Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il grande mistero delle neuroscienze: come fanno i neuroni a rigenerarsi mentre lavorano?

Quando l'auto ha bisogno di una nuova candela, si porta in officina dove resta ferma fino a quando la riparazione è terminata.


E se l'auto potesse sostituirsi da sola la candela, mentre scende a tutta velocità da una discesa?


Certo, le auto non possono farlo, ma il nostro sistema nervoso fa proprio questo: ricostruisce se stesso continuamente, pur mantenendosi pienamente in funzione.


I neuroni vivono per molti anni, ma i loro componenti, le proteine e le molecole che compongono la cellula, vengono continuamente sostituiti. Come avvenga questa continua ricostruzione, senza pregiudicare la nostra capacità di pensare, ricordare, imparare o comunque sperimentare il mondo, è uno dei più grandi interrogativi della neuroscienza.


Ed è quello che ha a lungo incuriosito Eve Marder, professore «Victor e Gwendolyn Beinfield» di Neuroscienze della Brandeis University nel Massachusetts. Come riportato in Neuron il 21 maggio, il laboratorio di Marder ha costruito un nuovo modello teorico per capire come le cellule controllano e auto-regolano le loro proprietà a fronte di un continuo ricambio dei componenti cellulari.


I canali ionici, i cancelli molecolari sulla superficie delle cellule, determinano le proprietà neuronali necessarie per regolare tutto, dalla dimensione e la velocità di movimento degli arti, al modo in cui le informazioni sensoriali sono elaborate. In ogni tipo di neurone sono presenti diverse combinazioni di tipi di canali ionici. I recettori sono i «microfoni» molecolari che permettono ai neuroni di comunicare tra loro.


Recettori e canali ionici si ricambiano costantemente, e quindi le cellule hanno bisogno di regolare la velocità con cui essi vengono sostituiti, in modo da evitare di interrompere il normale funzionamento del sistema nervoso. Gli scienziati hanno preso in considerazione l'idea di una impostazione «di fabbrica» o «predefinita» per il numero di canali ionici e recettori in ogni neurone. Ma questa idea non sembra plausibile, perché ci sono troppi cambiamenti nell'ambiente di un neurone nel corso della sua vita.


Se non c'è impostazione di fabbrica, allora i neuroni hanno bisogno di un indicatore interno per monitorare l'attività elettrica e regolare l'espressione dei canali ionici di conseguenza, secondo il team. Poiché un singolo neurone fa sempre parte di un circuito più grande, esso ha anche bisogno di fare questo mentre mantiene l'omeostasi attraverso il sistema nervoso.


Il laboratorio di Marder ha costruito un nuovo modello teorico di regolazione del canale ionico basato sul concetto di un sistema di controllo interno. Il team, composto dal borsista postdottorato Timothy O'Leary, dal tecnico di laboratorio Alex Williams, da Alessio Franci dell'Università di Liegi in Belgio, e da Marder, ha scoperto che le cellule non hanno bisogno di misurare ogni dettaglio dell'attività per mantenere il funzionamento del sistema.

Può essere rilevante perché:

Come conclude l'autore principale dello studio, "per capire e curare alcune malattie, abbiamo bisogno di separare, e capire, i sistemi biologici ...".

Questo è particolarmente importante per una malattia come l'Alzheimer, che ha nei neuroni l'obiettivo principale.


In realtà, troppi dettagli possono far deragliare il processo. "Alcune proprietà obiettivo possono contraddirsi a vicenda", dice O'Leary. "Non si può impostare l'aria condizionata su 18°C ed il riscaldamento a 25°C. Una potrebbe sopraffare l'altra, ma sarebbero continuamente in lotta fra loro e si finirebbe per avere una enorme bolletta energetica".


Il team ha anche capito che le cellule possono avere proprietà simili, ma tassi diversi di espressione del canale ionico: come omofoni cellulari, risuonano in modo simile, ma appaiono molto diverse. Il modello ha dimostrato che il sistema di controllo molto all'interno, progettato per controllare l'attività elettrica di fuga, può effettivamente portare ad una ipereccitabilità neuronale, la base delle crisi epilettiche. Anche se sono mantenuti dei punti fissi nei singoli neuroni, può essere persa l'omeostasi complessiva del sistema.


Lo studio rappresenta un importante passo avanti nella comprensione della macchina più complessa mai costruita: il cervello umano. E può portare a strategie terapeutiche completamente diverse per il trattamento di malattie, dice O'Leary: "Per capire e curare alcune malattie, abbiamo bisogno di separare, e capire, come i sistemi biologici controllano le loro proprietà interne quando sono in un normale stato di salute, e questo modello potrebbe aiutare i ricercatori a farlo".


Questa ricerca è stata finanziata dal National Institute of Health e dal Charles A. King Trust.

 

 

 

 

 


Fonte:  Leah Burrows in  Brandeis University  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Timothy O’Leary, Alex H. Williams, Alessio Franci, Eve Marder. Cell Types, Network Homeostasis, and Pathological Compensation from a Biologically Plausible Ion Channel Expression Model. Neuron, 2014; 82 (4): 809 DOI: 10.1016/j.neuron.2014.04.002

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)