Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperta nuova funzione di una proteina legata all'Alzheimer

Un gruppo di ricerca guidato dal National Neuroscience Institute (NNI) di Singapore ha scoperto una nuova funzione della proteina precursore dell'amiloide (APP), uno dei principali colpevoli patogenetici dell'Alzheimer.


Questa scoperta potrebbe aiutare i ricercatori a capire come la proteina si detoriora nel cervello dei pazienti di Alzheimer, e aprire potenzialmente la strada allo sviluppo di terapie innovative per migliorare la funzione del cervello dei pazienti affetti da demenza.  I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Communications il mese scorso. Lo studio, che è stato guidato dal dottor Zeng Li e dal suo team della NNI, ha coinvolto ricercatori della Duke-NUS Graduate Medical School e dell'Agenzia per la Scienza e la Tecnologia (A*STAR).


L'Alzheimer è la forma più comune di demenza, ed è destinato ad aumentare in modo significativo dagli attuali 28.000 a 80.000 casi di Singaporiani over-60 entro il 2030. Con il rapido invecchiamento della popolazione, l'onere della malattia sarà profondo, interessando non solo la persona colpita, ma anche il caregiver e la famiglia. Anche se la causa esatta della malattia rimane sconosciuta, uno dei suoi tratti patologici distintivi è chiaro: l'aggregazione del prodotto dell'APP nel cervello quando la proteina è elaborata anomalmente.


Scoprire di più sull'APP potrebbe aiutare i ricercatori a comprendere meglio la malattia, e potenzialmente ad identificare i biomarcatori e i suoi bersagli terapeutici. Tuttavia fino a questo punto, si sapeva poco sulla funzione primaria dell'APP nel cervello.

 

La scoperta: l'APP controlla la crescita e la maturazione delle cellule cerebrali

Durante questo studio, il Dr Zeng ed il suo gruppo hanno scoperto che l'APP può controllare la crescita e la maturazione delle cellule cerebrali neonate, che sono cruciali per il mantenimento di una sana funzione cerebrale. L'APP lo fa regolando un bersaglio noto come microRNA-574-5-p. Le microRNA sono piccole molecole che influenzano l'espressione dei geni umani. Il corpo umano ha molti microRNA che regolano l'espressione di diversi geni per avere funzioni cellulari appropriate.


Questo studio ha precisato che la microRNA-574-5p di norma promuove la produzione di nuovi neuroni nel cervello. A sua volta, l'APP la antagonizza per garantire la nascita tempestiva di nuovi neuroni e sostenere la funzione normale del cervello. In altre parole, l'APP controlla la crescita e la maturazione delle cellule cerebrali, senza la quale l'espressione neuronale può essere non regolamentata e causare un blocco delle attività cerebrali.  "I nostri risultati evidenziano che la microRNA-574-5p può essere un nuovo obiettivo potenzialmente utile per lo sviluppo di farmaci contro l'Alzheimer", ha detto il dottor Zeng Li, il ricercatore principale dello studio. "Stiamo appena iniziando a capire come l'espressione non regolata della microRNA-574-5p può causare il deterioramento delle nostre attività cerebrali, ma deve essere fatto molto più lavoro".


Con questa scoperta, il team di ricerca si propone di approfondire le ricerche, studiando i meccanismi della regolazione della microRNA-574-5p da parte dell'APP, in associazione con il deterioramento dei neuroni neonati tipico dell'Alzheimer. Alla fine, sperano di far diventare la microRNA un biomarcatore per la malattia. E non si fermano qui: la scoperta dà anche impeto al lavoro del team su altre condizioni dello sviluppo neurologico e disturbi cerebrali.


"Le microRNA specifiche del cervello controllano la neurogenesi durante lo sviluppo del cervello, e la loro mancata regolazione è implicata in altri disturbi psichiatrici devastanti come l'autismo e la schizofrenia", ha detto l'assistente professore Shawn Je della Duke-NUS, che ha collaborato in questo studio. "Quindi questa scoperta fa luce anche sui lavori collaborativi in corso tra il nostro team e il gruppo del Dott. Zeng nel chiarire i meccanismi genetici e cellulari dell'autismo".


Il professor Stephen Cohen dell'Istituto A*STAR di Biologia Molecolare e Cellulare, esperto mondiale di biologia microRNA, ha confermato questa scoperta. Egli ha detto: "Questo studio importante suggerisce un legame tra un gene chiave della malattia neurodegenerativa e la regolazione delle microRNA nel cervello. Siamo in una fase iniziale per capire come queste microRNA potrebbero influire sulla progressione della malattia e sul comportamento associato, ma le prospettive sono entusiasmanti".

 

 

 

 

 


FonteSingHealth  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Wei Zhang, Selvaratnam Thevapriya, Paul J. Kim, Wei-Ping Yu, H. Shawn Je, Eng King Tan, Li Zeng. Amyloid precursor protein regulates neurogenesis by antagonizing miR-574-5p in the developing cerebral cortex. Nature Communications, 2014; 5 DOI: 10.1038/ncomms4330

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)