Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Impronte cerebrali specifiche possono aiutare a scoprire i primi segni di Alzheimer

Connectome spot biggerSono state usate reti funzionali individualizzate, create mappando un atlante del cervello di ciascun partecipante, per rilevare i cambiamenti precoci legati all'Alzheimer nella funzione cerebrale e nella cognizione. (Fonte: Stephanie Fountain-Zaragoza)

Neuroscienziati dell'Università Medica della Carolina del Sud (MUSC) riferiscono su Brain Connectivity che hanno rilevato sottili differenze nel modo in cui il cervello funziona negli anziani con morbo di Alzheimer (MA) preclinico. Degli adulti con MA preclinico hanno nel cervello segni iniziali di malattia, come l'accumulo di proteine amiloide-beta (Aβ), però non hanno sintomi evidenti di declino cognitivo.


Il team di ricerca, guidato da Andreana Benitez PhD e Stephanie Fountain-Zaragoza PhD, ha usato una nuova tecnica di analisi delle scansioni cerebrali per costruire mappe individualizzate della funzione cerebrale. Ha quindi cercato di vedere se c'erano collegamenti tra dei cambiamenti sottili nella funzione cerebrale e le prestazioni cognitive declinanti, valutate con test comportamentali. Questo approccio potrebbe migliorare la capacità di studiare la fase preclinica del MA.


"Studi precedenti non avevano trovato un'associazione tra funzione cerebrale e comportamento nel MA preclinico"
, ha affermato la Benitez."Usando queste mappe individualizzate della funzione cerebrale, abbiamo trovato nel cervello una ragione potenziale dei cambiamenti cognitivi molto sottili in questa fase iniziale della malattia".

 

Rilevare sottili cambiamenti nella funzione cerebrale con una migliore mappatura cerebrale

La ricerca sulla fase preclinica del MA potrebbe aiutarci a capire come inizia e come progredisce la malattia. Tuttavia, i primi cambiamenti nella funzione cerebrale sono molto sottili e difficili da studiare. Con il finanziamento del progetto pilota da parte del South Carolina Clinical & Translational Research Institute, i ricercatori della MUSC hanno usato una nuova forma di mappatura cerebrale per rilevare questi effetti sottili.


Hanno esaminato l'attività cerebrale con un connettoma funzionale: un tipo di mappa cerebrale che misura come le diverse regioni cerebrali comunicano tra loro. Pensa al cervello come una grande città, ha detto la Fountain-Zaragoza, dove le regioni cerebrali sono raggruppate in quartieri collegati da autostrade. Il connettoma funzionale è come guardare l'attività in quella città: quanto c'è da fare all'interno di ogni quartiere e quanto bene scorre tra il traffico tra i quartieri.


I ricercatori si sono affidati a una forma più recente e altamente sensibile di analisi delle immagini, per valutare il modo in cui questi quartieri funzionano negli individui. La tecnica - il connettoma funzionale individualizzato - è stata sviluppata dal loro collaboratore Hesheng Liu PhD.


I collegamenti funzionali tradizionali usano una media del cervello di molte persone come mappa per le regioni cerebrali funzionali. Al contrario, il metodo di Liu può mostrare modelli unici della funzione cerebrale per ogni individuo.


"Abbiamo tutti le stesse parti funzionali del nostro cervello, ma sono posizionate in modo leggermente diverso, un po' come un'impronta digitale", ha detto la Fountain-Zaragoza. "Questo metodo crea un'impronta cerebrale individualizzata che riflette più accuratamente dove si trovano le diverse regioni funzionali nel cervello di ogni individuo".

 

Collegare al comportamento i sottili cambiamenti nella funzione cerebrale

I ricercatori hanno usato questa nuova tecnica di impronte digitali cerebrali per cercare sottili cambiamenti nella funzione cerebrale in 149 partecipanti da 45 a 85 anni di età senza segni di declino cognitivo. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a scansioni PET del cervello e sono stati divisi in due gruppi: con e senza prove di accumulo di proteine Aβ alla scansione. I partecipanti hanno anche avuto scansioni di risonanza magnetica, che hanno generato impronte digitali del cervello.


I ricercatori hanno quindi testato le prestazioni dei partecipanti di ciascun gruppo su dei test comportamentali di elaborazione delle informazioni. Hanno scoperto che alcuni cambiamenti nell'impronta cerebrale del cervello erano associati a elaborazioni peggiori delle informazioni nei partecipanti con accumulo di Aβ (=MA preclinico).


Nei partecipanti con MA preclinico, l'elaborazione delle informazioni era peggiore in quelli con connettività più grande del solito tra le reti, cioè con troppa attività sulle autostrade del cervello. Al contrario, l'elaborazione delle informazioni era migliore in quelli con una maggiore connettività all'interno della rete o con più attività cerebrale all'interno di quartieri importanti del cervello.


"Un cervello sano in genere ha un equilibrio nella connettività all'interno e tra le sue reti"
, ha affermato la Fountain-Zaragoza. "Abbiamo scoperto che nel MA preclinico, cioè quando è presente l'accumulo di amiloide nel cervello, questo equilibrio può essere interrotto, portando potenzialmente a una elaborazione non più efficiente delle informazioni".

 

Cosa ci dice lo studio

Lo studio mostra che i connettomi funzionali individualizzati possono rilevare sottili variazioni nella funzione cerebrale che potrebbero essere perse con altre tecniche di analisi di scansione cerebrale convenzionali. Suggerisce inoltre che le prime fasi dell'accumulo di Aβ potrebbero influire sulla funzione delle reti cerebrali anche prima che diventino evidenti i sintomi del declino cognitivo.


Infine, rivela che i cambiamenti nella connettività all'interno e tra reti cerebrali specifiche possono indicare i primi problemi con l'elaborazione delle informazioni. Questo squilibrio nella connettività potrebbe quindi essere un buon obiettivo per terapie che puntano a migliorare gli esiti per i pazienti con MA.

 

Prossimi passi

Con il rinnovato finanziamento delle sovvenzioni dal National Institute on Aging, Benitez e Fountain-Zaragoza prevedono di continuare il loro lavoro sul MA preclinico. Sperano di concentrarsi maggiormente sulla misura in cui i cambiamenti del cervello influenzano la progressione della malattia e anche esplorare nuovi trattamenti, come la stimolazione cerebrale, che possono aiutare a rallentarla.


"C'è molto buon lavoro volto per aiutarci a comprendere i primi segni e sintomi del MA", ha affermato la Fountain-Zaragoza. "Questa area di lavoro è importante per capire l'intero spettro della malattia e identificare chi potrebbe essere a rischio di svilupparla".

 

 

 


Fonte: Medical University of South Carolina (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Fountain-Zaragoza, H Liu, A Benitez. Functional Network Alterations Associated with Cognition in Pre-Clinical Alzheimer's Disease. Brain Connectivity, 17 Mar 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.