Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Vaccini possono proteggerci dall'Alzheimer, ma come?

Dei vaccini comunemente usati possono proteggere anche dalla demenza, secondo uno studio pubblicato di recente sul Journal of Alzheimer's Disease da ricercatori della University of Texas di Houston e del Massachusetts General Hospital di Boston in USA.

Gli autori hanno scoperto che dopo aver ricevuto il vaccino contro tetano/difterite e pertosse, c'è stata una riduzione del 30% del rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA). Risultati simili sono stati osservati negli individui che hanno ricevuto il vaccino per il pneumococco. Nel caso del vaccino per l'herpes il rischio si è ridotto del 25%.

Gli autori hanno esaminato un gran numero di soggetti (>200.000) che hanno ricevuto alcuni o tutti i vaccini comuni raccomandati dal Comitato Consultivo sulle Pratiche di Immunizzazione dei Centri Controllo e Prevenzione Malattie (CDC) per gli anziani: tetano, difterite (con e senza pertosse), herpes e pneumococco. Questo gruppo è stato confrontato con un gruppo di persone che non hanno ricevuto alcun vaccino.

Domenico Praticò MD/FCPP, direttore dell'Alzheimer's Center della Temple University, non coinvolto direttamente nello studio, commenta:

"La domanda a cui lo studio non ha risposto è: qual è il meccanismo in base al quale il vaccino proteggerebbe dalla demenza? Da anni c'è un'osservazione empirica che suggerisce che l'attivazione del nostro sistema immunitario può tenere a bada il MA. È interessante che alcuni piccoli studi precedenti sull'effetto delle vaccinazioni generali sul rischio di demenza abbiano fornito risultati in qualche modo promettenti.

"Una possibile risposta a questa importante domanda biologica è che i vaccini, 'istruendo' il sistema immunitario a rispondere a un particolare bersaglio, potrebbero 'preparare' le cellule immunitarie a rispondere in modo più efficiente a qualsiasi ipotetico insulto al cervello. In altre parole, possono prepararle meglio a modulare la risposta infiammatoria (cioè la neuroinfiammazione) all'interno del sistema nervoso centrale e a regolare l'infiammazione solo per gli aspetti benefici che fornisce.

"Questo studio confermerebbe alcune osservazioni epidemiologiche recenti che l'esposizione agli agenti infettivi (es.: l'herpes) sta attirando l'attenzione come un possibile fattore di rischio aggiuntivo, oltre ai fattori di rischio già noti per il MA, come genetica, dieta ed età. Lo studio, pur avvincente, deve essere replicato per rafforzare i risultati e il potenziale valore traslazionale (= applicabilità reale alle persone). Si deve poi testare in modelli sia animali che in vitro (cellule) l'ipotesi sul possibile meccanismo di azione".

 

 

 


Fonte: Temple University via NewsWise (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: K Harris, [+8], PE Schulz. The Impact of Routine Vaccinations on Alzheimer's Disease Risk in Persons 65 Years and Older: A Claims-Based Cohort Study using Propensity Score Matching. J Alzheimers Dis, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)