Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'esposizione a una tossina ambientale può portare all'Alzheimer

Gli indigeni Chamorro che vivono sull'isola di Guam nel Pacifico (un territorio degli Stati Uniti) hanno portato gli scienziati a una scoperta importante; una tossina ambientale, presente in alcuni terreni e laghi dell'isola, può aumentare il rischio di Alzheimer e di altre patologie neurodegenerative.


In uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, i ricercatori hanno trovato che l'esposizione alla tossina beta-Methylamino-L-alanina (BMAA) può essere associata allo sviluppo di placche di amiloide-beta e di grovigli tau nel cervello.


Queste placche e grovigli sono le caratteristiche dell'Alzheimer, e si trovano anche nel cervello di alcuni pazienti con Parkinson.


La BMAA è una tossina prodotta da cianobatteri, un tipo di alghe blu-verdi che vivono negli oceani, nel suolo e nei laghi. La tossina è presente in varie forme di vita marina (compresi squali e molluschi) che ingeriscono i cianobatteri. Può essere nelle piante, come le cicadofite; i pipistrelli pteropus ne consumano i semi, e così la BMAA è spesso presente negli animali.


Dal momento che pteropus [flying foxes, volpi volanti, in inglese] e pesci costituiscono una componente fondamentale della dieta degli indigeni Chamorro, la loro dieta è altamente contaminata da BMAA. È interessante notare che questi isolani sono inclini a una malattia paralitica insolita, e molte persone con questa malattia sperimentano sintomi simili all'Alzheimer, al Parkinson e alla sclerosi laterale amiotrofica (SLA).


In precedenza, Paul Alan Cox PhD, un etnobotanico dell'Istituto di Etnomedicina di Provo nello Utah, e i suoi colleghi, avevano identificato le placche di amiloide-beta e i grovigli di tau nel cervello di abitanti Chamorro che erano morti di malattia paralitica. Questi abitanti erano stati esposti ad alti livelli di dieta BMAA, soprattutto dal consumo di pteropus.


Per quest'ultimo studio, Cox e colleghi si erano proposti di stabilire se c' un nesso tra l'esposizione alimentare alla BMAA e lo sviluppo di malattie neurodegenerative.

 

BMAA alimentare legata alla sviluppo di placche e grovigli nelle scimmie

Per 140 giorni il team ha condotto due esperimenti sulle scimmie cercopiteco, esponendo gli animali a varie dosi di BMAA alimentare.


Nel primo esperimento, i ricercatori hanno alimentato le scimmie con frutta contenente BMAA. Un altro gruppo di scimmie è stato alimentato con frutta contenenti livelli uguali di BMAA e L-serina (un amminoacido dietetico) mentre un altro gruppo è stato alimentato con frutta contenente un placebo.


Analizzando il tessuto cerebrale delle scimmie, i ricercatori hanno trovato che quelli nutriti con frutta che contiene solo BMAA hanno mostrato lo sviluppo di grovigli tau e placche di amiloide-beta: "I grovigli e i depositi di amiloide prodotti erano quasi identici a quelli trovati nel tessuto cerebrale di isolani del Pacifico morti a causa della malattia di tipo Alzheimer", osserva il coautore dello studio Deborah Mash PhD, direttrice della Banca del Cervello dell'Università di Miami in Florida.


Le scimmie che hanno consumato la stessa quantità di BMAA e L-serina, tuttavia, mostravano meno grovigli, mentre quelle che erano state alimentate a placebo non hanno sviluppato nè grovigli nè placche. Questi risultati sono stati replicati nel secondo esperimento, in cui le scimmie sono state divise in quattro gruppi.


Il primo gruppo è stato alimentato con frutta contenente BMAA ad una dose simile a quella consumata dagli abitanti Chamorro, mentre il secondo gruppo ha consumato frutta che conteneva un decimo di quella dose. Della frutta contenente quantità uguali di BMAA e L-serina è stata data al terzo gruppo, mentre il quarto gruppo ha avuto frutta contenente un placebo.


Al termine dei 140 giorni, i ricercatori hanno scoperto che tutte le scimmie che avevano mangiato BMAA avevano sviluppato grovigli tau e placche di amiloide-beta.


Commentando i risultati, Cox dice: "I nostri risultati mostrano che l'esposizione cronica alla BMAA può innescare grovigli cerebrali e depositi di amiloide simili all'Alzheimer. Per quanto ne sappiamo, questa è la prima volta che dei ricercatori riescono a produrre con successo grovigli e depositi cerebrali di amiloide in un modello animale attraverso l'esposizione ad una tossina ambientale".

 

La L-serina potrebbe aiutare a curare l'Alzheimer?

Tuttavia, come si è visto nel primo esperimento, le scimmie che avevano consumato una quantità uguale di L-serina e BMAA hanno mostrato una riduzione significativa dei grovigli tau, suggerendo che l'amminoacido può essere promettente per il trattamento dell'Alzheimer.


I ricercatori fanno notare che negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (FDA) non ha approvato la L-serina per il trattamento di patologie neurodegenerative, e dicono che serve molta più ricerca prima che l'aminoacido possa essere raccomandato per tali malattie.


Tuttavia si sta lavorando; l'Istituto per la Etnomedicina sta conducendo uno studio clinico di fase 1 a fianco della Dartmouth Medical School di Hanover nel New Hampshire, nel quale si stanno valutando gli effetti della L-serina tra i pazienti con diagnosi di lieve deterioramento cognitivo (MCI) e di Alzheimer.

 

 

 


Fonte: Honor Whiteman in Medical News Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Paul Alan Cox, David A. Davis, Deborah C. Mash, James S. Metcalf, Sandra Anne Banack. Dietary exposure to an environmental toxin triggers neurofibrillary tangles and amyloid deposits in the brain. Proc. R. Soc. B, 2016 283 20152397; DOI: 10.1098/rspb.2015.2397.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)