Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gammagard, farmaco immunitario si dimostra promettente per l'Alzheimer

Logo GammagardUno studio piccolo ma promettente suggerisce che un farmaco utilizzato per disturbi del sistema immunitario può offrire benefici a lungo termine ai malati di Alzheimer, un risultato che probabilmente stimolerà la domanda per il trattamento anche se è in quantità limitata e non è approvato per la malattia che debilita la memoria.

Il trattamento, immunoglobulina per via endovenosa (IVIG), è prodotto dal plasma sanguigno di giovani adulti sani. Sin dal 2004 ha mostrato risultati iniziali promettenti per l'Alzheimer, che colpisce circa 5 milioni di americani.


Norman Relkin
Nel nuovo studio, quattro pazienti con la forma lieve-moderata della malattia che avevano preso un farmaco IVIG per tre anni hanno visto stabilizzarsi le loro capacità cognitive e il comportamento, cioè i sintomi non peggiorano, ha detto Norman Relkin (foto), neurologo del Weill Cornell Medical College di New York che ha presentato i risultati all'Alzheimer's Association International Conference a Vancouver nella British Columbia del Canada. La scoperta è sorprendente perché le persone con diagnosi di Alzheimer in genere sperimentano cali drammatici di memoria entro 18 mesi, se non molto prima.


I pazienti dello studio hanno utilizzato una versione di IVIG della Baxter International Inc. chiamata Gammagard. I risultati suggeriscono che il Gammagard "è una valida terapia a lungo termine per questo gruppo" di malati di Alzheimer, ha detto il Dott. Relkin. Questi nuovi dati rappresentano il più lungo follow-up fatto fino ad oggi su pazienti nello stadio medio dello studio clinico della Baxter. I risultati precedenti erano stati sufficientemente incoraggianti da indurre nel 2007 la società a passare il Gammagard all'ultima fase di test per l'Alzheimer. I risultati di questo test di fase III sono attesi nei primi mesi del 2013.


William Thies, direttore medico e scientifico dell'Associazione Alzheimer, un gruppo che finanzia la ricerca sulla malattia, ha definito i risultati "stuzzicanti", ma ha detto che è necessario altro lavoro. Il Dr. Thies non è coinvolto nello studio. E' importante essere prudenti sui risultati, a causa della piccola dimensione del campione e perché i pazienti e gli investigatori sapevano i pazienti stavano sempre assumendo il farmaco, fatto che avrebbero potuto influenzare i risultati, ha detto Rudy Tanzi, professore di neurologia alla Harvard Medical School. "Dobbiamo aspettare un vero studio di fase III, prima di giungere a una conclusione", ha detto il dottor Tanzi, che non era coinvolto nello studio. "E' quasi come un lancio di dadi, è solo troppo piccolo per prevedere".


E tuttavia i medici che lavorano con i malati di Alzheimer hanno detto che si aspettano che pazienti e famiglie chiederanno a gran voce il farmaco. Molti hanno detto che si chiede il Gammagard da anni, e quest'ultimo risultato positivo non può che aumentare la richiesta. In febbraio, quando sono stati pubblicati i risultati sui topi, che suggerivano che un farmaco pelle-cancro (bexarotene) dava benefici per l'Alzheimer, molti pazienti o le loro famiglie hanno iniziato a chiamare i loro medici per chiedere se devono utilizzarlo senza prescrizione. Un portavoce della Baxter ha detto che la società "non supporta l'uso delle sue terapie per indicazioni non approvate. Inoltre, rimane difficile monitorare l'utilizzo dei nostri prodotti IG per l'Alzheimer". I farmaci devono essere approvati dalla Food and Drug Administration per usi specifici, ma i medici possono prescriverli per altri scopi. Se usato senza prescrizione, ci possono essere preoccupazioni per la sicurezza e l'efficacia.


Per il Gammagard, c'è un ulteriore problema sulla disponibilità. Un IVIG è costoso e difficile da fare. La Baxter, una delle diverse società che lo producono, dice che servono 130 donazioni di plasma per produrne a sufficienza per trattare un paziente con immunodeficienza primaria per un anno. "I risultati sono molto promettenti ma sono pur sempre una lama a doppio taglio a causa dell'offerta limitata", ha detto P. Murali Doraiswamy, ricercatore di Alzheimer alla Duke University, che non è coinvolto nello studio, ma in precedenza è stato consulente della Baxter. "La crescente domanda di farmaci senza prescrizione per l'Alzheimer potrebbe minacciare la fornitura ai pazienti con immunodeficienza".


Non è chiaro come il trattamento aiuta i malati di Alzheimer, ma sembra usare gli anticorpi dei donatori di plasma che combattere una proteina chiamata amiloide, che si aggrega nel cervello delle persone con il disturbo. Il farmaco è approvato per una serie di condizioni, in particolare le malattie del sistema immunitario, e molti pazienti che ne fanno uso hanno condizioni potenzialmente letali.


Diverse aziende producono IVIG, ma solo il Gammagard è in sperimentazioni cliniche avanzate per l'utilizzo nell'Alzheimer. Gayatri Devi, direttore di New York Memory Services, che cura i pazienti con malattie neurologiche, ha utilizzato il Gammagard per trattare l'Alzheimer per circa sette anni. Dice che ha cominciato a provarlo dopo che il marito di una paziente l'ha contattata nel 2005, dopo aver sentito il risultato preliminare di uno studio clinico in TV. La d.ssa Devi da allora ha trattato molti altri pazienti con Gammagard, che prevede lunghe infusioni in studio ogni due o tre settimane. Dice che misura il funzionamento dei pazienti prima di iniziare il trattamento e sei mesi più tardi per vedere se si deve continuare. Ha iniziato con i pazienti il cui funzionamento sembrava deteriorarsi in maniera significativa e più recentemente ha iniziato a trattare i pazienti lievi per vedere se riesce a rallentare la progressione della malattia. Circa il 70% dei suoi pazienti hanno risposto, in misura diversa, anche se nessuno in modo significativo come il suo primo paziente, ha detto la dott.ssa Devi.


Ma solo circa il 5% dei suoi pazienti se lo può permettere, ha detto. Può costare più di $ 50.000 [40.700 Euro circa] all'anno, e il suo uso come trattamento di Alzheimer non è coperto da assicurazione. "La giuria è ancora in camera di consiglio [sul Gammagard], ma ci sono molte prove che suggeriscono che qualcosa del genere sembra aiutare una percentuale significativa di pazienti affetti da Alzheimer che attualmente non hanno altri trattamenti disponibili", ha detto la D.ssa Devi. Il primo paziente, a cui era stata diagnosticata la malattia circa otto anni prima di iniziare con il Gammagard, aveva problemi a camminare e a parlare. Con il Gammagard, il paziente ha avuto miglioramenti impressionanti nel linguaggio e nel movimento, ha detto la d.ssa Devi.


Diversi pazienti hanno avuto effetti collaterali: uno ha sviluppato una reazione allergica grave, due hanno sviluppato insufficienze renali che hanno invertito quando hanno interrotto il farmaco e alcuni hanno avuto eruzioni cutanee lievi che sono cessate continuando il trattamento.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato da Shirley S. Wang in Wall Street journal il 17 Luglio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.