Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dan Gibbs: Il punto cruciale nello spettro dell'Alzheimer per studi futuri sui farmaci anti-amiloide

top view colorful ball lollipops Image by pikisuperstar on Freepik.com

Come ho scritto in post precedenti, le evidenze di placche amiloide-beta (Aβ) possono essere presenti nel cervello delle persone fino a 20 anni prima dell'insorgenza della compromissione cognitiva dovuta al morbo di Alzheimer (MA). La proteina tau anormale inizia ad apparire come grovigli neurofibrillari nel cervello più tardi, ma comunque diversi anni prima dell'inizio della compromissione cognitiva. Le informazioni da scansioni PET e tau, nonché esami del sangue più recenti per Aβ e tau hanno confermato questa linea temporale.


Abbiamo anche parlato dei fallimenti deludenti a tutt'oggi degli anticorpi monoclonali anti-amiloide nel rallentare il declino cognitivo del MA, nonostante la rimozione efficace dell'Aβ dal cervello. Numerosi studi recenti stanno studiando gli effetti di questi farmaci dati prima nel corso della malattia, prima che vi sia un danno cognitivo.


Tutti i soggetti in questi studi devono avere biomarcatori prova di  amiloide cerebrale e cognizione normale. La maggior parte degli studi richiede una scansione di PET amiloide positiva, ma almeno uno usa un esame del sangue sensibile e specifico per l'Aβ per qualificare i partecipanti allo studio.


Anche se sono molto entusiasta di questi studi "preventivi" e spero davvero che riescano, c'è un problema intrinseco. Se la fase asintomatica amiloide-positiva del MA può durare fino a 20 anni, come sapremo se la rimozione dell'amiloide potrà prevenire o rallentare la malattia? Non è pratico aspettare 20 anni per scoprirlo. Idealmente, dovremmo studiare soggetti amiloide-positivi, ancora senza tau nel cervello, ma che diventeranno tau-positivi entro pochi anni.


Uno studio pubblicato su Neurology mostra come potrebbe essere possibile identificare soggetti di ricerca che si trovano in questa finestra ristretta, coloro che attualmente hanno amiloide, nessuna tau, ma che hanno caratteristiche che suggeriscono che diventeranno tau-positivi e cognitivamente compromessi entro 5 anni. Questi ricercatori della Mayo Clinic hanno raccolto dati dall'Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative, un grande database internazionale contenente scansioni PET amiloide e tau e risonanze magnetiche ottenute da centinaia di soggetti che rappresentano tutte le fasi dello spettro del MA.


Mentre tutti i soggetti avevano amiloide cerebrale rilevabile all'inizio e nessuna tau, quelli con livelli più elevati di amiloide e di atrofia dell'ippocampo visti su MRI, positività ApoE-4 e cognizione meno conservata, avevano una probabilità significativamente maggiore di avere una scansione tau-positiva e/o demenza entro cinque anni. Limitare i partecipanti agli studi di farmaci anti-amiloidi a coloro che hanno più onere amiloide, ippocampo più piccolo e positività ApoE-4 potrebbe essere importante per la prova del concetto: i farmaci anti-amiloide possono rallentare o addirittura fermare la progressione del MA?


Se un tale studio dovesse produrre risultati negativi, sarebbe probabilmente il colpo finale per le terapie anti-amiloide. Ma se gli esperimenti sui farmaci anti-amiloidi limitati a quelli in procinto di convertirsi in tau-positivi e compromissione cognitiva, avranno successo, saranno un grande salto in avanti e potrebbero iniziare ulteriori studi con criteri di inclusione più ampi.

 

 

 


Fonte: Daniel Gibbs in A Tattoo On My Brain (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

L'autore: "Sono un neurologo in pensione con l'Alzheimer in fase iniziale. Mi sono preso cura di molti pazienti con Alzheimer e altre demenze nei 25 anni di pratica di neurologia generale a Portland, in Oregon. Ho scritto delle mie esperienze con l'Alzheimer da due prospettive, paziente e medico, nel libro A Tattoo On My Brain: A Neurologist’s Personal Battle against Alzheimer’s Disease (un tatuaggio nel mio cervello: la battaglia personale di un neurologo contro l'Alzheimer), edito da Cambridge University Press".

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.