Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Tracciare le radici cellulari e genetiche delle malattie neuropsichiatriche

Un nuovo studio su quasi 400 cervelli umani ha collegato varianti genetiche a geni e tipi di cellule, e potrebbe favorire la medicina di precisione per le malattie neuropsichiatriche.

 

Una nuova analisi ha rivelato informazioni dettagliate sulla variazione genetica nelle cellule cerebrali, che potrebbe aprire nuove strade per il trattamento mirato di malattie come la schizofrenia e il morbo di Alzheimer (MA). I risultati, riferiti il 23 maggio su Science, sono il risultato della collaborazione multiistituzionale PsychENCODE, fondata nel 2015 dai National Institutes of Health, che intende capire le influenze genomiche sulle malattie neuropsichiatriche.


Lo studio è stato pubblicato insieme a studi correlati in Science, Science Advances e Science Translational Medicine. Ricerche precedenti avevano stabilito un forte legame tra la genetica di una persona e la sua probabilità di sviluppare malattie neuropsichiatriche, afferma Mark Gerstein, professore di informatica biomedica della Yale University e autore senior del nuovo studio.


"Le correlazioni tra genetica e suscettibilità alle malattie sono molto più elevate per le malattie cerebrali che per il cancro o per le malattie cardiache", ha affermato Gerstein. "Se i tuoi genitori hanno la schizofrenia, hai molte più probabilità di averla di quanto non sia per le malattie cardiache. C'è una grande ereditabilità di queste condizioni legate al cervello".


Ciò che è meno chiaro, tuttavia, è il modo in cui questa variazione genetica porta alla malattia. "Vogliamo capire il meccanismo", ha detto Gerstein. "Cosa sta facendo quella variante genetica nel cervello?"


Per il nuovo studio, i ricercatori hanno deciso di comprendere meglio la variazione genetica tra i singoli tipi di cellule nel cervello, e per farlo, hanno eseguito diversi tipi di esperimenti a cellula singola su oltre 2,8 milioni di cellule prelevate dal cervello di 388 persone: individui sani e altri con schizofrenia, disturbo bipolare, disturbo dello spettro autistico, disturbo da stress post-traumatico e MA.


In quell'insieme di cellule, i ricercatori hanno identificato 28 diversi tipi di cellule, e ne hanno esaminato l'espressione e la regolazione genica al loro interno. In un'analisi, i ricercatori sono stati in grado di collegare l'espressione genica alle varianti nelle regioni regolatorie 'a monte', frammenti di codice genetico situati prima del gene in questione, che possono aumentare o ridurre l'espressione del gene stesso.


"È utile perché se hai una variante di interesse, ora puoi collegarla a un gene", ha detto Gerstein. "E questo è davvero potente perché ti aiuta a interpretare le varianti, ti aiuta a capire quale effetto hanno nel cervello. E avendo esaminato i tipi di cellule, i nostri dati ti consentono anche di collegare quella variante a un tipo singolo di azione della cellula".


I ricercatori hanno anche valutato come dei geni particolari, come quelli associati ai neurotrasmettitori, variavano tra gli individui e i tipi di cellule, trovando che la variabilità era generalmente più elevata tra i tipi di cellule che tra gli individui. Questo modello era ancora più forte per i geni che codificano le proteine puntate dai farmaci.


"E questo è generalmente buono per un farmaco", ha detto Gerstein. “Significa che quei farmaci si stanno concentrando su tipi di cellule particolari e non influenzano l'intero cervello o il corpo. Significa anche che quei farmaci hanno maggiori probabilità di non essere influenzati dalle varianti genetiche e funzionano per molte persone".


Con i dati generati dall'analisi, i ricercatori sono riusciti a mappare le reti regolatorie genetiche all'interno della cellula e le reti di comunicazione tra le varie cellule e quindi collegare tali reti a un modello di apprendimento automatico. Quindi, usando le informazioni genetiche di un individuo, il modello potrebbe prevedere se avrà una malattia cerebrale.


"Poiché queste reti erano codificate nel modello, quando il modello ha fatto una previsione, abbiamo potuto vedere quali parti della rete vi hanno contribuito", ha affermato Gerstein. “Quindi potremmo identificare quali geni e tipi di cellule sono importanti per quella previsione. E questo può suggerire obiettivi di nuovi farmaci".


In un esempio, il modello prevedeva che un individuo con una particolare variante genetica potesse avere un disturbo bipolare e i ricercatori hanno potuto vedere che la previsione si basava su due geni in tre tipi di cellule. In un altro, i ricercatori hanno identificato 6 geni in 6 tipi di cellule che hanno contribuito a una previsione di schizofrenia.


Il modello funziona anche nella direzione opposta. I ricercatori possono introdurre una perturbazione genetica e vedere come ciò influenza la rete e la salute di un individuo. Questo, dice Gerstein, è utile per progettare farmaci o prevedere come farmaci, o combinazioni di farmaci, potrebbero funzionare come trattamenti.


Insieme, i risultati potrebbero aiutare a facilitare gli approcci di medicina di precisione per le malattie neuropsichiatriche, hanno affermato i ricercatori. Per promuovere questo lavoro, il consorzio ha reso disponibili per altri ricercatori i suoi risultati e il modello.


"La nostra visione è che i ricercatori interessati a un particolare gene o variante possano usare le nostre risorse per capire meglio cosa sta facendo nel cervello o forse per identificare nuovi obiettivi di farmaci candidati da studiare meglio", ha affermato Gerstein.

 

 

 


Fonte: Mallory Locklear in Yale University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: PS Emani, [+75], M Gerstein. Single-cell genomics and regulatory networks for 388 human brains. Science, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.