Bere pesantemente in adolescenza è il fattore di rischio singolo più grande per lo sviluppo di una demenza insolitamente precoce, secondo una nuova ricerca.
Lo studio, su quasi 500 mila uomini svedesi, ha identificato l' "intossicazione alcolica" nella tarda adolescenza come il più grave dei nove fattori di rischio indipendenti per la demenza ad esordio precoce (young onset dementia = YOD), cioè quella che insorge prima dei 65 anni.
I ricercatori guidati dal Prof. Peter Nordstrom, della Umea University in Svezia, hanno esaminato le schede cliniche di 488.484 uomini arruolati nel servizio militare del paese, ad una età media di 18 anni tra il 1969 e il '79, 487 dei quali sono stati successivamente diagnosticati con YOD ad una età media di 54 anni.
Circa 800.000 persone nel Regno Unito hanno la demenza, di cui più di 17.000 l'hanno contratta prima di aver compiuto i 65 anni, secondo l'Alzheimer's Society. Due terzi dei malati sono donne e un terzo sono uomini.
Altri "fattori di rischio della tarda adolescenza" individuati dai ricercatori includono l'ictus, l'uso di farmaci antipsicotici, la depressione, la demenza del padre, l'intossicazione da farmaci diversi dall'alcol, la scarsa funzionalità cognitiva alla coscrizione, la bassa altezza alla coscrizione e l'alta pressione sanguigna sistolica alla coscrizione. Insieme, i nove fattori rappresentano il 68% dei 487 casi di YOD trovati al follow-up.
Gli uomini con almeno due fattori di rischio su nove, e che ricadevano nel terzo inferiore dei partecipanti allo studio per la funzione cognitiva globale, avevano un rischio maggiore di 20 volte di sviluppare YOD, secondo i ricercatori.
"Siamo molto lontani dal sapere esattamente perché alcune persone sviluppano la demenza e altre no. Tuttavia, ciò che questo studio dimostra ancora una volta, è che molte delle cose che stiamo cominciando a identificare come fattori di rischio sono controllabili", ha detto Jess Smith, ricercatore dell'Alzheimer's Society. "Liberarsi del bere eccessivo in adolescenza o della droga abituale, e trattare presto le condizioni come la depressione, potrebbe essere la chiave per ridurre il rischio di demenza in età avanzata".
Fonte: Umeå University
Pubblicato da Denis Campbell in The Guardian (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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