Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Decodificato il processo decisionale nel cervello

Di fronte a una scelta, il cervello recupera le tracce specifiche di ricordi (piuttosto che fare una panoramica generale delle esperienze passate) dal suo schedario mentale, secondo una nuova ricerca di imaging cerebrale dell'Università del Texas di Austin.


Guidato da Michael Mack, ricercatore post-dottorato dei dipartimenti di psicologia e neuroscienze, lo studio è il primo a combinare le simulazioni al computer con i dati di imaging cerebrale per confrontare due diversi tipi di modelli decisionali.


Nel primo modello - l'esemplare - una decisione è incorniciata intorno a tracce concrete di ricordi, mentre nel secondo - il prototipo - la decisione si basa su una visione generale di tutti i ricordi raggruppati in una specifica categoria. Quale dei due modelli guidi maggiormente le decisioni è materia di dibattito tra gli scienziati da più di trent'anni.


Ma, secondo i risultati [di questo studio], il modello esemplare è più coerente con il comportamento decisionale. Lo studio è stato pubblicato questo mese in Current Biology e tra gli autori ci sono Alison Preston, professore associato al Dipartimento di Psicologia e al Centro per l'Apprendimento e la Memoria, e Bradley Love, professore alla University College di Londra.


Lo studio ha chiesto ai 20 partecipanti di ordinare varie figure in due categorie. Durante l'operazione è stata osservata la loro attività cerebrale con la risonanza magnetica funzionale (fMRI), consentendo ai ricercatori di vedere come gli intervistati associano le forme ai ricordi del passato.


Secondo i risultati, la sola ricerca del comportamento non può determinare se un soggetto utilizza il modello esemplare o quello prototipo per prendere decisioni. Con l'analisi di imaging cerebrale, i ricercatori hanno scoperto che il modello esemplare forma la maggior parte delle decisioni dei partecipanti. I risultati mostrano che tre differenti regioni cerebrali associate al modello esemplare sono attivate nel corso del compito di apprendimento: la occipitale (percezione visiva), la parietale (sensoriale) e la corteccia frontale (attenzione).


Durante l'elaborazione di nuove informazioni, il cervello memorizza le tracce concrete di esperienze, permettendo così di prendere diversi tipi di decisioni, come ad esempio le informazioni di classificazione (è un cane?), di identificazione (è il cane di John?) e di richiamo (quando ho visto per l'ultima volta il cane di John?).


Per chiarire, Mack dice: immaginiamo di avere una conversazione con un amico sull'acquisto di una nuova auto. Quando si pensa alla categoria "auto", è molto probabile che si pensi al concetto astratto di macchina, ma non ai dettagli specifici. Tuttavia, le categorie astratte sono composte di ricordi delle esperienze individuali. Così, quando si immagina "auto", l'immagine mentale astratta deriva in realtà da esperienze, come la berlina bianca di un amico o la macchina sportiva rossa vista andando al lavoro la mattina.


"Memorizziamo in modo flessibile le nostre esperienze, e questo ci permette di utilizzare questi ricordi per diversi tipi di decisioni", spiega Mack. "Memorizzando tracce concrete di nostre esperienze, siamo in grado di prendere decisioni su diversi tipi di auto e anche di specifiche esperienze passate nella nostra vita con gli stessi ricordi".


Mack dice che questo nuovo approccio alla neuroscenza cognitiva, basato su modello, potrebbe portare a scoperte nella ricerca cognitiva. "Il settore sta lottando per collegare teorie di come ci comportiamo e agiamo, all'attivazione di misure che vediamo nel cervello", afferma Mack. "Il nostro lavoro offre un metodo per andare oltre, guardando semplicemente alle chiazze di attivazione cerebrale. Al contrario noi usiamo schemi di attivazione cerebrale per decodificare gli algoritmi che sottendono i comportamenti cognitivi, come il processo decisionale".

 

 

 

 

 


Fonte: University of Texas at Austin.

Riferimenti: Michael L. Mack, Alison R. Preston, Bradley C. Love. Decoding the Brain’s Algorithm for Categorization from Its Neural Implementation. Current Biology, 2013; 23 (20): 2023 DOI: 10.1016/j.cub.2013.08.035

Pubblicato in utexas.edu (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.