Formare gli anziani nell'uso dei social media ne migliora le capacità cognitive, aumenta il loro senso di auto-competenza e potrebbe avere un impatto complessivo positivo sulla salute mentale e sul benessere, secondo uno studio effettuato in Gran Bretagna.
Un progetto biennale finanziato dall'Unione Europea e condotto dall'Università di Exeter in collaborazione con la Somerset Care Ltd e il «Torbay & Southern Devon Health and Care NHS Trust» ha fornito ad un gruppo di anziani vulnerabili un computer appositamente progettato, una connessione a banda larga e la formazione sul modo di usarli.
Coloro che hanno ricevuto la formazione sono diventati più positivi sul computer nel corso del tempo, e i partecipanti erano particolarmente felici di connettersi con amici e parenti tramite Skype ed e-mail.
L'invecchiamento della popolazione è una delle grandi sfide della nostra società. Si prevede che tra il 2010 e il 2060, il numero di persone over-65 in tutta Europa crescerà dal 17,4% al 29,5% della popolazione totale. Il progetto, denominato Ages 2.0, è finalizzato a valutare la misura in cui internet e i social media costituiscono uno strumento per promuovere l'invecchiamento attivo e affrontare l'isolamento sociale che è troppo spesso una caratteristica dell'età avanzata.
Si è riscontrato che coloro che si erano addestrati avevano maggiori sentimenti di auto-competenze, erano più impegnati in attività sociali, avevano un senso di identità personale più forte e hanno dimostrato migliori capacità cognitive. Questi fattori indirettamente portano nel complesso ad una migliore salute mentale e benessere.
Il Dr Thomas Morton della facoltà di Psicologia all'Università di Exeter, che ha guidato il progetto nel Regno Unito, ha dichiarato: "Gli esseri umani sono animali sociali, e non c'è da stupirsi se tendiamo ad andare meglio quando abbiamo la capacità di connetterci con gli altri. Ma la cosa sorprendente è quanto siano importanti le connessioni sociali per la salute cognitiva e fisica. Le persone che sono socialmente isolate o che soffrono di solitudine sono più vulnerabili alle malattie e al declino. Per queste ragioni è molto importante trovare i modi per sostenere le relazioni sociali delle persone. Questo studio dimostra che la tecnologia può essere uno strumento utile per consentire connessioni sociali, e che supportare le persone anziane nella nostra comunità all'uso della tecnologia in modo efficace può avere importanti benefici per la loro salute e benessere".
I partecipanti allo studio erano tutti anziani vulnerabili da 60 e 95 anni di età, assistiti dalla Somerset Care Ltd. I 76 volontari erano sia quelli che ricevono cure nella comunità, sia coloro che vivevano in una delle 31 case di cura residenziali dell'organizzazione senza fini di lucro.
La metà dei partecipanti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo che ha avuto la formazione e l'altra metà ad un gruppo di controllo che ha ricevuto le solite cure. La formazione ha coinvolto l'installazione del pacchetto «Easy PC», costituito da un computer touch screen e tastiera, e una connessione internet a banda larga. Hanno tenuto il computer per 12 mesi, compreso un periodo di formazione di tre mesi.
Uno dei partecipanti dello studio, Margaret Keohone, ha detto: "Questa formazione cambia la vita delle persone e allarga il loro mondo, rinvigorisce la mente e per molti di noi dà un modo completamente diverso di riconoscere il nostro valore mentre invecchiamo. Stavo scivolando progressivamente in un modo più lento di vivere".
Emma Green, la specialista di assistenza della Sommerset Care che ha effettuato la formazione a Margaret e agli altri dello studio, ha detto: "Con il progressivo sviluppo del programma di formazione, cresceva la fiducia dei partecipanti ed erano desiderosi di raccontarmi come i famigliari rispondevano alle email, rispondevano a Skype o mettvano «mi piace» su commenti o foto su Facebook. Vedere i sorrisi sul volto dei partecipanti quando chiamavano via Skype un altro famigliare nel Regno Unito o all'estero era un momento proprio speciale.
Una delle migliori chiamate Skype è avvenuta durante una visita con il mio caravan in Cornovaglia, quando ho chiamato via Skype un cliente aduso al campeggio. Eravamo intorno al fuoco e lui faceva parte del nostro gruppo dal computer portatile, vedeva il fuoco e era unito a noi. Tutti loro sanno che io sono solo una e-mail o una chiamata Skype ed è stato favoloso essere parte del progetto Ages 2.0".
Le persone dietro lo studio Ages 2.0 sperano che i risultati possano influenzare la futura politica in materia di inclusione digitale e la fornitura di strategie di tele-salute e tele-assistenza (tele-care).
Il «Torbay and South Devon Health and Care NHS Trust» (TSDHCT) è stato selezionato per partecipare a Ages 2.0 per il suo pensiero lungimirante e per il modo innovativo di lavorare. Il TSDHCT ha sperimentato l'approccio integrato per fornire assistenza sanitaria e sociale. Per fornire la migliore assistenza possibile alla popolazione locale, in particolare al gruppo numeroso di residenti anziani della zona, il TSDHCT ha sviluppato servizi sociali e sanitari che hanno una collaborazione molto più stretta e sono in grado di rispondere a tutti i bisogni dell'assistenza di un individuo, piuttosto che operare isolati.
Il team del progetto ha cercato di realizzare le vedute del Trust [organizzazione della Sanità Pubblica in GB] sul modo in cui il progetto potrebbe funzionare in pratica nella comunità.
Mandy Seymour, amministratore del TSDHCT, ha detto: "Come pioniere a livello nazionale, il Torbay ha una lunga storia di innovazione e di successo nell'integrare assistenza sanitaria e sociale. Il Trust è fermamente convinto che mettendo insieme i servizi, e attraverso la partecipazione a progetti innovativi, si soddisfano meglio le esigenze di coloro che necessitano di cure e di sostegno. Siamo sempre intenzionati a usare, e garantire la continuità, del nostro successo nell'integrazione, e Ages 2.0 ci ha dato il meccanismo di ricerca ideale per contribuire a promuovere la discussione sui futuri modelli di cura".
"Le difficoltà del sostegno ad una popolazione che invecchia nella comunità sono ben documentate; noi incoraggiamo l'invecchiamento attivo nella popolazione locale dando alle persone le opportunità per essere indipendenti e per consentire loro di vivere bene a casa più a lungo. I risultati positivi del progetto sono interessanti e la comunità sanitaria cercherà di analizzare come questo potrebbe contribuire a influenzare le strategie per sostenere il crescente numero di anziani vulnerabili nelle comunità locali".
I ricercatori erano interessati a confrontare i risultati tra i diversi contesti culturali; pertanto uno studio parallelo è in esecuzione in Italia.
Fonte: University of Exeter (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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