Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaco anticancro impedisce l'accumulo di proteine ​​tossiche del cervello

NilotinibRappresentazione tridimensionale del Nilotinib (Fonte: epgonline.org)I ricercatori del Medical Center della Georgetown University hanno usato piccole dosi di un farmaco anti-leucemia per fermare l'accumulo di proteine tossiche legate al Parkinson nel cervello dei topi.

Secondo loro da questa scoperta può scaturire una strategia unica ed interessante per il trattamento di malattie neurodegenerative che presentano accumulo abnorme di proteine: Parkinson, Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica (SLA), demenza frontotemporale, Huntington, demenza a corpi di Lewy e altre.


La scoperta di questo studio, pubblicato online il 10 Maggio in Human Molecular Genetics, può essere la base per pianificare una sperimentazione clinica sugli esseri umani, per studiare gli effetti.


"Questo farmaco, in dosi molto basse, accende la macchina di smaltimento dei rifiuti all'interno dei neuroni, che elimina le proteine tossiche dalla cellula. Rimuovendo le proteine intracellulari, il farmaco ne impedisce l'accumulo in inclusioni patologiche chiamate corpi di Lewy e/o grovigli, e impedisce anche la secrezione dell'amiloide nello spazio extracellulare tra i neuroni, quindi le proteine non formano grumi tossici o placche nel cervello", scrive il ricercatore senior dello studio Charbel EH Moussa, MB, PhD, il neuroscienziato che dirige il laboratorio di demenza e parkinsonismo della Georgetown.


Quando si usa il farmaco nilotinib per trattare la leucemia mieloide cronica (CML), esso costringe le cellule tumorali all'autofagia, un processo biologico che porta alla morte delle cellule tumorali nel cancro. "Le dosi usate per il trattamento della CML sono abbastanza alte da indurre il farmaco a spingere le cellule a masticare i propri organelli interni, causando l'auto-cannibalizzazione e la morte cellulare", dice Moussa. "Avevamo ipotizzato che le piccole dosi (per questi topi, l'equivalente dell'uno per cento della dose utilizzata nell'uomo) avrebbero indotto una autofagia appena sufficiente nei neuroni da permettere alle cellule di eliminare le proteine malfunzionanti, e nient'altro".


Moussa, che sta da tempo cercando un modo per forzare i neuroni a disfarsi della loro immondizia, ha avuto l'idea di usare farmaci contro il cancro che spingono l'autofagia nei tumori per aiutare il cervello malato."Nessuno ha provato qualcosa di simile prima", dice. Assieme ai due co-autori - lo studente laureato Michaeline Hebron e Irina Lonskaya, PhD, ricercatrice post-dottorato nel laboratorio di Moussa - ha cercato farmaci anticancro che riescono ad attraversare la barriera emato-encefalica. Hanno scoperto due candidati: il nilotinib e il bosutinib, anch'esso approvato per il trattamento della CML. Questo studio descrive gli esperimenti con il nilotinib, ma Moussa dice che anche l'uso del bosutinib è utile.


I topi usati in questo studio sovra-esprimono l'alfa-sinucleina, la proteina che si accumula in corpi di Lewy nel Parkinson e nei pazienti affetti da demenza e che si trova in molte altre malattie neurodegenerative. Agli animali è stato dato un milligrammo di nilotinib ogni due giorni. (Per confronto, la FDA ha approvato l'uso di un massimo di 1.000 mg di nilotinib una volta al giorno per i pazienti con LMC.)


"L'abbiamo testato con successo su diversi modelli di malattie che hanno un accumulo di proteine intracellulari", dice Moussa. "Si sbarazza dell'alfa sinucleina e della tau in un certo numero di disturbi del movimento, come il Parkinson e la demenza a corpi di Lewy". Il team ha anche dimostrato che il movimento e la funzionalità nei topi trattati è notevolmente migliorata, rispetto ai topi non trattati.


Affinché una tale terapia sia il più efficace possibile nei pazienti, l'agente dovrebbe essere utilizzato presto nelle malattie neurodegenerative, ipotizza Moussa. Un uso successivo potrebbe ritardare ulteriormente la formazione di placche extracellulari e l'accumulo in grumi di proteine intracellulari, come i corpi di Lewy.


Moussa ha in programma uno studio clinico di fase II con partecipanti diagnosticati di un disturbo che presenta accumulo di alfa sinucleina, e quindi demenza a corpi di Lewy, Parkinson, paralisi sopranucleare progressiva (PSP) e atrofia multisistemica (MSA).

 

 

 

 

 


Fonte: Georgetown University Medical Center.

Riferimento: Michaeline L. Hebron, Irina Lonskaya, and Charbel E.-H. Moussa. Nilotinib reverses loss of dopamine neurons and improves motor behavior via autophagic degradation of α-synuclein in Parkinson's disease models. Hum. Mol. Genet., May 10, 2013. DOI: 10.1093/hmg/ddt192.

Pubblicato in Science Daily il 10 Maggio 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.