Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Legame tra cervello e sistema immunitario potrebbe aiutare a spiegare l'Alzheimer

Legame tra cervello e sistema immunitario potrebbe aiutare a spiegare l'AlzheimerIl sistema linfatico (in verde) è inserito tra quelli delle arterie (rosso) e delle vene (blu).Le evidenze emerse di recente, che il sistema immunitario del corpo interagisce direttamente con il cervello, potrebbero portare a una nuova comprensione di malattie che vanno dalla sclerosi multipla all'Alzheimer.


Un team ha riferito martedì sulla rivista online eLife che, studiando il cervello umano e delle scimmie, ha trovato vasi linfatici - una parte fondamentale del sistema immunitario del corpo - in una membrana che circonda il cervello e il sistema nervoso.


I vasi linfatici fanno parte del sistema linfatico, che si estende per tutto il corpo come la rete di vene e arterie. Invece di trasportare il sangue, tuttavia, questi vasi trasportano un liquido chiaro chiamato linfa, che contiene sia le cellule immunitarie che i prodotti di scarto.


La nuova ricerca rafforza le scoperte recenti, fatte sui roditori, che il cervello interagisce con il sistema linfatico del corpo per aiutare a evitare le malattie e a rimuovere i rifiuti. Fino a pochi anni fa, gli scienziati credevano che il sistema immunitario e quello di eliminazione dei rifiuti del cervello operassero in modo indipendente.


La scoperta dei vasi linfatici vicino alla superficie del cervello potrebbe condurre a una migliore comprensione della sclerosi multipla, che sembra essere innescata da un inconveniente nel sistema immunitario, dice il dottor Daniel Reich, autore dello studio e investigatore senior dell'Istituto Nazionale Disturbi Neurologici e Ictus: "Come interagisce il sistema immunitario con il cervello è fondamentale per lo sviluppo della sclerosi multipla e per il suo trattamento". I trattamenti attuali per la sclerosi multipla spesso comportano farmaci che sopprimono il sistema immunitario.


La ricerca ha anche implicazioni per malattie come Parkinson e Alzheimer. Queste malattie insorgono quando alcuni prodotti tossici residui si accumulano nel cervello. E i vasi linfatici sembrano far parte del sistema che di norma rimuove questi prodotti di scarto. "La scoperta di un sistema linfatico nel cervello aumenta la possibilità che un disturbo del sistema linfatico sia coinvolto in qualche modo come causa dell'Alzheimer", afferma il dottor Michael Weiner, professore di radiologia dell'Università della California di San Francisco, non collegato allo studio.


Reich dice: "Questo tipo di pensiero è un cambiamento radicale anche rispetto a solo pochi anni fa. Per secoli, la maggior parte degli scienziati ha creduto che il sistema linfatico del corpo non fosse collegato al cervello. Si ritiene che il cervello sia quello che viene chiamato immuno-privilegiato. Ha un sistema immunitario diverso dal resto del corpo".


Così Reich si è incuriosito nel 2015 quando ha sentito un discorso di Jonathan Kipnis, che dirige il dipartimento di neuroscienze dell'Università della Virginia: "In questo discorso ha dimostrato molto chiaramente che ci sono vasi linfatici nella testa, che alla facoltà di medicina si diceva che non esistevano", dice Reich.


Ma l'evidenza era nei topi. Così Reich e un gruppo di scienziati hanno usato la risonanza magnetica per studiare il cervello di diversi volontari umani. Hanno iniettato un colorante speciale nel flusso sanguigno, guardando poi dove andava. Si sono concentrati sulla dura mater, la membrana più esterna che protegge il cervello e il sistema nervoso.


Come previsto, il team ha visto una parte di tintura fuoriuscire dai vasi sanguigni nella dura mater. Ma poi hanno visto che il colorante perduto veniva raccolto da diversi vasi: esattamente quello che accade nel sistema linfatico. "Ciò ci ha dato qualche prova che ci sono vasi che si comportano diversamente dai vasi sanguigni", dice Reich. "Ma non eravamo sicuri che fossero vasi linfatici".


Per essere certo, il team di Reich ha passato anni a perfezionare una tecnica per rivelare i vasi linfatici nella dura mater del cervello preso da cadaveri umani. Questo ha permesso agli scienziati di confermare la presenza di questi vasi vicino alla superficie del cervello. E ciò suggerisce con forza che il sistema linfatico interagisce direttamente con il cervello.


I risultati estendono i risultati di uno studio di riferimento pubblicato nel 2013, che aveva scoperto che il cervello sembra eliminare i prodotti di scarto durante il sonno. Ma non era chiaro come questi prodotti di scarto fossero mandati fuori dalla testa. Ora sembra che almeno una parte dei rifiuti possa uscire attraverso il sistema linfatico.

 

 

 


Fonte: Jon Hamilton in NPR (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Martina Absinta, Seung-Kwon Ha, Govind Nair, Pascal Sati, Nicholas J Luciano, Maryknoll Palisoc, Antoine Louveau, Kareem A Zaghloul, Stefania Pittaluga, Jonathan Kipnis and Daniel S Reich. Human and nonhuman primate meninges harbor lymphatic vessels that can be visualized noninvasively by MRI. eLife, doi: 10.7554/eLife.29738

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.