Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Semplice test dell'odore può predire la risposta all'Aricept nell'Alzheimer

Le carenze del senso dell'olfatto possono aiutare a predire la risposta agli inibitori della colinesterasi nei pazienti con lieve decadimento cognitivo (MCI) o Alzheimer (AD), secondo un nuovo studio.


"La ricerca è nuova e dimostra che un risultato scadente al test di identificazione dell'odore è associato ad un miglioramento nel trattamento con Donepezil (Aricept) e con altri inibitori delle colinesterasi"
, ha detto Devangere P. Devanand MBBS/MD, professore di psichiatria e neurologia alla Columbia University di New York City. "Le implicazioni cliniche sono che si può usare un test di identificazione dell'odore per guidare la decisione di trattare il paziente con un inibitore della colinesterasi".


La scoperta è stata presentata alla Clinical Trials Conference on Alzheimer's Disease (CTAD).


Nelle prime fasi dell'AD si sviluppano grovigli neurofibrillari nei neuroni olfattivi e del bulbo olfattivo. Il dottor Devanand e i colleghi spiegano nel loro manifesto della conferenza che i deficit di identificazione dell'odore aumentano il rischio di passare da MCI a una diagnosi clinica di AD, e l'utilità predittiva è simile al deficit di memoria verbale episodica.


Attualmente, nessun biomarcatore predice in modo coerente il miglioramento derivante dall'uso di un inibitore della colinesterasi. In un esperimento pilota open-label di 3 mesi su pazienti con assunzione lieve o moderata di donepezil, il miglioramento dei punteggi dello «University of Pennsylvania Smell Identification Test» (UPSIT) si è correlato in modo significativo con il miglioramento globale e nelle attività della vita quotidiana.


Questi risultati "suggeriscono indirettamente" che le carenze nell'identificazione di odori prevedono un miglioramento cognitivo dal trattamento con un inibitore della colinesterasi, notano gli autori.


Nello studio presentato al CTAD, 148 pazienti con MCI sono stati seguiti in uno studio naturalistico longitudinale sui marcatori precoci di AD. Durante lo studio, 48 pazienti hanno ricevuto un trattamento con un inibitore della colinesterasi in base alla scelta del medico. E' stato eseguito l'UPSIT al basale e 2 e 4 anni più tardi. L'esito cognitivo primario era la variazione su 6 mesi del punteggio totale nel richiamo immediato al Selective Reminding Test (SRT) durante il trattamento con inibitore della colinesterasi.


Secondo quanto riferito dal dottor Devanand e colleghi, nell'analisi con regressione multipla sul cambiamento dei punteggi totali di richiamo SRT, l'interazione al basale UPSIT per diagnosi (progressione o non-progressione all'AD) è stata significativa (β=-1.19; P=0,001). Un punteggio UPSIT inferiore al basale è stato associato ad un miglioramento maggiore del richiamo totale SRT, con il trattamento via inibitori della colinesterasi nei pazienti che sono progrediti all'AD (β=-0.43; P=0,14), ma questa associazione è andata nella direzione opposta per i non-progrediti (β=0,76; P<.001). L'interazione è rimasta significativa dopo l'aggiustamento per il richiamo totale SRT prima del trattamento, così come per età, sesso, educazione e stato APOE ε4.


Nei pazienti con i punteggi UPSIT più alti, non c'era alcun cambiamento significativo nel richiamo totale SRT.


Questo studio dimostra che la carenza nell'identificazione olfattiva (un biomarcatore assodato che predice il declino cognitivo e la transizione da MCI ad AD) è associata a un miglioramento con il trattamento con inibitori della colinesterasi nei pazienti con MCI che progrediscono ad AD, concludono i ricercatori. "Questo test relativamente semplice, conveniente e non invasivo, ha la possibilità di identificare" i pazienti con MCI che hanno probabilità di beneficiare di un inibitore della colinesterasi, concludono i ricercatori.

 

Dati fruibili

Commentando i risultati per Medscape Medical News, Cyrus Raji MD/PhD, della University of California di Los Angeles, ha detto:

"Questo è esattamente il tipo di studio necessario per l'identificazione olfattiva e l'Alzheimer".

"In una revisione sistematica di 3 anni fa, della quale ero coautore, abbiamo scoperto che l'anosmia (perdita dell'olfatto) è sicuramente associata all'MCI e all'Alzheimer. Tuttavia, avevamo sottolineato la necessità in quella pubblicazione di studi longitudinali.

"[Questo nuovo] studio non solo soddisfa questo bisogno della letteratura, ma collega anche i dati alle decisioni terapeutiche attuabili. Questo lavoro dovrebbe anche incoraggiare un maggiore uso dell'UPSIT nella pratica clinica visto che l'anosmia è presente in altre malattie del cervello come il Parkinson".

 

********
Lo studio è stato finanziato dal National Institute on Aging. Gli autori non hanno rivelato alcuna relazione finanziaria rilevante. Il dottor Raji è consulente di Brainreader, che produce Neuroreader, un'applicazione software approvata dalla US Food and Drug Administration per misurare il volume del cervello sulle scansioni MRI.

 

 

 


Fonte: Medscape Medical News (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: 8th Clinical Trials Conference on Alzheimer's Disease (CTAD). Poster P2-46. Presented November 6, 2015.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.