Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'ippocampo umano non è coinvolto nelle capacità spaziali, solo nella memoria

L'ippocampo umano non è coinvolto nelle capacità spaziali, solo nella memoriaDa sinistra: immagine vista dai partecipanti; immagine ricordata, disegnata da un soggetto di controllo; e l'immagine disegnata da un paziente con danno ippocampale. (Fonte: PNAS)In un lavoro che concilia due visioni concorrenti sulle strutture cerebrali coinvolte nella memoria e nella percezione spaziale, i ricercatori della University of California di Scuola Diego hanno condotto esperimenti secondo i quali l'ippocampo - una piccola area nel sistema limbico del cervello - è dedicato in gran parte alla memoria e non alle abilità spaziali, come l'orientamento.


Lo studio è pubblicato nel numero della scorsa settimana di Proceedings of National Academy of Sciences.


"Il ruolo dell'ippocampo nella cognizione spaziale e/o nella formazione della memoria è un importante punto di discussione per capire come il cervello umano elabora il suo ambiente esterno", ha detto l'autore senior Larry Squire, PhD, Professore di Psichiatria, Neuroscienze e Psicologia. "Questo studio dimostra che l'ippocampo è associato principalmente alla memoria. E' la sentenza su 2 prospettive soggette a ricerca da più di 60 anni".


Una di queste visioni, sviluppata nel 1950, vede l'ippocampo come la struttura cruciale che permette la formazione della memoria dichiarativa, a lungo termine, come ad esempio la capacità di ricordare il ballo studentesco delle superiori. Questa tesi è cambiata negli anni '70, quando gli esperimenti condotti in gran parte sui ratti hanno dimostrato che l'ippocampo ha un ruolo importante nella capacità spaziale, come ad esempio quella necessaria per orientarsi in un labirinto. Gli esperimenti hanno portato alcuni ricercatori a ipotizzare che l'ippocampo umano potrebbe anche essere attivo nella cognizione spaziale e nella capacità di formare mappe.


"Non abbiamo trovato prove che questo sia vero", ha detto Squire, che è anche ricercatore del Veterans Affairs San Diego Healthcare System. "I pazienti con lesioni dell'ippocampo possono eseguire attività spaziali a condizione che tali operazioni non dipendano dalla memoria a lungo termine. Pensiamo che possano fare queste operazioni spaziali perché sono gestite all'interno di funzioni della memoria a breve termine, supportate dal lobo frontale della neocorteccia. La discrepanza che vediamo con i ratti può riflettere il fatto che i roditori non hanno una corteccia frontale ben sviluppata, né le capacità di elaborazione della memoria a breve termine ad essa associate. I ratti devono effettuare dall'ippocampo i compiti spaziali che possiamo fare con la nostra neocorteccia usando la memoria a breve termine".


Questi risultati si basano su esperimenti con 6 adulti con lesioni ippocampali, un adulto con danni al lobo temporale mediale (dove c'è l'ippocampo), e 12 soggetti di controllo. Per gli esperimenti, i partecipanti hanno dovuto studiare una semplice scena, ad esempio un paio di stivali, e poi disegnare la scena come la ricordavano.


I disegni hanno avuto punteggi da 1 a 5 in base ai dettagli e alla precisione. I partecipanti sono stati valutati anche per la tendenza normale (chiamata «estensione di confine») a richiamare un'immagine con uno sfondo più grande e un primo piano più piccolo del reale. Nell'esempio degli stivali, questo significa che le persone tendono a disegnare gli stivali più piccoli di quanto non siano nella fotografia originale. Lo sfondo prende pertanto una parte più grande dell'immagine, quindi il termine «estensione di confine».


In una seconda serie di esperimenti, i partecipanti sono stati invitati a guardare una scena, come una diapositiva in un parco, e descrivere quello che potrebbe entrare nella vista se l'immagine fosse ingrandita. I racconti dei partecipanti hanno avuto un punteggio in base ai dettagli, ai riferimenti spaziali, ai pensieri e alle emozioni.


Tutti i partecipanti con danni all'ippocampo hanno dimostrato una capacità ridotta di ricordare con precisione i dettagli sulle stivali. La loro media era di 2, rispetto ai 3 del gruppo di controllo. Tuttavia, i pazienti hanno evidenziato una normale estensione del confine. Sia i pazienti che i soggetti di controllo hanno ridotto la dimensione degli stivali in relazione allo sfondo di circa il 60 per cento. Entrambi i gruppi sono stati altrettanto abili nell'immaginare e costruire narrazioni dettagliate su ciò che potrebbe entrare nella vista se fossero ampliate le scene.


"Il valore di questo tipo di ricerca è che stiamo formando la comprensione di come funziona il cervello", ha detto Squire. "Sappiamo che l'Alzheimer di solito inizia nel lobo temporale mediale e questo studio ci ricorda che non sono le abilità spaziali dei pazienti ad essere immediatamente a rischio, è la loro memoria. Questo è coerente con le esperienze cliniche. I pazienti non lamentano la perdita di abilità spaziali, lamentano la perdita di memoria".

 

****
Hanno collaborato Soyun Kim e Adam J.O. Dede, del Veterans Affairs San Diego Healthcare System e della UC San Diego; e Ramona O. Hopkins, della Brigham Young University e dell'Intermountain Medical Center nello Utah. Il finanziamento per la ricerca è stato fornito, in parte, dal Department of Veterans Affairs, dalla National Science Foundation e dal National Institute of Mental Health.

 

 

 

 

 


Fonte: Christina Johnson e Scott LaFee in University of California (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Soyun Kim, Adam J. O. Dede, Ramona O. Hopkins, Larry R. Squire. Memory, scene construction, and the human hippocampus. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2015; 201503863 DOI: 10.1073/pnas.1503863112

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.