Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sviluppato esame del sangue affidabile per rilevare la demenza

L'invecchiamento della popolazione è diventato un trend inevitabile nei paesi sviluppati. Per la prima volta, nel 2016, la popolazione canadese di anziani ha superato la percentuale di bambini. I progressi nella sanità hanno migliorato significativamente la qualità della vita e la longevità.


Tuttavia, con questo miglioramento arriva la crescente prevalenza delle malattie neurodegenerative. Sempre più persone sperimentano disfunzioni di movimento e perdita del funzionamento mentale (demenza) quando si avvicinano alla vecchiaia. Le malattie neurodegenerative hanno tutte una radice comune nel misfolding [errata piegatura] delle proteine. La conseguenza è l'aggregazione di tali proteine e la conseguente perdita del funzionamento neuronale.


L'Alzheimer (AD) è la causa più comune di demenza. Anche se le sue cause non sono ancora chiare, si ritiene che la sua patologia sia guidata dall'accumulo eccessivo di proteine ​​che si trovano naturalmente nel nostro corpo, generando placche di amiloide e grovigli di tau. Al di fuori delle cellule, i grumi di amiloide disturbano la segnalazione tra i neuroni e innescano l'infiammazione, che può danneggiare i neuroni circostanti. Al contrario delle placche amiloidi, i grovigli di tau si trovano all'interno delle cellule. Le proteine ​​tau modificate formano i grovigli neurofibrillari, danneggiano il citoscheletro neuronale e, infine, portano alla morte cellulare programmata.


La maggioranza dei processi cerebrali, come la memoria e l'apprendimento, dipendono dalle comunicazioni tra i neuroni. Nei pazienti di AD, i neuroni perdono la capacità di trasmettere informazioni e si deteriorano nel tempo. Nelle fasi iniziali, sono le complicazioni come vagare, perdersi, difficoltà a comprendere le domande e i piccoli cambiamenti comportamentali e di personalità ad influire drasticamente sulla qualità della vita. Mentre la malattia progredisce, i pazienti hanno gradualmente problemi a riconoscere amici e familiari, perdono la capacità di fare multi-tasking [più azioni contemporaneamente] e spesso sperimentano allucinazioni, illusioni e paranoia.


I trattamenti attuali mirano a mantenere la funzione mentale, a gestire i sintomi comportamentali e a impedire la progressione della malattia. Anche se la progressione dell'AD non può essere fermata o curata, la diagnosi precoce consente ai pazienti e alle loro famiglie di chiedere aiuto professionale quando la malattia è in fase pre-clinica, prima che i sintomi siano evidenti. Possono iniziare ad affrontare e pianificare il futuro imparando a conoscere la malattia e sviluppando gruppi di supporto.


In alcuni casi, l'intervento precoce può potenzialmente invertire alcune delle disabilità. Purtroppo, la maggior parte dei pazienti non riceve la diagnosi fino a che i segni di deficit cognitivi non diventano apparenti e irreversibili. Inoltre, i test attuali per la diagnosi sono spesso invasivi o costosi e richiedono molto tempo. A causa degli inconvenienti, i pazienti suscettibili possono essere scoraggiati dall'affrontare la valutazione. Questi problemi richiedono un nuovo test diagnostico meno costoso e minimamente invasivo, ma che sia accurato come quello esistente.


I ricercatori dell'Università di Lancaster hanno affrontato queste preoccupazioni nella recente edizione della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America. In questo studio, è stato raccolto il plasma del sangue di 549 individui con varie malattie neurodegenerative, così come di loro coetanei sani, ed è stato analizzato con la spettroscopia a infrarossi trasformata di Fourier (FTIR). La FTIR è una tecnica analitica che misura le radiazioni assorbite da diverse strutture chimiche. Fornisce informazioni sulla composizione molecolare unica e sulle strutture all'interno di ciascun campione.


"L'indagine di questi campioni con tecniche spettroscopiche consente di generare una impronta spettrale, che in seguito facilita la discriminazione delle diverse popolazioni e l'identificazione di potenziali biomarcatori", ha osservato Maria Paraskevaidi, prima autrice dello studio. Attraverso algoritmi di classificazione, i ricercatori hanno potuto distinguere tra individui con AD e sani con un'accuratezza fino all'86%. Questa è la stessa precisione dei test diagnostici attuali nelle cliniche, ma costa meno.


Inoltre, la differenziazione dell'AD da altre malattie neurodegenerative è stata ottenuta con risultati soddisfacenti di segregazione e classificazione. In particolare, la demenza causata da AD è stata distinta dalla demenza legata ai Corpi di Lewy (DLB), la seconda causa più comune di demenza, con un'accuratezza del 90%. Nonostante le loro somiglianze nei sintomi, AD e DLB hanno dimostrato di rispondere in maniera distinta ai diversi farmaci. Identificare correttamente AD e DLB può aiutare un medico a creare una gestione clinica adeguata, che a sua volta migliorerà la qualità della vita del paziente.


Questo studio introduce un test nuovo, conveniente e altamente accurato per la diagnosi di AD. Le prove attuali riguardano il laborioso processo di raccolta del liquido cerebrospinale o la scansione cerebrale costosa e che richiede tempo.


Altre tecniche basate sul sangue che mirano a misurare i livelli di amiloide-beta (Aβ) e proteine ​​tau hanno dato risultati controversi; il livello plasmatico di Aβ è risultato aumentare in alcuni studi e diminuire in altri. Infatti, una recente meta-analisi di 231 studi è giunta alla conclusione che il livello di plasma di Aβ non è correlato fortemente con l'AD e non dovrebbe essere usato nella pratica clinica per la diagnosi.


Allo stesso modo, il livello di tau del plasma è stato studiato come biomarcatore per l'AD. Anche se l'aumento del tasso di plasma tau nei pazienti con AD (rispetto ai controlli sani) è condiviso tra i ricercatori, la ricerca ha bisogno di ulteriori verifiche in coorti più grandi.


La Paraskevaidi ha detto:

"Al momento non esiste un test medico unico e definitivo per la diagnosi di AD. Tuttavia, con sforzi incredibili come quello di questo studio, ci stiamo avvicinando ad un test che consentirebbe una diagnosi precoce e accurata dell'AD.

"Mi sento più fiduciosa quando rifletto sulle parole di Alois Alzheimer: «Le riserve eccessive e lo sconforto paralizzante non hanno aiutato finora le scienze a progredire né le aiutano ad andare avanti, ma [può farlo] un sano ottimismo che cerca felicemente nuovi modi per capire, perché è convinto che sarà possibile trovarli»".

 

 

 


Fonte: Tai (Ritchie) Vinh Truong in McGill University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Maria Paraskevaidi, Camilo L. M. Morais, Kássio M. G. Lima, Julie S. Snowden, Jennifer A. Saxon, Anna M. T. Richardson, Matthew Jones, David M. A. Mann, David Allsop, Pierre L. Martin-Hirsch, and Francis L. Martin. Differential diagnosis of Alzheimer’s disease using spectrochemical analysis of blood. Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 114 no. 38, E7929–E7938, doi: 10.1073/pnas.1701517114

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.