Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Svelato meccanismo alla base dell'Alzheimer: e ha anche la soluzione teorica

L'Alzheimer colpisce più di 26 milioni di persone in tutto il mondo. Si prevede che il numero salirà alle stelle quando i baby boomers invecchieranno: quasi 106 milioni di persone potrebbero avere la malattia entro il 2050.


Fortunatamente, gli scienziati stanno facendo progressi verso le possibili terapie.


Una collaborazione tra diversi enti di ricerca, tra cui il Salk Institute e l'Istituto di Ricerca Medica Sanford-Burnham, ha definito un meccanismo chiave dietro il progresso della malattia, generando la speranza che un farmaco di Alzheimer appena modificato possa essere efficace.


In un precedente studio del 2009, Stephen F. Heinemann, docente del Laboratorio di Neurobiologia Molecolare del Salk, ha scoperto che un recettore nicotinico chiamato Alfa-7 (α7R) può aiutare l'avvio dell'Alzheimer. "Studi precedenti hanno definito una possibile interazione tra i recettori nicotinici alfa-7 con l'amiloide-beta, la proteina tossica presente nelle placche caratteristiche della malattia", spiega Gustavo Dziewczapolski, un ricercatore dello staff nel laboratorio di Heinemann. "Abbiamo dimostrato per la prima volta, in vivo, che il legame tra queste due proteine, α7Rs e amiloide-beta, provoca effetti dannosi nei topi simili ai sintomi osservati nell'Alzheimer". I loro esperimenti, pubblicati su The Journal of Neuroscience, con Dziewczapolski come primo autore, erano consistiti nel testare i topi con Alzheimer indotto, con e senza il gene dell'α7R. Essi hanno scoperto che, anche se entrambi i tipi di topi hanno sviluppato le placche, solo quelli con α7R hanno mostrato i danni associati al morbo.


Ma era rimasta una domanda chiave: perché l'abbinamento é deleterio?


In un recente articolo nei Proceedings of the National Academy of Sciences, Heinemann e Dziewczapolski del Salk e Juan Piña-Crespo, Sara Sanz-Blasco, Stuart A. Lipton del Sanford-Burnham Medical Research Institute e i loro collaboratori, hanno annunciato di aver trovato la risposta nell'interazione inattesa tra i neuroni e le altre cellule cerebrali.


I neuroni comunicano inviando segnali elettrici e chimici tra di loro attraverso passaggi chiamati sinapsi. Il mix biochimico nelle sinapsi assomiglia al traffico delle ore di punta in una grande città, come nella foto: è affollato, complicato e squisitamente sensibile agli incrementi e riduzioni di traffico. Una di queste sostanze chimiche di segnalazione è il glutammato, un neurotrasmettitore eccitatorio, essenziale per l'apprendimento e la memorizzazione dei ricordi. Nel giusto equilibrio, il glutammato è parte del normale funzionamento delle sinapsi neuronali.


Ma i neuroni non sono le uniche cellule del cervello in grado di rilasciare glutammato; anche gli astrociti, un tempo ritenuti semplicemente una colla cellulare tra i neuroni, rilasciano questo neurotrasmettitore.


In questa nuova spegazione del meccanismo dell'Alzheimer, esiste una cascata di segnalazione cellulare, per cui l'amiloide-beta stimola i recettori nicotinici alfa-7 che a loro volta inducono gli astrociti a rilasciare ulteriore glutammato nelle sinapsi, sovraccaricandole di segnali eccitatori ("Vai!"). Questo rilascio a sua volta attiva un altro insieme di recettori fuori delle sinapsi, chiamate recettori extrasinaptici-N-metil-D-aspartato (eNMDAR), che deprimono l'attività sinaptica. Sfortunatamente, gli eNMDAR sembrano deprimere eccessivamente la funzione sinaptica, portando alla perdita di memoria e alla confusione associate all'Alzheimer.


Ora che il team ha finalmente stabilito i passi di questo percorso distruttivo, la buona notizia è che un farmaco sviluppato dal Laboratorio di Lipton chiamato NitroMemantina, (una variante modificata del precedente farmaco di Alzheimer, la memantina) può bloccare l'ingresso degli eNMDAR nella cascata.


"Grazie allo sforzo congiunto dei nostri colleghi e dei collaboratori, ci sembra di avere finalmente un chiaro legame meccanicistico tra un obiettivo chiave dell'amiloide-beta nel cervello (i recettori nicotinici alfa7), e l'innesco a valle degli effetti nocivi connessi con l'inizio e la progressione dell'Alzheimer", spiega Dziewczapolski. "Questa è una chiara dimostrazione del valore della ricerca biomedica di base; lo sviluppo di farmaci non può procedere senza conoscere i dettagli delle interazioni a livello molecolare e cellulare. La nostra ricerca rivela due obiettivi potenziali, l'α7Rs e gli eNMDAR, per terapie future che modificano la malattia, che noi, il Dr. Heinemann e io, speriamo possano tradursi in un trattamento migliore per i malati di Alzheimer".


Questo lavoro è stato finanziato dal National Institutes of Health, dal Dipartimento della Difesa, dall'Istituto Nazionale dei Disordini Neurologici e Ictus, dall'American Heart Association e dal Ministero dell'Istruzione e della Scienza della Spagna.

 

 

 

 

 


Fonte: Salk Institute for Biological Studies.

Riferimento: M. Talantova, S. Sanz-Blasco, X. Zhang, P. Xia, M. W. Akhtar, S.-i. Okamoto, G. Dziewczapolski, T. Nakamura, G. Cao, A. E. Pratt, Y.-J. Kang, S. Tu, E. Molokanova, S. R. McKercher, S. A. Hires, H. Sason, D. G. Stouffer, M. W. Buczynski, J. P. Solomon, S. Michael, E. T. Powers, J. W. Kelly, A. Roberts, G. Tong, T. Fang-Newmeyer, J. Parker, E. A. Holland, D. Zhang, N. Nakanishi, H.- S. V. Chen, H. Wolosker, Y. Wang, L. H. Parsons, R. Ambasudhan, E. Masliah, S. F. Heinemann, J. C. Pina-Crespo, S. A. Lipton. A  induces astrocytic glutamate release, extrasynaptic NMDA receptor activation, and synaptic loss. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2013; 110 (27): E2518 DOI: 10.1073/pnas.1306832110

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)