Ricercatori della School of Medicine della Boston University (BUSM) guidati da Carmela Abraham, PhD, professore di biochimica, insieme a Cidi Chen, PhD, e altri collaboratori, riferiscono che la proteina Cloto ha un ruolo importante per la salute della mielina, il materiale isolante che consente la comunicazione rapida tra le cellule nervose.
Questa scoperta, che appare online nel Journal of Neuroscience, potrebbe portare a nuove terapie per la sclerosi multipla (SM) e l'Alzheimer (AD), dove sono comuni anche anomalie alla sostanza bianca, in gran parte ignorate.
La SM è una malattia infiammatoria che danneggia la guaina mielinica grassa intorno agli assoni del cervello e del midollo spinale. Questa distruzione, perdita o cicatrizzazione delle guaine provoca un ampio spettro di sintomi. L'insorgenza della malattia avviene di solito nei giovani adulti, più comunemente donne. Nella SM la mielina viene attaccata dal sistema immunitario e non può essere completamente restaurata dalle cellule che producono mielina (oligodendrociti maturi).
I ricercatori hanno scoperto che l'aggiunta di proteine Cloto ad oligodendrociti immaturi li fa maturare e produrre le proteine necessarie per la produzione di mielina salutare. "Questi risultati nel loro insieme indicano che la Cloto potrebbe diventare un bersaglio di farmaci per la sclerosi multipla e per le altre malattie della sostanza bianca, tra cui l'AD", spiega la Abraham che, assieme ai colleghi, ha identificato e sta lavorando all'ottimizzazione di un certo numero di piccole molecole che potrebbero costituire la base per lo sviluppo di farmaci terapeutici, che aumentano la quantità di proteina Cloto nel cervello.
Poiché la Cloto non è solo un soppressore di invecchiamento, ma anche un soppressore di tumore (come dimostrato da altri gruppi di ricerca), gli interventi con farmaci che potenziano la Cloto possono risolvere alcune delle malattie umane più resistenti ai trattamenti, secondo la Abraham.
La Klotho prende il nome dalla dea greca, figlia di Zeus, che fila la trama della vita (quella a destra in piedi nell'immagine sopra). Il laboratorio della Abraham è stato il primo a scoprire, nel 2008, che il livello di Klotho nel cervello diminuisce con l'età.
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Fonte: Materiale del Boston University Medical Center, via EurekAlert!, a service of AAAS. - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimento: C.-D. Chen, JA Sloane, H. Li, N. Aytan, EL Giannaris, E. Zeldich, JD Hinman, A. Dedeoglu, DL Rosene, R. Bansal, JI Luebke, M. Kuro-o, CR Abraham. The Antiaging Protein Klotho Enhances Oligodendrocyte Maturation and Myelination of the CNS. Journal of Neuroscience, 2013; 33 (5): 1927 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.2080-12.2013.
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