Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trattamento già usato per il cancro potrebbe essere utile per l'Alzheimer



Trattamento già usato per il cancro potrebbe essere utile per l'AlzheimerProf. David AllsopDei ricercatori hanno sviluppato un nuovo trattamento che potrebbe bloccare lo sviluppo dell'Alzheimer tramite microscopiche goccioline di grasso che trasportano farmaci nel cervello.


Questo approccio di trattamento, che viene già usato per puntare dei farmaci sulle cellule tumorali, è stato applicato per la prima volta con successo all'Alzheimer, ripristinando la perdita di memoria nei topi.


Lo studio, condotto all'Università di Lancaster e finanziato dall'Alzheimer's Society, è pubblicato sulla rivista Nanomedicine: Nanotechnology, Biology and Medicine.


Il trattamento usa delle minuscole gocce di grasso, chiamate «nanoliposomi», che rivestono frammenti di proteine capaci di fermare l'accumulo in placche della proteina amiloide, anche a basse concentrazioni. Le placche amiloidi sono i ciuffi tossici di proteine ​​che causano danni alle cellule nel cervello delle persone con Alzheimer.


Per tre settimane sono stati iniettati nanoliposomi in topi modificati geneticamente per sviluppare l'Alzheimer. Quelli che hanno ricevuto il farmaco hanno recuperato la loro memoria a lungo termine e, dopo solo 24 ore, potevano di nuovo riconoscere oggetti familiari. In confronto, i topi che hanno ricevuto una iniezione di placebo non hanno avuto alcun ricordo degli oggetti visti il ​​giorno prima.


Il ricercatore senior professor David Allsop ha commentato:

"A seguito delle scoperte di questa estate, c'è rinnovato ottimismo sui farmaci anticorpi, i trattamenti che sfruttano il sistema immunitario del corpo per colpire le placche amiloidi. Tuttavia, se questi avranno successo, i trattamenti dovranno essere somministrati in clinica con una flebo e potrebbero avere alcuni effetti collaterali potenzialmente nocivi.

"L'uso di nanoliposomi è un modo alternativo per inibire l'accumulo tossico delle placche amiloidi senza attivare una risposta immunitaria nel cervello. La nostra speranza è che questo anticorpo possa un giorno essere somministrato con qualcosa di semplice e non invasivo come uno spray nasale, che i pazienti potrebbero usare comodamente a casa propria".


I nanoliposomi sono già usati per puntare meglio i farmaci chemioterapici tossici sulle cellule tumorali. Recenti studi hanno inoltre dimostrato che le goccioline di grasso possono passare direttamente nel cervello attraverso il naso, aprendo la possibilità di usare uno spray nasale per somministrare trattamenti per le malattie cerebrali, come l'Alzheimer.


Commentando la necessità di approcci innovativi per trattare la demenza, il dottor Doug Brown, Direttore Ricerca e Sviluppo dell'Alzheimer's Society, ha detto:

"Senza nessun nuovo farmaco per la demenza da quasi 15 anni, siamo in un momento critico per la ricerca. E' assolutamente fondamentale che continuiamo a cercare nuovi approcci per portare i farmaci nel cervello. Nell'attesa dei risultati degli studi clinici in corso, l'Alzheimer's Society continuerà a finanziare la ricerca innovativa per affrontare la demenza faccia a faccia".

"La nanotecnologia promette grandi benefici alle persone con diversi tipi di cancro, ed è interessante che possa un giorno offrire la stessa speranza alle persone con la forma più comune di demenza".


Il gruppo di ricerca dell'Università di Lancaster sta ora cercando investitori dell'industria per portare avanti il suo nuovo trattamento e testarlo sulle persone.

 

 

 


Fonte: Lancaster University via AlphaGalileo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Maria Gregori, Mark Taylor, Elisa Salvati, Francesca Re, Simona Mancini, Claudia Balducci, Gianluigi Forloni, Vanessa Zambelli, Silvia Sesana, Maria Michael, Christos Michail, Claire Tinker-Mill, Oleg Kolosov, Michael Scherer, Stephen Harris, Nigel J. Fullwood, Massimo Masserini, David Allsop. Retro-inverso peptide inhibitor nanoparticles as potent inhibitors of aggregation of the Alzheimer's Aβ peptide. Nanomedicine: Nanotechnology, Biology and Medicine, 2016; DOI: 10.1016/j.nano.2016.10.006

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)