Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Una proteina per regolarle tutte: un obiettivo centrale per il trattamento della demenza

I ricercatori della Tokyo Medical and Dental University (TMDU) hanno previsto e confermato un mediatore di proteine ​​cruciale della demenza nella degenerazione lobare frontotemporale e nell'Alzheimer attraverso una nuova analisi matematica.

55630 ext 05 1.jpg 1631586146La rete molecolare principale condivisa dall'Alzheimer e dalla degenerazione lobare frontotemporale. L'analisi della rete molecolare dinamica ha previsto il segnale indotto da HMGB1-TLR4 come obiettivo più importante delle 2 demenze neurodegenerative. La previsione è stata verificata da significativi miglioramenti fenotipici e patologici di quattro tipi di topi modello della degenerazione frontotemporale trattata da anticorpi anti-HMGB1.

La demenza ha molti volti e, a causa della vasta gamma di modi in cui può svilupparsi e influire sui pazienti, può essere molto impegnativa da trattare. Ora, però, usando l'analisi al supercomputer di grandi quantità di dati, dei ricercatori giapponesi sono riusciti a prevedere che una singola proteina è un fattore chiave nel danno causato da due forme molto comuni di demenza.


In uno studio pubblicato su Communications Biology, ricercatori della Tokyo Medical and Dental University (TMDU) hanno rivelato che la proteina HMGB1 è un giocatore chiave sia nella degenerazione lobare frontale che nel morbo di Alzheimer (MA), due delle cause più comuni di demenza.


La degenerazione lobare frontotemporale può essere causata dalla mutazione di vari geni, il che significa che nessun trattamento sarà corretto per tutti i pazienti. Tuttavia, ci sono alcune somiglianze tra la degenerazione lobare frontotemporale e il MA, che hanno portato i ricercatori a esplorare se queste due condizioni causano danni al cervello allo stesso modo.


"La patologia del MA e la degenerazione lobare frontotemporale spesso coesistono nel cervello postmortem", spiega la prima autrice dello studio Meihua Jin. "A causa di questa sovrapposizione, volevamo indagare se anche i meccanismi molecolari della malattia erano simili".


Per fare ciò, i ricercatori hanno usato una sofisticata tecnica chiamata 'analisi della rete molecolare' per scattare un'istantanea di quali proteine ​​sono espresse, e in che misura, nei topi che erano stati geneticamente progettati per imitare il MA e la degenerazione lobare frontotemporale. L'analisi al supercomputer di queste reti proteiche è stata eseguita in topi di diverse età per catturare un'immagine dinamica di come cambiavano nel tempo.


"I risultati sono stati sorprendentemente chiari", afferma l'autore senior Hitoshi Okazawa. "Abbiamo scoperto che le reti di interazione proteina-proteina centrali nel MA e nella degenerazione lobare frontotemporale erano molto simili, condividendo quasi il 50% dei nodi principali".


Un'ulteriore analisi di questi nodi proteici centrali ha previsto che la segnalazione attraverso l'HMGB1, che è un fattore critico nel MA, ha anche un ruolo chiave nella degenerazione lobare frontotemporale. È importante sottolineare che questo risultato è stato confermato dai ricercatori, che hanno scoperto che il trattamento dei topi con degenerazione lobare frontotemporale con un anticorpo che punta l'HMGB1 ha migliorato la memoria a lungo termine, la memoria a breve termine e la memoria spaziale.


"Il nostro nuovo metodo ha previsto con successo e identificato l'HMGB1 come obiettivo chiave per il trattamento dei pazienti che hanno demenza a causa della degenerazione lobare frontotemporale, indipendentemente dalla base genetica della malattia", afferma la Jin.


Dato il fatto che i topi hanno recuperato la memoria dopo diversi mesi di trattamento con l'anticorpo anti-HMGB1, è possibile che trattamenti che puntano questa proteina possano effettivamente invertire i danni nei pazienti con degenerazione lobare frontotemporale. Poiché si vedono modifiche molecolari simili in molti diversi tipi di demenza, un trattamento basato su questo anticorpo potrebbe essere efficace in una vasta gamma di pazienti.

 

 

 


Fonte: Tokyo Medical and Dental University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Meihua Jin, Xiaocen Jin, Hidenori Homma, Kyota Fujita, Hikari Tanaka, Shigeo Murayama, Hiroyasu Akatsu, Kazuhiko Tagawa & Hitoshi Okazawa. Prediction and verification of the AD-FTLD common pathomechanism based on dynamic molecular network analysis. Communications Biology, 12 Aug 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.