Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cattivi comportamenti sono legati ai disturbi di memoria, anche tra i giovani adulti

Se sei depresso, non fai abbastanza esercizio fisico o hai la pressione alta, potresti trovarti a lamentarti di più per i problemi di memoria, anche se sei un giovane adulto, secondo un nuovo studio della University of California di LosAngeles.

Ricercatori dell'UCLA e dell'organizzazione Gallup hanno interpellato più di 18.000 persone sulla loro memoria e su vari fattori di stile di vita e sanitari che in precedenza avevano dimostrato di aumentare il rischio di Alzheimer e di demenza.


Essi hanno scoperto che molti di questi fattori di rischio aumentano il rischio di disturbi auto-percepiti di memoria per tutti i gruppi dell'età adulta.


I risultati, pubblicati nel numero del 4 giugno della rivista PLoS ONE, potrebbero aiutare gli scienziati a definire meglio come le scelte precoci di stile di vita e sanitarie impattano sulla memoria più tardi nella vita. Esaminando queste relazioni potenziali, dicono i ricercatori, si potrebbe anche aiutare ad individuare gli interventi volti a ridurre il rischio di problemi di memoria.


I 18.552 individui intervistati avevano un'età compresa tra 18 e 99 anni. I fattori di rischio noti, sui quali si sono concentrati i ricercatori, comprendevano depressione, livelli più bassi di istruzione, inattività fisica, ipertensione, diabete, obesità e fumo


Essi sono stati sorpresi dalla prevalenza dei problemi di memoria tra gli adulti più giovani, ha detto l'autore senior dello studio, il dottor Gary Small, professore «Parlow-Solomon» dell'UCLA per l'invecchiamento e direttore del Longevity Center dell'UCLA. "In questo studio abbiamo determinato, per la prima volta, che questi fattori di rischio possono anche essere indicativi di disturbi di memoria precoci, che sono spesso precursori di un declino della memoria più significativo più avanti nella vita", ha detto Small, che è anche professore di psichiatria e scienze biocomportamentali all'Istituto Semel di Neuroscienze e Comportamento Umano all'UCLA.


I ricercatori hanno scoperto che depressione, bassi livelli di istruzione, inattività fisica e pressione alta aumentano il rischio di problemi di memoria nei giovani adulti (18-39 anni), adulti di mezza età (40-59) e anziani (60-99). La depressione era il fattore di rischio più forte per le patologie della memoria, in tutte le età.


Avere anche solo uno dei fattori di rischio aumenta significativamente la frequenza dei disturbi di memoria, indipendentemente dall'età, secondo i ricercatori. I problemi di memoria aumentano quando aumenta il numero dei fattori di rischio presenti. Nel complesso, il 20 per cento degli intervistati aveva disturbi di memoria, compreso il 14 per cento degli adulti più giovani, il 22 per cento degli adulti di mezza età e il 26 per cento degli anziani.


I ricercatori hanno notato che, in generale, i problemi di memoria nelle persone più giovani possono essere diversi da quelli che affliggono gli individui più anziani. Per gli adulti più giovani, lo stress può avere più di un ruolo, e l'ubiquità della tecnologia - compresi i dispositivi Internet e wireless, che possono spesso indurre un costante multi-tasking - può influire sulla loro capacità di attenzione, rendendo più difficile concentrarsi e ricordare.


Small nota che gli studi precedenti avevano dimostrato che l'istruzione è un elemento chiave per la «riserva cognitiva», la capacità di compensare la progressiva patologia cerebrale. Questi risultati suggeriscono che il perseguimento di attività educative in ogni fase della vita può essere utile.


"Ci auguriamo che questi risultati possano sensibilizzare i ricercatori, gli operatori sanitari e il pubblico in generale sull'importanza di ridurre questi fattori di rischio, a qualsiasi età, come individuare e trattare la depressione e l'alta pressione, fare più esercizio fisico e approfondire l'istruzione personale", ha detto il Dott. Stephen Chen, professore clinico associato di psichiatria e scienze biocomportamentali all'Istituto Semel e primo autore dello studio.


"Stiamo progettando di usare questi risultati come base per futuri studi, per capire meglio come la riduzione di questi fattori di rischio possa eventualmente abbassare la frequenza di disturbi alla memoria", ha detto l'autore Fernando Torres-Gil, professore alla Luskin School of Public Affairs dell'UCLA e direttore associato del Longevity Center dell'UCLA.


Il sondaggio Gallup usato nello studio ha avuto luogo tra dicembre 2011 e gennaio 2012 e faceva parte del «Gallup-Healthways Well-Being Index», che include indagini su stile di vita e salute. I sondaggisti hanno condotto interviste sulla rete fissa e cellulare per rappresentare il 90 per cento della popolazione degli Stati Uniti, secondo i ricercatori.


****
Lo studio è stato finanziato dall'organizzazione Gallup, da Healthways, dalla cattedra Parlow-Solomon on Aging, dalla Fondazione Ahmanson, dal Fran and Ray Stark Foundation Fund for Alzheimer's Disease Research, dall'Istituto Semel di Neuroscienze e Comportamento Umano dell'UCLA, e dal Longevity Center dell'UCLA. Torres-Gil è consulente di Healthways. Gli autori dello studio comprendono Prabha Siddarth, Linda M. Ercoli e il Dr. David Merrill del Longevity Center e del dipartimento di psichiatria e scienze biocomportamentali al Semel Institute dell'UCLA.

 

 

 

 

 


Fonte:  Rachel Champeau in University of California, Los Angeles  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.