Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Invertire l'evoluzione delle cellule per vedere la nascita dell'AD

Scienziati dell'Istituto di Ricerca Stem Cell Foundation di New York (NYSCF), in collaborazione con i colleghi del Medical Center della Columbia University (CUMC), hanno generato per la prima volta linee di cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) da tessuto cerebrale non crioprotetto di pazienti con Alzheimer.


Queste nuove linee di cellule staminali consentiranno ai ricercatori di "far tornare indietro l'orologio" e osservare come si sviluppa l'Alzheimer nel cervello, rivelando potenzialmente l'insorgenza della malattia a livello cellulare molto prima che siano visibili tutti i sintomi associati al morbo.


Queste cellule di Alzheimer ricostituite forniranno anche una piattaforma per testare farmaci su cellule di pazienti che sono stati definitivamente diagnosticati con la malattia. Fino ad ora, l'unico metodo per diagnosticare definitivamente l'Alzheimer a disposizione dei ricercatori è l'esame del cervello di pazienti deceduti.


Questa scoperta permetterà per la prima volta agli scienziati di confrontare "dal vivo" cellule cerebrali dei pazienti di Alzheimer con cellule cerebrali di altri pazienti non-Alzheimer. Gli scienziati del NYSCF hanno prodotto con successo le cellule iPS da campioni congelati di tessuto conservati fino a undici anni alla Banca del Cervello di New York, alla Columbia University.


Questo progresso, pubblicato ieri in Acta Neuropathologica Communications, dimostra che le cellule iPS specifiche della malattia possono essere generate da tessuto bioconservato disponibile, che non è stato crioprotetto, anche dopo essere stato congelato per molti anni. Ciò consente la generazione di cellule iPS da cervelli con patologia confermata nonché consente l'accesso a varianti rare che sono stati conservate. Inoltre, i risultati realizzati con modelli cellulari di iPS possono essere contro-validati nel tessuto cerebrale originale usato per generare le cellule. Le linee di cellule staminali generate per questo studio includono campioni di pazienti con Alzheimer confermato e altre quattro malattie neurodegenerative.


Questo importante progresso apre nuovi percorsi cruciali di ricerca per studiare le cellule colpite dalla malattia in pazienti con diagnosi definitive. Questo successo convincerà le biobanche esistenti a sostenere la ricerca in modi nuovi e potenti. Le cellule iPS vengono di solito generate da un campione di pelle o di sangue di un paziente, facendo tornare indietro l'orologio delle cellule adulte in cellule staminali pluripotenti, cellule che possono diventare qualsiasi tipo di cellula del corpo. Anche se sono preziose, le cellule iPS sono spesso generate da pazienti senza una chiara diagnosi di malattia e molte malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer, spesso mancano di specificità e di una robusta classificazione della malattia e della gravità.


Queste malattie e la loro entità possono essere definitivamente diagnosticate solo da esami post-mortem del cervello. Per la prima volta saremo ora in grado di confrontare le cellule di persone viventi con le cellule di pazienti con diagnosi definitive generate dal loro tessuto cerebrale conservato. Le reti di banche del cervello, che nell'insieme contengono decine di migliaia di campioni, sono una fonte grande e immediata di tessuti, compresi i campioni di malattie rare e lo spettro completo delle gravità della malattia tra i campioni.


La sfida di questo approccio è che la maggior parte del tessuto cerebrale bioconservato non era destinato a far crescere cellule vive, e quindi non è stato congelato in presenza dei crioprotettori normalmente utilizzati per proteggere le cellule nel congelamento. Gli scienziati del NYSCF, in collaborazione con i colleghi del CUMC, hanno dimostrato che queste migliaia di campioni possono ora essere usate per produrre cellule umane viventi da utilizzare in studi di malattie e per sviluppare nuovi farmaci o trattamenti preventivi per i pazienti futuri.


Gli autori senior dello studio sono Scott Noggle (PhD, Charles Evans Senior Research Fellow for Alzheimer’s Disease e ricercatore del NYSCF sulle cellule staminali) e John Crary (MD, PhD, medico-scienziato del CUMC). Hanno collaborato i ricercatori del NYSCF Andrew Sproul (PhD) e Lauren Vensand. La ricerca è stata finanziata dal Cure Alzheimer’s Fund, dalla Charles Evans Foundation, dalla New York Stem Cell Foundation, dalla Alzheimer's Association, dalla Louis V. Gerstner Jr. Foundation e dall'American Recovery and Reinvestment Act.

 

 

 

 

 


FonteThe New York Stem Cell Foundation via Eurekalert!

Riferimenti: Andrew A Sproul, Lauren B Vensand, Carmen R Dusenberry, Samson Jacob, Jean Paul Vonsattel, Daniel J Paull, Michael L Shelanski, John F Crary and Scott A Noggle. Generation of iPSC lines from archived non-cryoprotected biobanked dura mater. Acta Neuropathologica Communications 2014, 2:4 doi:10.1186/2051-5960-2-4 Published: 7 January 2014

Pubblicato in eurekalert.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.