Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Lento, lento, veloce, veloce, lento: ecco il ritmo di accumulo delle proteine nel cervello di Alzheimer

Lento, lento, veloce, veloce, lento: ecco il ritmo di accumulo delle proteine nel cervello di Alzheimer

Il fondamento della vita è la capacità delle molecole biologiche, come il nostro DNA, di auto-replicarsi, in un processo che di solito coinvolge un macchinario cellulare complesso.


Tuttavia, alcune strutture di proteine ​​riescono a replicarsi senza alcuna ulteriore assistenza, come ad esempio le piccole fibrille, fibre proteiche origine di malattie, coinvolte nelle neurodegenerazioni come l'Alzheimer e il Parkinson.


Queste fibrille, chiamate amiloidi, si intrecciano e si aggrovigliano tra loro, creando le cosiddette "placche" che si trovano nel cervello dei malati di Alzheimer. La formazione spontanea delle prime fibrille amiloidi è molto lenta, e di solito richiede diversi decenni, il che potrebbe spiegare il motivo per cui l'Alzheimer è di solito una malattia che colpisce le persone nella vecchiaia.


Tuttavia, una volta che le prime fibrille si sono formate, iniziano a replicarsi e a diffondersi molto più rapidamente da sole, rendendo la malattia estremamente difficile da controllare. Nonostante la sua importanza, non è chiaro il meccanismo fondamentale di auto-replicazione delle fibrille proteiche, in mancanza di macchinari aggiuntivi.


In uno studio pubblicato ieri sulla rivista Nature Physics, un team guidato da ricercatori del Dipartimento di Chimica dell'Università di Cambridge ha usato una potente combinazione di simulazioni al computer e di esperimenti di laboratorio per identificare i requisiti necessari per l'auto-replicazione delle fibrille proteiche.


I ricercatori hanno scoperto che il processo apparentemente complicato di auto-replicazione delle fibrille è in realtà governato da un semplice meccanismo fisico: l'accumulo di proteine ​​sane sulla superficie delle fibrille esistenti.


I ricercatori hanno usato la molecola amiloide-beta, il componente principale delle placche amiloidi presenti nel cervello dei malati di Alzheimer. Hanno trovato una relazione tra la quantità di proteine ​​sane che si depositano sulle fibrille esistenti, e il tasso di auto-replicazione fibrillare. In altre parole, maggiore è l'accumulo di proteine ​​sulla fibrilla, più velocemente si auto-replicano.


Hanno anche dimostrato, come prova di principio, che cambiando il modo in cui le proteine ​​sane interagiscono con la superficie delle fibrille, è possibile controllare la replicazione autonoma delle fibrille.


La Dott.ssa Anđela Šarić, prima autrice dello studio, dice: "Uno dei misteri della formazione della placca amiloide è come, dopo una lunga e lenta formazione, esse accelerano nella progressione. Abbiamo identificato i fattori che in effetti inducono il sistema a catalizzare la propria attività, diventando un processo di instabilità. Ma questa scoperta suggerisce che, se fossimo in grado di controllare l'accumulo di proteine ​​sane sulle fibrille, potremmo limitare l'aggregazione e la diffusione delle placche".


La Dott.ssa Šarić sostiene inoltre che i risultati potrebbero essere di grande interesse nel campo delle nanotecnologie. "Uno degli obiettivi delle nanotecnologie è l'efficienza dell'auto-replicazione nella produzione di nanomateriali. Questo è esattamente ciò che, secondo quanto abbiamo osservato, accade con queste fibrille; capendo le regole di progettazione da questo processo, potremmo raggiungere quell'obiettivo".

 

 

 


Fonte: University of Cambridge (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Saric, A et al. Physical determinants of the self-replication of protein fibrils. Nature Physics, 2016 DOI: 10.1038/NPHYS3828

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)