Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sviluppato nuovo tipo di cellule per possibile cura di Alzheimer e altre patologie del cervello

Cellula staminale di topo (Wikipedia)Ricercatori della University of California di Irvine (UCI) hanno creato un nuovo tipo di cellule derivate dalle cellule staminali che hanno un potenziale unico per il trattamento di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer.

Il Dr. Edwin Monuki del Centro di Ricerca sulle Cellule Staminali Sue & Bill Gross, Momoko Watanabe studente laureato in sviluppo e biologia delle cellule e colleghi, hanno sviluppato queste cellule (chiamate cellule del plesso coroide epiteliale - CPEC) da cellule staminali embrionali umane e di topo esistenti.


Le CPEC sono fondamentali per il corretto funzionamento del plesso coroide, il tessuto del cervello che produce liquido cerebrospinale. Tra i loro diversi compiti, le CPEC producono CSF (liquido cerebro-spinale) ed eliminano le scorie metaboliche e le sostanze estranee dal liquido e dal cervello. Nelle malattie neurodegenerative, il plesso coroide e le CPEC invecchiano prematuramente, causando una formazione ridotta di CSF e una minore capacità di scovare i detriti come le proteine che formano le placche, la caratteristica dell'Alzheimer.


Studi sui trapianti hanno fornito la prova del concetto delle terapie basate su CPEC. Tuttavia, queste terapie sono state ostacolate dall'impossibilità di espandere o generare CPEC in coltura. "Il nostro metodo è promettente, perché per la prima volta siamo in grado di usare le cellule staminali per creare una grande quantità di queste cellule epiteliali, che potrebbero essere utilizzate in diversi modi per curare le malattie neurodegenerative", ha detto Monuki, professore associato di patologia e medicina di laboratorio e di biologia e sviluppo delle cellule all'UCI.


Lo studio compare nel numero del 7 novembre di The Journal of Neuroscience. Per creare le nuove cellule, Monuki e i suoi colleghi hanno convinto delle cellule staminali embrionali a differenziarsi in cellule staminali neurali immature. Hanno poi trasformato le cellule immature in CPEC che possono essere portate al plesso coroideo di un paziente. Queste cellule potrebbero essere parte di trattamenti di malattie neurodegenerative in almeno tre modi, ha detto Monuki:

  1. Primo, sono in grado di aumentare la produzione di CSF per aiutare a eliminare dal tessuto cerebrale le proteine che causano le placche e limitare quindi la progressione della malattia.
  2. Secondo, si potrebbero progettare delle "superpompe CPEC" per il trasporto di elevati livelli di composti terapeutici al CSF, al cervello e alla colonna vertebrale.
  3. Terzo, queste cellule possono essere utilizzate per scegliere e ottimizzare farmaci che migliorano la funzione del plesso coroide.


Monuki ha detto che i prossimi passi sono lo sviluppo di un efficace sistema di selezione di farmaci e condurre studi che provano il concetto per vedere come queste CPEC influenzano il cervello in modelli di topo di Huntington, di Alzheimer e di malattie pediatriche.


Hanno contribuito allo studio Young-Jin Kang, Sanket Meghpara, Kimbley Lau, Chi-Yeh Chung e Jaymin Kathiriya dell'UCI e Anna-Katerina Hadjantonakis dello Sloan-Kettering Institute di New York. E' stato finanziato dal National Institutes of Health (grant NS064587), dal California Institute for Regenerative Medicine, dall'Institute for Clinical & Translational Science dell'UCI e dall'Alzheimer's Disease Research Center dell'UCI.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della University of California - Irvine.

Riferimento:
M. Watanabe, Y.-J. Kang, LM Davies, S. Meghpara, K. Lau, C.-Y. Chung, J. Kathiriya, A.-K. Hadjantonakis, ES Monuki. BMP4 Sufficiency to Induce Choroid Plexus Epithelial Fate from Embryonic Stem Cell-Derived Neuroepithelial Progenitors. Journal of Neuroscience, 2012; 32 (45): 15934 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.3227-12.2012.

Pubblicato in ScienceDaily il 7 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari. - Immagine: Wikipedia

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)