Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Fattori di rischio genetico dell'Alzheimer provocano infiammazione nelle femmine

Inflammatory microglia in female mouse brain of MA with yellow dots senescenceMicroglia infiammatorie in un cervello di topo femmina modello di Alzheimer, con fattori di rischio genetico ApoE4 e TREM2. I punti gialli indicano che queste microglia hanno un fenotipo senescente. (Fonte: Gan Lab / Weill Cornell).

Ricercatori della Weill Cornell University di New York hanno scoperto che due varianti genetiche che conferiscono un alto rischio di morbo di Alzheimer (MA) innescano insieme una risposta infiammatoria dannosa nelle cellule immunitarie del cervello, in particolare nelle femmine di un modello preclinico (topi). I risultati, pubblicati su Neuron, sottolineano l'importanza di considerare le differenze sessuali nella ricerca di MA, un passo che alla fine potrebbe portare a trattamenti più precisi ed efficaci.


Il MA colpisce milioni di persone in tutto il mondo, e le donne sono interessate in modo sproporzionato, quasi il doppio dei maschi. Per far avanzare gli approcci terapeutici, gli investigatori stanno cercando di determinare la base di queste differenze nella vulnerabilità. Studi precedenti hanno dimostrato che una variante genica chiamata ApoE4 aumenta il rischio di MA più nelle donne che negli uomini.


Lo studio attuale si è concentrato sulle attività cellulari che vanno male quando l'ApoE4 e una variante del gene TREM2, che pure aumenta il rischio di MA, sono presenti insieme nelle femmine. Poiché le proteine ​​codificate da questi geni hanno varie funzioni nelle cellule, non era chiaro come le particolari varianti contribuiscano alla vulnerabilità alla malattia.


"Sebbene questi siano due dei fattori di rischio più forti per il MA, si sa poco come enfatizzano il rischio di malattia e non sono stati studiati spesso insieme", ha affermato l'autrice senior dott.ssa Li Gan, direttrice dell'Alzheimer’s Disease Research Institute e prof.ssa illustre di malattie neurodegenerative alla Weill Cornell. "Il nostro obiettivo era combinare questi fattori di rischio per evidenziare quali percorsi vengono modificati quando il rischio di malattia è più forte".


La dott.ssa Gan e il suo team, che comprende la prima autrice dott.ssa Gillian Carling, ha stabilito topi modello di MA che portavano versioni umane di ApoE4 e TREM2 R47H, una variante rara che aumenta di 2-4,5 volte il rischio di MA. I topi portavano anche una mutazione che causa lo sviluppo di ciuffi della proteina tau, abbondanti nel cervello di MA e strettamente associati al declino cognitivo nei pazienti. Il team ha esaminato i topi a 9-10 mesi di età, equivalenti all'incirca alla mezza età nell'uomo, per valutare come queste varianti genetiche impattano sulla salute del cervello.


Hanno scoperto che i topi femmina, ma non i maschi, con ApoE4 e TREM2 R47H avevano danni significativi alla regione del cervello che ha un ruolo importante nel pensiero e nella memoria. Questo danno includeva grumi più gravi di proteina tau rispetto ai topi senza queste combinazioni geniche. I ricercatori hanno attribuito il danno in questi cervelli femminili alle cellule immunitarie del cervello, chiamate microglia, che di norma proteggono il cervello, ma in questo caso erano diventate 'senescenti', come cellule anziane che hanno perso la capacità di funzionare correttamente.


Invece di ripulire le cellule danneggiate e i ciuffi proteici, queste microglia invecchiate indugiano e rilasciano sostanze chimiche infiammatorie attraverso un percorso noto come cGAS-STING. In particolare, lo studio ha scoperto che questi effetti dannosi erano più pronunciati nei topi femmina, una scoperta che si allinea con i rapporti secondo cui l'ApoE4 rappresenta un rischio più forte per le donne che per gli uomini.


"La nostra ricerca ha dimostrato che quando i due fattori di rischio di MA sono combinati nelle femmine con aggregati di tau, il percorso di cGASA-STING diventa altamente attivo", ha affermato la dott.ssa Carling. La soppressione di questo percorso deleterio ha abbassato i fattori infiammatori dannosi e ha recuperato il fenotipo di invecchiamento nelle microglia.


Lo studio sottolinea la necessità di considerare le differenze sessuali nella ricerca e nel trattamento di MA, affermano i ricercatori, poiché la malattia può progredire in modo diverso tra uomini e donne e quindi potrebbe richiedere approcci su misura, ha commentato la dott.ssa Gan. Identificando il ruolo dei percorsi immunitari come il cGAS-STING nella progressione del MA, in particolare negli individui con varianti genetiche ad alto rischio, i ricercatori sperano di aprire la porta a nuove strategie per il suo trattamento e potenzialmente prevenzione.

 

 

 


Fonte: Weill Cornell Medicine (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: GK Carling, [+28], Li Gan. Alzheimer’s disease-linked risk alleles elevate microglial cGAS-associated senescence and neurodegeneration in a tauopathy model. Neuron, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)