Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rilevare, prevenire e trattare meglio: 3 strumenti efficaci contro l'Alzheimer

Rilevare, prevenire e trattare preclinicamente sono tre aree chiave che possono fare la differenza nella battaglia per ridurre il rapido aumento di nuovi casi di Alzheimer (AD) ogni anno. Questi tre temi sono al centro di un nuovo importante supplemento del Journal of Alzheimer.


Il supplemento, coordinato da Jack de la Torre, MD, PhD, Professore di Neuropsicologia dell'Università del Texas di Austin, è una guida innovativa per affrontare e gestire la demenza di Alzheimer in questo momento, non tra molti anni.


Esso comprende 23 articoli ai quali ha contribuito un gruppo internazionale di esperti riconosciutidi AD. "Questa edizione sarà interessante sia per i ricercatori affermati che per quelli giovani che cercano di conoscere più ampiamente il problema AD, così come per i medici che si occupano di pazienti anziani o di persone che si presentano nel loro studio con segni di disfunzione cognitiva", osserva il dottor de la Torre.


L'argomento «rilevazione» comprende delle recensioni approfondite e discussioni sulle tecniche e strategie per identificare l'AD prima del suo inizio, come i fattori di rischio per la demenza, la patologia retinica, i disturbi cardiovascolari, i test neurocognitivi, vari marcatori cerebrali, i cambiamenti emodinamici, e le scansioni per le varie lesioni cerebrali.


Per quanto rigurda la «prevenzione», gli investigatori esplorano il modo in cui un approccio multidisciplinare (che coinvolge specialisti di cervello e di cuore) può creare un piano migliore di intervento per i pazienti a rischio di AD o per le persone che presentano segni preclinici di demenza. I commenti aggiuntivi sulla prevenzione includono valutazioni di rischio per la demenza, stile di vita e consulenza cognitiva per mantenere una cognizione normale, e le tecniche preventive conclamate che possono aiutare a ritardare l'insorgenza di AD.


Il tema finale si concentra su un trattamento pre-clinico di AD. I contributi suggeriscono che trattamenti pre-clinici di AD efficaci fanno sperare di riuscire a ridurre in modo significativo l'incidenza che sta salendo alle stelle, estendendo l'assistenza sanitaria e la qualità della vita. Anche se ancora in fase sperimentale, questi trattamenti si stanno distanziando dai tentativi falliti della terapia anti amiloide-beta.


A titolo di esempio, un team di ricercatori dell'Università del Texas di Austin, guidato dal Dr. Francisco Gonzalez-Lima, ha dimostrato che la somministrazione orale di blu di metilene, una sostanza usata sin dal 19° secolo per il trattamento di molti disturbi medici, migliora l'apprendimento e la memoria dei ratti con uno scarso apporto di sangue al cervello, causato da ipoperfusione cerebrale cronica. L'ipoperfusione cerebrale cronica degli anziani ha dimostrato di essere un importante fattore di rischio per l'Alzheimer.


Il blu di metilene sembra migliorare la memoria e l'apprendimento in questi animali, aumentando l'attività energetica mitocondriale nel cervello. La disfunzione dell'energia mitocondriale nel cervello non è rara durante l'invecchiamento avanzato, in presenza di disturbi come l'occlusione carotidea, l'ipertensione, i traumi cerebrali, il diabete, le malattie cardiache e l'ictus. La respirazione mitocondriale che porta al declino cognitivo è anche influenzata anni prima della comparsa dell'Alzheimer nei soggetti predisposti. I risultati dello studio suggeriscono che la somministrazione orale giornaliera di basse dosi di blu di metilene USP ad anziani a rischio di Alzheimer può essere un trattamento utile per prevenire l'inizio del declino della memoria o l'inizio dell'Alzheimer.


Secondo il dottor de la Torre "questo sembra un momento propizio per aprire un dialogo tra coloro che portano avanti un trattamento per l'AD e coloro che favoriscono la prevenzione di questa demenza. Tale dialogo potrebbe portare ad un piano di azione più efficace per affrontare le esigenze dei pazienti di AD e di quelli a rischio di sviluppare questa malattia. Le recensioni contenute in questo numero supplementare di JAD possono preparare il terreno per un tale discorso e fornire inoltre alcune tracce vitali sulla strada per la scoperta di un percorso realistico che riesca a far fronte a questa malattia spietata".

 

 

 

 

 


Fonte: IOS Press BV via AlphaGalileo (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Sommario dell'edizione speciale disponibile qui: http://iospress.metapress.com/content/h31219725117/

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)