Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Primi segni di Alzheimer: gran parte degli anziani crede che vadano rilevati, ma non succede

Secondo un sondaggio, 1 persona su 5 da 65 a 80 anni di età ha avuto un test cognitivo l'anno precedente [in USA], ma pochi conoscono gli esami del sangue per i biomarcatori di Alzheimer.

Poll cognitive screening and blood biomarker testLa percentuale di persone che conoscono molto (very familiar), un po' (somewhat familiar) e per niente (not at all familiar), e quelli che hanno fatto (ever been tested), i test cognitivi (cognitive screening) o i test di biomarcatori nel sangue (blood biomarkers).

L'80% degli anziani capisce che è utile il test che può dare un avvertimento precoce che la memoria e le capacità di pensiero di una persona hanno iniziato a declinare, secondo un sondaggio su persone da 65 a 80 anni di età. E il 60% pensa che i professionisti sanitari dovrebbero offrire a tutti gli anziani, ogni anno, un esame cognitivo, sotto forma di brevi test di memoria.


Se facesse un test cognitivo e mostrasse segni di difficoltà, la stragrande maggioranza degli intervistati ha affermato che sarebbe stimolata ad agire per proteggere la salute del proprio cervello (96%) e regolerebbe la pianificazione finanziaria e sanitaria (75%).


Però l'80% degli anziani ha dichiarato di non aver fatto un test cognitivo nell'ultimo anno per cercare i primi segni del morbo di Alzheimer (MA) o di altri tipi di demenza e il 59% ha riferito di non aver mai fatto un tale esame. Medicare [=assicurazione sanitaria pubblica in USA] copre brevi test nell'ambito della visita di benessere annuale disponibile per tutti i suoi iscritti, ed esami più completi per coloro che hanno sintomi di declino cognitivo.


I risultati del National Poll on Healthy Aging dell'Università del Michigan sono pubblicati in un nuovo rapporto e un paio di presentazioni di ricerca alla Conferenza internazionale dell'Alzheimer's Association 2023 di Amsterdam. Il sondaggio è stato eseguito dall'Istituto per la Politica e l'Innovazione Sanitarie dell'U-M e supportato da AARP e da Michigan Medicine.


Oltre all'esame cognitivo, il team del sondaggio ha anche chiesto alle persone da 65 a 80 anni di età cosa sapevano e pensavano degli esami del sangue che possono aiutare a rilevare il MA, cercando biomarcatori delle proteine cerebrali tau e amiloide.


Solo il 17% ha dichiarato di avere familiarità con tali esami del sangue, meno dell'1% ne aveva avuto uno e il 9% ha dichiarato che vorrebbe farne uno ora. Attualmente, solo i medici specializzati in malattie cerebrali ordinano tali test per le persone con compromissione cognitiva oggettiva, ma alcuni esperti ritengono che potrebbero diventare utili per individuare la fase iniziale della malattia. La metà degli intervistati ha affermato che tali esami del sangue dovrebbero essere disponibili a tutti gli over-65.


"Circa la metà degli americani con MA o un'altra forma di demenza non riceve una diagnosi formale, anche quando hanno sintomi chiari", afferma J. Scott Roberts PhD, condirettore del sondaggio, geropsicologo, professore alla U-M e guida degli sforzi di sensibilizzazione e istruzione al Michigan Alzheimer's Disease Research Center. "Man mano che saranno disponibili più opzioni diagnostiche e terapeutiche, è importante capire come gli anziani le vedono e come supportare al meglio coloro che si sottopongono a test e ricevono risultati".


I risultati arrivano subito dopo che Medicare ha stabilito il suo piano per coprire nuovi farmaci approvati dalla FDA che potrebbero rallentare il declino cognitivo delle persone con MA iniziale. Uno di questi farmaci (lecanemab) ha ricevuto l'approvazione attraverso il percorso tradizionale, richiesto da Medicare, all'inizio di questo mese.


Inoltre, sempre più ricerche mostrano il potere del controllo della pressione sanguigna, dell'attività fisica, della connessione sociale e di altri fattori per ridurre il rischio di declino cognitivo negli anziani. Sebbene queste opzioni potrebbero non funzionare per tutti, solo il 17% degli anziani ha affermato che l'esame cognitivo non serve fino a quando non sono disponibili ulteriori opzioni di trattamento o prevenzione. Per gli esami del sangue, il 20% ha detto lo stesso.


Il sondaggio trova che il ruolo di medici, infermieri e altri operatori sanitari nella diagnosi precoce dei problemi cognitivi è cruciale.


"I nostri risultati suggeriscono che oltre l'80% degli anziani guarda ai propri operatori sanitari per lo screening cognitivo o i test di biomarcatori di sangue se ritengono che sia appropriato", ha dichiarato il direttore del sondaggio Jeffrey Kullgren MD/MPH/MS, professore associato di medicina interna della Michigan Medicine, medico e ricercatore del VA Ann Arbor Healthcare System. "Tale aspettativa, unita alla crescente disponibilità di opzioni dopo la diagnosi di compromissione cognitiva, supporta l'attuale raccomandazione che i fornitori dovrebbero valutare i pazienti a rischio più elevato o con segni di declino cognitivo".


Egli osserva che le linee guida attuali per l'esame cognitivo si concentrano su quelli con sintomi o fattori di rischio aggiuntivi; questa raccomandazione comprende il tipo di esame che prevede di dare a una persona un breve numero di compiti standardizzati per testare le sue capacità di memoria e pensiero, come ricordare un breve elenco di parole comuni o disegnare una figura complessa.

 

Differenze nei test

Più donne che uomini hanno dichiarato che avrebbero avuto angoscia significativa se un test cognitivo o di biomarcatori del sangue suggerisse i primi segni di demenza. Nel complesso, circa il 60% degli anziani ha dichiarato di sentire una tale angoscia in risposta a un risultato positivo su entrambi i tipi di test.


Un'altra disparità osservata nei dati del sondaggio: solo il 10% degli anziani di etnia ispanica ha riferito di aver fatto un esame cognitivo nell'ultimo anno, rispetto al 22% degli intervistati bianchi non ispanici e al 21% degli intervistati neri non ispanici.


Chelsea Cox MPH/MSW, formatrice di dottorandi con Roberts, ha presentato ulteriori risultati durante l'incontro di Amsterdam. Un'analisi approfondita dei risultati del sondaggio ha riscontrato che gli adulti da 65 a 80 anni di età avevano maggiori probabilità di riferire l'esame cognitivo se avevano un'età più avanzata, se avevano livelli di istruzione più elevati, se avevano salute fisica più scarsa, se avevano una copertura Medicare Advantage (rispetto a Medicare tradizionale) e se vedevano più positivamente in generale l'esame.


Nel loro insieme, i risultati di questo sondaggio suggeriscono la necessità di esplorare barriere ai, e avere facilitatori dei, test cognitivi in diversi gruppi di anziani. Un'opportunità è migliorare la consapevolezza e l'accesso alle visite annuali Medicare, alle quali è richiesto di rilevare la compromissione cognitiva.


"Tutti dovrebbero avere accesso ai test cognitivi mentre invecchiano", ha affermato Sarah Lenz Lock, vicepresidente senior di Politica e Salute del cervello dell'AARP e direttrice esecutiva del Global Council on Brain Health. "La linea di fondo è che se vogliamo migliorare la salute del cervello per tutti, dobbiamo prestare attenzione ai bisogni di coloro che sono a maggior rischio di cattiva salute e affrontare le barriere che si frappongono".

 

 

 


Fonte: Kara Gavin in Michigan Medicine - University of Michigan (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Cox, [+7], J Kullgren. Detecting Alzheimer’s Disease: Older Adults’ Experiences with Cognitive Screening and Blood Biomarker Testing. University of Michigan National Poll on Healthy Aging, July/August 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 



Notizie da non perdere

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.