Nei pazienti all'inizio dell'Alzheimer, i deterioramenti nelle reti del cervello emergono circa allo stesso tempo in cui compaiono i marcatori chimici della malattia nel liquido spinale, secondo quanto hanno dimostrato i ricercatori della School of Medicine della Washington University di St. Louis.
Pur essendo i due marcatori chimici nel liquido spinale considerati indicatori affidabili dell'inizio della malattia, il nuovo studio, pubblicato su JAMA Neurology, è tra i primi a dimostrare che la scansione delle reti neuronali può essere un modo altrettanto efficace e meno invasivo per diagnosticare l'inizio della malattia.
"Individuare i danni in queste reti del cervello può aiutare anche a capire più in dettaglio ciò che accade nel cervello prima dell'insorgenza della demenza", ha detto l'autore senior Beau Ances, MD, PhD, professore associato di neurologia e di ingegneria biomedica.
La diagnosi precoce dell'Alzheimer è una priorità assoluta per i medici, molti dei quali credono che trattare i pazienti molto prima che insorga la demenza migliori notevolmente le possibilità di successo.
Ances e colleghi hanno studiato 207 volontari di ricerca anziani, ma cognitivamente normali, al Charles F. and Joanne Knight Alzheimer's Disease Research Center dell'Università di Washington. Nel corso di diversi anni, sono stati campionati e analizzati i fluidi spinali dei volontari, per individuare due marcatori dell'Alzheimer iniziale: dinamica dell'amiloide-beta (il principale ingrediente delle placche cerebrali di Alzheimer) e della proteina tau (una componente strutturale delle cellule nervose).
Il cervello dei volontari è stato anche scansionato ripetutamente con una tecnica chiamata risonanza magnetica funzionale in stato di riposo (fMRI). Questa scansione segue l'ascesa e la caduta del flusso sanguigno in diverse regioni del cervello mentre i pazienti permangono nello scanner. Gli scienziati usano i dati risultanti per valutare l'integrità della rete in modalità predefinita, un insieme di connessioni tra le diverse regioni del cervello che si attiva quando la mente è a riposo.
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Gli studi precedenti di Ances e altri ricercatori hanno dimostrato che l'Alzheimer danneggia le connessioni della rete in modalità predefinita e di altre reti del cervello.
Il nuovo studio ha rivelato che questo danno diventa rilevabile circa nello stesso tempo in cui cominciano a salire i livelli di amiloide-beta, e iniziano a cadere i livelli di tau, nel liquido spinale. La parte della rete di modalità predefinita più danneggiata dall'insorgenza della malattia è la connessione tra due aree del cervello associate alla memoria: il cingolato posteriore e le regioni temporali mediali.
I ricercatori continuano a studiare le connessioni tra i danni della rete cerebrale e il progresso iniziale dell'Alzheimer nei volontari sani e nei pazienti nei primi stadi della demenza di tipo Alzheimer.
Fonte: Washington University in St. Louis, via Newswise.
Riferimento: Wang L, Brier MR, Snyder AZ, Thomas JB, Fagan AM, Xiong C, Benzinger TL, Holtzman DM, Morris JC, Ances BM. Cerebrospinal fluid amyloid beta 42, phosphorylated tau, and resting state functional connectivity. JAMA Neurology, August 19, 2013
Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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