I ricercatori della School of Medicine alla University of California di San Diego riferiscono che le donne anziane, gli individui coraggiosi e coloro che hanno subito una grave perdita di recente, hanno più probabilità di essere compassionevoli verso gli stranieri, rispetto agli altri anziani.
Lo studio è pubblicato nel numero di questo mese dell'International Journal of Geriatric Psychiatry.
Poiché i comportamenti compassionevoli sono associati ad una migliore salute e benessere nell'invecchiamento, i risultati della ricerca suggeriscono dei modi per migliorare i risultati degli individui il cui deficit nella compassione li mette a rischio di diventare solitari ed isolati più tardi nella vita.
"Siamo interessati a tutto ciò che può aiutare le persone anziane ad invecchiare meglio", ha detto Lisa Eyler, PhD, professore di psichiatria e co-autrice. "Sappiamo che le connessioni sociali sono importanti per la salute e il benessere, e sappiamo che le persone che vogliono essere gentili con gli altri raccolgono un maggiore sostegno sociale. Se fossimo in grado di favorire la compassione nelle persone, potremmo migliorare la loro salute e benessere, e forse anche la longevità".
Lo studio, basato su un sondaggio di 1.006 adulti over 50 selezionati casualmente nella contea di San Diego, con un'età media di 77 anni, ha identificato tre fattori che erano predittivi della compassione auto-riferita da una persona: genere, sofferenza recente e l'alta resilienza mentale.
Le donne, indipendentemente da età, reddito, istruzione, razza, stato civile o stato di salute mentale, ottengono punteggi medi più alti sul test di compassione, rispetto agli uomini. Livelli più elevati di compassione sono stati osservati anche tra gli uomini e le donne che avevano "camminato un miglio nelle scarpe di un'altra persona" e avevano sperimentato una perdita personale, come ad esempio un lutto o una malattia in famiglia nel corso dell'ultimo anno.
Coloro che hanno riferito maggiore fiducia nella loro capacità di riprendersi da tempi duri hanno riferito anche più empatia verso gli stranieri e gioia di aiutare chi ha bisogno.
"Quello che è interessante è che stiamo identificando aspetti di un buon invecchiamento che siamo in grado di favorire negli uomini e nelle donne", ha detto il co-autore Dilip Jeste, MD, Professore di Psichiatria e Neuroscienze, e direttore del Sam e Rose Stein Institute for Research on Aging. "La resilienza mentale può essere sviluppata attraverso la meditazione, la consapevolezza e le pratiche di riduzione dello stress. Possiamo anche insegnare alle persone che il rivestimento argenteo [la corazza dell'esperienza, dell'età] alle avversità è un'opportunità di crescita personale".
Hanno collaborato Raeanne C. Moore, A'verria Sirkin Martin e Wesley Thompson del Dipartimento di Psichiatria e del Sam e Rose Stein Institute for Research on Aging alla UCSD; Allison Kaup del Sierra Pacific Mental Illness Research, Education and Clinical Center, San Francisco VA Medical Center e del Dipartimento di Psichiatria dell'Università della California di San Francisco; Matthew Peters del Dipartimento di Psichiatria della Università Johns Hopkins; e Shahrokh Golshan del Dipartimento di Psichiatria della UCSD. La ricerca è stata finanziata, in parte, dal National Institutes of Health, dalla John A. Hartford Foundation e dal Sam e Rose Stein Institute for Research on Aging.
Fonte: University of California, San Diego Health Sciences(> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Raeanne C. Moore, A'verria Sirkin Martin, Allison R. Kaup, Wesley K. Thompson, Matthew E. Peters, Dilip V. Jeste, Shahrokh Golshan, Lisa T. Eyler. From suffering to caring: a model of differences among older adults in levels of compassion. International Journal of Geriatric Psychiatry, 2014; DOI: 10.1002/gps.4123
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