Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Fibrillazione atriale aumenta rischio di demenza con dosi errate di farmaci

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'Intermountain Medical Center Heart Institute di Murray nello Utah, ha scoperto che i pazienti con fibrillazione atriale (AFib), che assumono farmaci per diluire il sangue, hanno un rischio più alto di sviluppare la demenza se le dosi non sono nel range ottimale consigliato.


Lo studio, su più di 2.600 pazienti con AFib, ha trovato che essi hanno una probabilità significativamente maggiore di sviluppare la demenza quando usano farmaci per prevenire la formazione di coaguli di sangue, come il warfarin, quando il dosaggio è troppo alto o troppo basso per un periodo di tempo prolungato.


I risultati dello studio sono stati presentati al Sessione Scientifica Annuale 2014 della Heart Rhythm Society, ieri a San Francisco. Negli Stati Uniti, quasi una persona ogni 10, ovvero circa 2,7 milioni di americani, sviluppano fibrillazione atriale nel corso della loro vita. La fibrillazione atriale è un tremolio o battito cardiaco irregolare che può portare a coaguli di sangue, a ictus, a scompenso cardiaco e ad altre complicazioni legate al cuore.


I medici cercano di raggiungere un rapporto normalizzato internazionale (un test della velocità di coagulazione del sangue) di 2-3, che è all'interno del range terapeutico, o l'intervallo di sicurezza. In genere, i dosaggi superiori al range terapeutico possono aumentare il rischio di sanguinamento. Se la dose è inferiore al range terapeutico, può aumentare il rischio di coaguli sanguigni.


Tre anni fa i ricercatori dell'Intermountain Medical Center Heart Institute avevano scoperto che i pazienti con fibrillazione atriale hanno un rischio maggiore di sviluppare la demenza, ma la causa di tale associazione - il legame tra farmaco anticoagulante e demenza - era rimasto sconosciuto.


"La maggior parte dei pazienti che sviluppano fibrillazione atriale richiedono l'uso di un anticoagulante per prevenire un ictus. L'anticoagulante più utilizzato in tutto il mondo è il warfarin, e ora sappiamo che se le dosi di warfarin sono costantemente troppo alte o troppo basse, una delle conseguenze a lungo termine può essere il danno al cervello", ha detto Jared Bunch, MD, ricercatore principale e direttore della ricerca di elettrofisiologia all'Intermountain Medical Center Heart Institute. "Ciò indica la possibilità che la demenza nei pazienti con fibrillazione atriale sia dovuta in parte a piccoli coaguli ripetitivi e/o sanguinamenti nel cervello".


I risultati dello studio dell'Intermountain Medical Center Heart Institute sono stati raccolti da 2.693 pazienti, dei quali il 4,1 per cento aveva ricevuto la diagnosi di demenza. I risultati si basano sulla percentuale di tempo in cui i farmaci che fluidificano il sangue erano all'interno del range consigliato. Più è il tempo in cui i dosaggi sono all'interno della gamma, minore è il rischio di sviluppare la demenza. In particolare:

  • I pazienti che restavano all'interno del range terapeutico meno del 25 per cento del tempo, avevano una probabilità 4,5 volte maggiore di sviluppare la demenza.
  • I pazienti che rimanevano nel range terapeutico tra il 25 e il 50 per cento del tempo avevano una probabilità 4,1 volte più alta di sviluppare la demenza.
  • I pazienti rimasti nel range terapeutico per il 51-75 per cento del tempo avevano solo il 2,5 per cento in più di probabilità di sviluppare la demenza.


Il maggiore rischio è rimasto significativo quando i risultati sono stati aggiustati per i rischi comuni sia di ictus che di sanguinamento, ha osservato il dottor Bunch. "I risultati del nostro studio ci dicono due cose", ha detto. "Primo, con un attento uso di farmaci anticoagulanti, il rischio di demenza può essere ridotto. I pazienti trattati con warfarin hanno bisogno di essere seguiti attentamente in centri di anticoagulazione specializzati, se possibile, per garantire che i livelli ematici siano entro i livelli raccomandati più spesso. Secondo, questi risultati indicano anche una nuova potenziale conseguenza a lungo termine della dipendenza da farmaci anticoagulanti presi per molto tempo. A questo proposito, le terapie di prevenzione da ictus non richiedono farmaci anticoagulanti a lungo termine e ridurre l'uso di questi farmaci può auspicabilmente ridurre il rischio di demenza".


La demenza è una disfunzione cognitiva che impatta la qualità della vita. E' una malattia progressiva, e l'impatto sulla qualità della vita peggiora spesso non solo per i pazienti, ma anche per le loro famiglie e le persone care. Il Warfarin è usato per prevenire la formazione di coaguli di sangue nei pazienti con fibrillazione atriale, e anche se è una terapia efficace, il farmaco pone rischi se impropriamente dosato. Il corretto dosaggio del warfarin è complicato perché il farmaco interagisce con molti altri farmaci comuni, così come con alcuni alimenti.


Quando si determina una dose iniziale di warfarin, i medici spesso iniziano con una dose standard e possono prendere in considerazione alcuni indicatori clinici per modificare la dose. Tali misure cliniche includono l'età, la corporatura, l'abitudine al fumo e l'uso di determinati farmaci. Durante le prime settimane di terapia, l'attività del warfarin viene attentamente monitorata attraverso esami del sangue, e le regolazioni sono fatte in base alle esigenze.

 

 

 

 

 


Fonte:  Jess Gomez in  Intermountain Medical Center  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)