Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Combattere l'Alzheimer prima della sua insorgenza

Cali di memoriaNel momento in cui gli anziani ricevono una diagnosi di Alzheimer, il danno cerebrale è irreparabile. Per ora, la medicina moderna è in grado solo di rallentare la progressione della malattia, ma è incapace di invertirla.

E se ci fosse un modo per rilevare se qualcuno è sulla strada dell'Alzheimer prima che accadano danni cerebrali sostanziali e irreversibili?


Questa è la domanda che si è posta Erin K. Johns, studentessa di dottorato nel Dipartimento di Psicologia della Concordia University e membro del Center for Research in Human Development (CRDH), quando ha iniziato la sua ricerca sugli anziani con decadimento cognitivo lieve (MCI). Questi adulti mostrano lievi deficit nella memoria, così come nelle "funzioni esecutive" come l'attenzione, la pianificazione e la capacità di risolvere i problemi. Anche se i disturbi sono lievi, gli adulti con MCI hanno un rischio elevato di sviluppare l'Alzheimer.


"Volevamo contribuire a fornire strumenti più affidabili per identificare le persone che hanno un maggiore rischio di sviluppare l'Alzheimer in modo che possano essere oggetto di strategie di prevenzione per impedire la progressione dei danni cerebrali", dice la Johns. Il nuovo studio è stato pubblicato sul Journal of the International Neuropsychological Society ed è stato finanziato dalla Rete Quebec per la Ricerca sull'Invecchiamento e dal Canadian Institutes of Health Research. In essa, la Johns e i suoi colleghi hanno scoperto che le persone con MCI sono alterate in diversi aspetti del funzionamento esecutivo, il maggiore è il controllo inibitorio.


Questa capacità è fondamentale per l'autocontrollo: tutto, dal resistere all'acquisto di una barretta di cioccolato nella corsia della cassa, al resistere alla tentazione di parlare dell'evidente aumento di peso in un parente che non si vedeva da tempo. Gli adulti con MCI hanno anche problemi con i test che misurano la capacità di pianificare e organizzare. La Johns e i suoi colleghi hanno scoperto che tutti gli adulti con MCI che hanno esaminato erano danneggiati in almeno una funzione esecutiva e quasi la metà hanno ottenuto scarsi risultati in tutti i test di funzione esecutiva. Ciò è in netto contrasto con i test di screening standard e le interviste cliniche, che individuano delle disabilità solo nel 15 per cento di quelli con MCI.


"Il problema è che i pazienti e le loro famiglie hanno difficoltà a segnalare i problemi di funzionamento esecutivo al loro medico, perché non sanno come sono questi problemi nella loro vita di tutti i giorni"
dice la Johns. "Ecco perchè sono importanti i test neuropsicologici". I deficit delle funzioni esecutive influenzano la vita quotidiana di una persona e la loro capacità di pianificare e organizzare le attività. Anche qualcosa di semplice come fare commissioni e capire se andare alla lavanderia o al supermercato può essere difficile per gli adulti con MCI. Rilevare presto questi problemi potrebbe migliorare l'assistenza al paziente e la pianificazione del trattamento.


"Se non ci accorgiamo dei deficit, perdiamo l'opportunità di intervenire con il paziente e la famiglia per aiutarli a sapere cosa aspettarsi e come affrontarlo", dice la Johns che sta attualmente conducendo un studio di follow-up (seguito o approfondimento del precedente) finanziato dall'Alzheimer Society del Canada e dal Canadian Institutes of Health Research, insieme con il suo supervisore, Natalie Phillips, professore associato al Dipartimento di Psicologia e membro del CRDH.


La Johns spera che la sua continua ricerca porterà a una migliore comprensione del perché questi deficit iniziano così presto nell'Alzheimer e quali altri strumenti potrebbero essere utilizzati per la diagnosi precoce della malattia.


Ricerca premiata: Riconoscendo l'eccellenza di questa ricerca, la Johns ha ricevuto il premio "Age+" dal Canadian Institutes of Health Research Institute of Aging.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato in ScienceBlog il 10 Settembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)