Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Invecchiamento 'biologico' rapido collegato al rischio di sviluppare malattie derivanti dall'età

Un team internazionale di scienziati guidati dall'Università di Leicester ha trovato nuove prove che collegano un invecchiamento 'biologico' più veloce al rischio di sviluppare varie malattie legate all'età, tra cui quelle cardiache, la sclerosi multipla e vari tipi di cancro.

Lo studio, che coinvolge scienziati di 14 centri in 8 paesi nell'ambito del Consorzio ENGAGE, è stata pubblicata online il 27 Marzo sulla rivista Nature Genetics.


Il progetto studia i telomeri, che risiedono alla fine dei cromosomi, i filamenti di DNA inclusi nel nucleo delle cellule (vedi immagine, i telomeri sono evidenziati in fucsia, i cromosomi in viola). I telomeri si accorciano ogni volta che una cellula si divide per generare nuove cellule, fino a raggiungere una lunghezza critica; così corta che le cellule entrano in uno stato inattivo e poi muoiono. Perciò i telomeri si accorciano man mano che un individuo invecchia. Ma, gli individui nascono con telomeri di lunghezze diverse e può variare anche la velocità con cui in seguito si riducono. La velocità alla quale si logorano i telomeri è una misura di 'invecchiamento biologico'.


Il Professor Nilesh Samani, docente "British Heart Foundation" di Cardiologia all'Università di Leicester e direttore dell'Unità di Ricerca Cardiovascolare Biomedica di Leicester del National Institute for Health Research (NIHR), che ha guidato il progetto, dichiara: "Anche se le malattie cardiache e il cancro sono più comuni quando si invecchia, non tutti le contraggono, e colpiscono alcune persone in età più giovane. Si è sospettato che l'insorgenza di queste malattie possa essere in parte legata al fatto che alcune persone invecchiano "biologicamente" più rapidamente di altre".


Il team di ricerca ha misurato la lunghezza dei telomeri di oltre 48.000 individui e ne ha analizzato il DNA, identificando sette varianti genetiche associate alla lunghezza dei telomeri. Si sono poi chiesti se queste varianti genetiche influissero anche sul rischio di varie malattie. Poiché il DNA non può essere modificato da fattori ambientali o di stile di vita, una associazione di queste varianti genetiche che influenzano la lunghezza dei telomeri con una malattia potrebbe anche suggerire un nesso di causalità tra la lunghezza dei telomeri e quella malattia.


Gli scienziati hanno scoperto che le varianti sono effettivamente legate al rischio di diversi tipi di tumori, tra cui il cancro del colon-retto e malattie come la sclerosi multipla e la celiachia. Più interessante ancora, gli autori hanno scoperto che, insieme, le sette varianti sono associate anche al rischio di malattia coronarica, che può portare ad attacchi di cuore.

Il Professore Samani aggiunge: "Si tratta di risultati davvero interessanti. Avevamo avuto in precedenza la prova che telomeri più corti sono associati ad un maggiore rischio di malattia coronarica, ma non eravamo sicuri se questa associazione fosse causale o meno. Questa ricerca suggerisce che l'invecchiamento biologico ha un ruolo importante nel causare la malattia coronarica, la più comune causa di morte in tutto il mondo. Ciò implica un nuovo modo di vedere la malattia e, spiega almeno in parte perché alcuni pazienti la sviluppano presto e altri non la sviluppano mai, anche se portano altri fattori di rischio".


Il Dr Veryan Codd, Senior Research Associate all'Università di Leicester, che ha coordinato lo studio e ha svolto la maggior parte delle misure sulla lunghezza dei telomeri, afferma: "I risultati aprono alla possibilità che manipolare la lunghezza dei telomeri possa avere benefici per la salute. Anche se c'è molta strada da fare prima di qualsiasi applicazione clinica, esistono dati nei modelli sperimentali in cui l'allungamento della lunghezza dei telomeri ha dimostrato di ritardare, e in alcuni casi invertire, i cambiamenti legati all'età in molti organi".

 

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 


Fonte: University of Leicester.

Riferimento: Veryan Codd, Christopher P Nelson, Eva Albrecht, Massimo Mangino, Joris Deelen, Jessica L Buxton, Jouke Jan Hottenga, Krista Fischer, Tõnu Esko, Ida Surakka, Linda Broer, Dale R Nyholt, Irene Mateo Leach, Perttu Salo, Sara Hägg, Mary K Matthews, Jutta Palmen, Giuseppe D Norata, Paul F O'Reilly, Danish Saleheen, Najaf Amin, Anthony J Balmforth, Marian Beekman, Rudolf A de Boer, Stefan Böhringer, Peter S Braund, Paul R Burton, Anton J Mde Craen, Matthew Denniff, Yanbin Dong, Konstantinos Douroudis, Elena Dubinina, Johan G Eriksson, Katia Garlaschelli, Dehuang Guo, Anna-Liisa Hartikainen, Anjali K Henders, Jeanine J Houwing-Duistermaat, Laura Kananen, Lennart C Karssen, Johannes Kettunen, Norman Klopp, Vasiliki Lagou, Elisabeth M van Leeuwen, Pamela A Madden, Reedik Mägi, Patrik KE Magnusson, Satu Männistö, Mark I McCarthy, Sarah E Medland, Evelin Mihailov, Grant W Montgomery, Ben A Oostra, Aarno Palotie, Annette Peters, Helen Pollard, Anneli Pouta, Inga Prokopenko, Samuli Ripatti, Veikko Salomaa, H Eka D Suchiman, Ana M Valdes, Niek Verweij, Ana Viñuela, Xiaoling Wang, H-Erich Wichmann, Elisabeth Widen, Gonneke Willemsen, Margaret J Wright, Kai Xia, Xiangjun Xiao, Dirk J van Veldhuisen, Alberico L Catapano, Martin D Tobin, Alistair S Hall, Alexandra IF Blakemore, Wiek H van Gilst, Haidong Zhu, CARDIoGRAM consortium, Jeanette Erdmann, Muredach P Reilly, Sekar Kathiresan, Heribert Schunkert, Philippa J Talmud, Nancy L Pedersen, Markus Perola, Willem Ouwehand, Jaakko Kaprio, Nicholas G Martin, Cornelia M van Duijn, Iiris Hovatta, Christian Gieger, Andres Metspalu, Dorret I Boomsma, Marjo-Riitta Jarvelin, P Eline Slagboom, John R Thompson, Tim D Spector, Pim van der Harst, Nilesh J Samani. Identification of seven loci affecting mean telomere length and their association with disease. Nature Genetics, 2013; 45 (4): 422 DOI: 10.1038/ng.2528.

Pubblicato in Science Daily il 27 Marzo 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)