Gli sviluppi drammatici nella ricerca sulla genetica e la disponibilità di test commerciali di genetica ci hanno posto in una posizione molto moderna: ora possiamo scoprire (rapidamente, facilmente ed economicamente) se possediamo personalmente fattori di rischio genetico che ci danno un rischio sostanzialmente più alto di morbo di Alzheimer (MA).
Inoltre, abbiamo recentemente dimostrato che i cambiamenti del cervello possono essere identificati nelle persone in possesso di queste varianti di rischio genetico già a 20 anni.
Dovremmo fare il test? Dovremmo preoccuparci? No. Ecco perché.
La ricerca genetica ha rivelato che alcuni individui presentano varianti di geni specifici che conferiscono un rischio maggiore di sviluppare il MA in età avanzata. Ad esempio, i portatori della variante ε4 del gene APOE hanno circa da 3 a 8 volte più probabilità di ricevere la diagnosi di MA dopo i 60 anni rispetto agli individui senza questa variante. Più sono le varianti, maggiore è il rischio, e il massimo è quando ce n'è uno ereditato da ciascun genitore.
Nella nostra recente ricerca, abbiamo esaminato questi fattori genetici nei giovani (circa 20 anni, in media). Li abbiamo divisi in gruppi 'ad alto rischio' e 'a basso rischio' a seconda che portassero o meno la variante del gene APOE-ε4. Usando tecniche avanzate di scansione del cervello, abbiamo dimostrato che è possibile rilevare sottili differenze in particolari reti cerebrali per i giovani 'a rischio più elevato', diversi decenni prima che emergano eventuali sintomi clinici del MA.
Mentre la struttura e la funzione del cervello erano significativamente diverse tra i gruppi a rischio, in media, è molto importante sottolineare che non tutti gli individui 'ad alto rischio' in seguito sviluppano il MA. (Si noti che diciamo rischio 'più alto' non 'alto'.)
Il cervello di molti di questi individui era paragonabile a quelli a basso rischio. Ciò significa che essere portatori di una variante genica ad alto rischio non porta necessariamente a cambiamenti cerebrali precoci, o a una diagnosi di MA più avanti nella vita.
Devo farmi fare il test?
L'interesse pubblico per la genetica e il test genetico è in forte espansione. Gli ultimi tempi hanno anche visto episodi altamente pubblicizzati di persone che rispondevano al proprio rischio genetico con interventi drastici. Un esempio è Angelina Jolie, che ha una copia difettosa del gene BRCA1, associato al cancro al seno, e ha subito un intervento chirurgico elettivo (=preventivato) per rimuovere sia il seno che alcuni dei suoi organi riproduttivi.
I kit di test genetici 'diretti al consumatore' venduti dalle aziende ora offrono alle persone un accesso comodo e conveniente alle loro informazioni genetiche personali, incluso il rischio genetico per malattie specifiche, incluso il MA. Ma il costo relativamente basso di questi test riflette il fatto che in genere coprono solo una frazione del genoma. I risultati, quindi, trascurano il contributo del resto del codice genetico del consumatore. Ciò include altri geni con effetti protettivi, oltre che negativi.
È preoccupante anche che questi test hanno dimostrato di generare frequentemente risultati falsi positivi: in effetti, uno studio ha rilevato che circa il 40% delle varianti di vari geni riportati nei dati di test genetici commerciali grezzi erano falsi positivi. Ciò potrebbe comportare inutili disagi, trattamenti e adattamenti dello stile di vita. Questi test hanno anche problemi di privacy e sociali.
Il lato positivo è che la popolarità dei test genetici commerciali riflette in parte il desiderio positivo dei consumatori di essere proattivi sulla propria salute. I consumatori preoccupati per i risultati dei test genetici commerciali dovrebbero, tuttavia, richiedere test di conferma al proprio medico. Questi consumatori dovrebbero anche comprendere che i rapporti sul rischio di malattia che hanno acquistato, nella migliore delle ipotesi forniscono una risposta parziale alla domanda che stanno cercando di affrontare, poiché il rischio di malattia è molto più che genetico.
Ho un rischio 'più alto' di Alzheimer: e adesso?
Il prossimo passo per la nostra ricerca è scoprire cosa porta alcune persone a 'rischio più elevato' a continuare a sviluppare questi primi cambiamenti cerebrali, mentre per altri non avviene. Queste persone si esercitano o dormono meno, hanno una dieta più povera o hanno relazioni sociali più povere? Molte risposte possibili riguardano fattori di stile di vita che potrebbero essere potenzialmente modificati per 'fare da paracolpo' contro il loro rischio genetico.
L'unico modo per comprendere correttamente quali fattori dello stile di vita possono avere un tale effetto protettivo è studiare un gran numero di persone con vari gradi di rischio genetico, per diversi decenni.
Facciamo parte di un team internazionale di scienziati che intraprende uno di questi studi, guidato dai professori Kim Graham e Andrew Lawrence dell'Università di Cardiff. Il progetto prevede la raccolta di dati avanzati di scansioni del cervello e test cognitivi di un folto gruppo di circa 240 giovani adulti. Questi individui fanno parte di una coorte che è stata studiata sin dalla nascita, quindi possiamo accedere a una vasta gamma di dati retrospettivi sulla salute e sullo stile di vita.
Al momento, studi più piccoli e isolati sui fattori dello stile di vita potrebbero non comprendere il quadro generale. Differenze cerebrali sono state riscontrate in questi gruppi ad alto rischio tra le persone che si esercitano e che non si esercitano regolarmente. Ciò potrebbe suggerire che l'esercizio ha un effetto protettivo sul cervello e può a sua volta mitigare il rischio di MA.
Potrebbe anche essere che gli utenti si impegnino in altri comportamenti 'protettivi' come seguire una dieta più sana. È solo con studi di coorte su larga scala che possiamo iniziare a districare i contributi genetici e di stile di vita alle prestazioni cognitive, al cervello e al rischio di MA.
Infine, se stai pensando di apportare cambiamenti nello stile di vita per compensare il tuo 'rischio genetico' per il MA, fare esercizio fisico regolare e mantenere uno stile di vita sano raramente è un cattivo consiglio. Altri drastici cambiamenti nello stile di vita, tuttavia, sono probabilmente ingiustificati.
Fonte: Mark Postans (ricercatore post-dottorato) e Carl J Hodgetts (ricercatore in neuroscienze cognitive), Università di Cardiff
Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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