per sapere se la regolazione della deltaFosB o della calbindina potrebbe migliorare o a prevenire problemi di memoria o altri deficit cognitivi nelle persone con MA. Tuttavia, "ora che sappiamo che i livelli di deltaFosB e calbindina sono marcatori efficaci dell'attività cerebrale nell'ippocampo e nella funzione di memoria, proponiamo che questi marcatori possano potenzialmente aiutare a valutare le terapie cliniche per l'MA e le altre malattie con convulsioni", ha dichiarato la Chin.

 

 

 


Fonte: Graciela Gutierrez in Baylor College of Medicine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jason C You, Kavitha Muralidharan, Jin W Park, Iraklis Petrof, Mark S Pyfer, Brian F Corbett, John J LaFrancois, Yi Zheng, Xiaohong Zhang, Carrie A Mohila, Daniel Yoshor, Robert A Rissman, Eric J Nestler, Helen E Scharfman & Jeannie Chin. Epigenetic suppression of hippocampal calbindin-D28k by ΔFosB drives seizure-related cognitive deficits. Nature Medicine (2017), Published online:16 Oct 2017, doi:10.1038/nm.4413

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.