Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


E' possibile prevenire gli incidenti mortali tra ospiti con demenza delle case di riposo?

L'analisi degli incidenti tra i residenti con demenza nelle case di cura a lungo termine potrebbe essere la chiave per ridurre i decessi futuri in questa popolazione vulnerabile, secondo una nuova ricerca eseguita alla University of Minnesota.


Preso dai resoconti dei media e dai registri delle morti, lo studio esplorativo di Eilon Caspi PhD, è il primo a esaminare le circostanze relative alla morte degli anziani a seguito di incidenti tra residenti con demenza negli Stati Uniti e in Canada.


Nonostante le crescenti preoccupazioni per la crescita prevista del numero di persone con demenza e l'aumento atteso di incidenti tra gli stessi residenti, il fenomeno non è attualmente monitorato dai due più grandi sistemi federali obbligatori clinici e di supervisione, nelle case di cura degli Stati Uniti.


"Il fatto che non stiamo cogliendo e monitorando questo fenomeno rappresenta una importante opportunità mancata per capire e prevenire questi incidenti", dice Caspi, autore dello studio e ricercatore associato della Facoltà di Infermieristica. "Abbiamo bisogno di sviluppare un piano d'azione nazionale basato sui dati per ridurre questi incidenti e garantire che i residenti fragili e vulnerabili rimangano al sicuro negli ultimi anni della loro vita. È urgente fornire al personale programmi di formazione basati sulle evidenze per migliorare la comprensione, la prevenzione e l'attenuazione di questi episodi".


Alcune delle scoperte di Caspi:

  • Quasi la metà (44%) di tutti gli incidenti mortali sono risultati da un contatto fisico classificato come spinta-caduta. "Molte delle lesioni consistevano in fratture dell'anca o lesioni alla testa o al cervello e in media erano passate poco più di due settimane dall'incidente al decesso, il che la dice lunga sulla fragilità e la vulnerabilità di questa popolazione".
  • Anche se uomini e donne sono morti ugualmente a causa di questi incidenti, i tre quarti degli protagonisti erano uomini. "La diade colpita più comune era uomo-uomo (circa il 50%) seguita da uomo-donna (24%) e da donna-donna (21%). Il caso donna-uomo rappresentava solo il 4% delle diadi. Anche se sono necessarie ulteriori ricerche per esaminare il ruolo del genere negli episodi pregiudizievoli e fatali, i risultati preliminari possono avere implicazioni per interventi più mirati".
  • Più della metà (59%) di tutti gli incidenti è avvenuta all'interno della camera da letto e il 43% ha coinvolto compagni di stanza. "La camera da letto è l'ultima frontiera della privacy per le persone con demenza. Le politiche, le procedure e le pratiche relative all'assegnazione e al monitoraggio dei compagni di stanza devono essere ponderate e rivisitate regolarmente e dobbiamo esplorare tutte le strade per ridurre al minimo possibile l'uso delle camere condivise o il senso di privacy e sicurezza di chi condivide la stanza. Inoltre, questi incidenti potrebbero essere ridotti da misure più severe per prevenire l'ingresso indesiderato dei residenti nelle camere da letto degli altri residenti (compreso l'uso della tecnologia assistiva)".
  • Il momento più comune per gli incidenti è di sera (44%), e il 38% di tutti gli incidenti si sono verificati nei fine settimana. Il 62% non è stato assistito dal personale. "Anche se gli incidenti si verificano praticamente in ogni momento, la sera e i fine settimana sembrano essere periodi di tempo particolarmente vulnerabili. Con misure proattive, preventive, l'aumento di personale, la presenza attiva dei manager e l'impegno significativo durante le serate e nei fine settimana, si potrebbe ridurre l'incidenza [di incidenti]".


Caspi rimarca che le sue scoperte non sono intese a suggerire che i residenti con demenza sono intrinsecamente 'aggressivi', 'offensivi', 'violenti' o 'pericolosi'. Egli avverte che a vederla in questo modo si rischia di stigmatizzare una popolazione già stigmatizzata.


Etichettare una persona con demenza con questi termini presuppone che queste espressioni comportamentali siano iniziate intenzionalmente per danneggiare un'altra persona, ma la maggior parte degli individui nelle fasi intermedie della demenza non inizia queste espressioni senza uno scatenante situazionale angosciante.


Caspi dice che spesso si cimentano in questi episodi quando i loro bisogni umani e le loro frustrazioni situazionali non sono soddisfatte in modo tempestivo dal personale di assistenza diretta, dedicato ma carente in numero, sotto-addestrato e sotto-supervisionato.

 

 

 


Fonte: University of Minnesota (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Eilon Caspi. The circumstances surrounding the death of 105 elders as a result of resident-to-resident incidents in dementia in long-term care homes. Journal of Elder Abuse & Neglect, 2018; 30 (4): 284 DOI: 10.1080/08946566.2018.1474515

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.