Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Formazione di memoria attivata da sviluppo di cellule staminali

I ricercatori del RIKEN-MIT Center for Neural Circuit Genetics hanno scoperto una risposta al vecchio mistero di come le cellule cerebrali possono memorizzare sia i nuovi ricordi, pur mantenendo quelli più vecchi.

Hanno scoperto che neuroni specifici in una regione del cervello chiamata "giro dentato" hanno ruoli distinti nella memorizzazione a seconda che le cellule staminali neurali che li hanno prodotti erano anziani o giovani.


Lo studio apparirà nel numero del 30 marzo di Cell e collega la base cellulare della memorizzazione alla nascita di nuovi neuroni - una scoperta che potrebbe aprire una nuova classe di bersagli farmacologici per il trattamento dei disturbi della memoria. I risultati suggeriscono anche che uno squilibrio tra neuroni giovani e vecchi nel cervello potrebbe disturbare la normale formazione della memoria nel disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e nell'invecchiamento. Susumu Tonegawa, premio Nobel 1987 e direttore del RIKEN-MIT Center, autore senior dello studio, ha detto che "negli animali, le esperienze traumatiche e l'invecchiamento spesso portano a un declino nella nascita di nuovi neuroni nel giro dentato. Negli esseri umani, studi recenti hanno scoperto la disfunzione del giro dentato e i relativi deficit di memoria nel normale invecchiamento".

[...]

"Studiando i topi geneticamente modificati per bloccare la comunicazione neuronale da parte dei neuroni vecchi (o eliminando i loro neuroni giovani nati-adulti), abbiamo scoperto che i neuroni vecchi erano superflui per la separazione dei modelli, mentre i neuroni giovani ne erano richiesti", ha detto il co-autore Toshiaki Nakashiba. "I nostri dati dimostrano anche che i topi privi di neuroni vecchi erano difettosi a completare il modello, suggerendo che l'equilibrio tra la separazione del modello e il completamento può essere modificato a seguito di perdita di neuroni vecchi".


Il lavoro è stato finanziato dal RIKEN-MIT Center for Neural Circuit Genetics, dal Howard Hughes Medical Institute, dal Otsuka Maryland Research Institute, dalla Picower Foundation e dal National Institutes of Health. Altri autori includono Toshiaki Nakashiba e ricercatori del RIKEN-MIT Center e del Picower Institute del MIT; il laboratorio di Michael S. Fanselow all'Università della California a Los Angeles; e il laboratorio di Chris J. McBain al National Institute of Child Health and Human Development.

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte:·Materiale del RIKEN, via ResearchSEA.

Riferimento: Toshiaki Nakashiba, Jesse D. Cushman, Kenneth A. Pelkey, Sophie Renaudineau, Derek L. Buhl, Thomas J. McHugh, Vanessa Rodriguez Barrera, Ramesh Chittajallu, Keisuke S. Iwamoto, Chris J. McBain, Michael S. Fanselow, Susumu Tonegawa. Young Dentate Granule Cells Mediate Pattern Separation, whereas Old Granule Cells Facilitate Pattern Completion. Cell, 2012; DOI: 10.1016/j.cell.2012.01.046.

Pubblicato in ScienceDaily il 24 febbraio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.