Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dan Gibbs: notizie sorprendentemente buone sugli inibitori dell'acetilcolinesterasi

senior lady taking drug Image by freepik.com

Quando ho iniziato la pratica di neurologo nel 1989, non c'erano assolutamente farmaci che mitigassero il deterioramento cognitivo nei pazienti con morbo di Alzheimer (MA). C'erano farmaci per alcuni dei sintomi indesiderati come l'inversione sonno-veglia, la depressione, le esplosioni di rabbia e le convulsioni, ma nulla per affrontare il danno cerebrale progressivo sottostante che porta a compromissione cognitiva, demenza e infine alla morte.


Ricordo che mi sentivo molto frustrato dal fatto che non potevo offrire nulla, nemmeno la speranza. Poi nel 1993, il primo inibitore dell'acetilcolinesterasi (AChEI), la tacrina, è stato approvato dalla FDA per il trattamento della demenza. Si pensa che questa classe di farmaci funzioni aumentando i livelli di acetilcolina, un importante neurotrasmettitore nel cervello.


C'è stata molta eccitazione per l'approvazione della tacrina, ma sono apparsi quasi immediatamente gravi effetti collaterali, inclusi danni gravi al fegato, e l'uso del farmaco è diminuito e poi scomparso dalla sera alla mattina. Credo di non aver mai scritto una prescrizione per la tacrina.


Tre anni dopo fu approvato il donepezil (nome commerciale Aricept), il primo AChEI relativamente sicuro, e sta ancora andando forte. Nel giro di pochi anni sono stati approvati due farmaci simili, rivastigmina e galantamina. Erano tutti ugualmente efficaci. Tutti avevano effetti collaterali simili, ma a volte una persona poteva tollerarne uno meglio di un altro. Per un singolo paziente, era difficile dire con certezza se fosse efficace o meno.


Alcuni dei miei pazienti hanno avuto un notevole miglioramento e altri non sembravano cambiare molto. Per altri, gli effetti collaterali erano intollerabili. I più comuni erano nausea, crampi e diarrea, nonché incubi e insonnia. Ho scoperto che l'avvio dei miei pazienti con una dose molto bassa, inferiore a quanto raccomandato, e aumentando molto lentamente la dose per diversi mesi, di solito evitava gli effetti collaterali.


Quando ho iniziato a prendere il donepezil io stesso qualche anno fa, ho attraversato il solito turbamento gastrointestinale, ma ciò che mi ha infastidito di più sono stati degli incubi terribili quasi ogni notte. Ho chiesto al mio neurologo e ho saputo che gli incubi sono comuni e di solito possono essere evitati prendendo la dose giornaliera al mattino, non prima di coricarsi. É quasi certo che è questo ad aver funzionato.


Ora non ho alcun effetto collaterale. Ma mi sta aiutando? Difficile da sapere. A volte penso che abbia aiutato, ma l'effetto placebo è forte. Le informazioni dall'esperienza di un paziente sono davvero inutili nella valutazione di un trattamento nonostante ciò che ascolti ogni notte della pletora di pubblicità televisive di prodotti che migliorano la memoria.


Ciò che è necessario è una sperimentazione clinica grande, attentamente controllata. La maggior parte dei piccoli studi in passato ha mostrato un modesto rallentamento della compromissione cognitiva per alcuni anni, ma poco o nessun beneficio nella fase di demenza grave. Nessuno aveva affermato che questa classe di farmaci poteva consentire alle persone con MA di vivere più a lungo.


Uno studio osservazionale pubblicato su Nature (ndt: eseguito da ricercatori dell'Università di Ferrara), ha valutato il tasso di declino cognitivo, nonché la sopravvivenza globale, in un ampio campione di pazienti affetti da demenza, trattati o non trattati con AChEI, in un ambiente nel mondo reale. I dati sono stati recuperati dall'ampio database National Alzheimer’s Coordinating Center Uniform Data Set e includevano 4.032 soggetti con MA, malattia da corpi di Lewy e demenza vascolare.


I soggetti sono stati accuratamente abbinati per eliminare le differenze confondenti, finendo per essere 786 che avevano ricevuto AChEI e 786 no. Lo stato cognitivo è stato valutato con il Mini Mental Status Exam (MMSE). I risultati sono stati notevoli. Innanzitutto, i soggetti con demenza da corpi di Lewy non hanno avuto benefici cognitivi dal trattamento.


Invece, quelli con MA che hanno ricevuto un AChEI non hanno quasi avuto cambiamenti nel punteggio MMSE per 6 anni, mentre i soggetti che non hanno assunto un AChEI hanno continuato a peggiorare. Alla fine dell'esame di 12 anni, i soggetti con MA che prendevano un AChEI hanno avuto una riduzione di 5,7 del punteggio MMSE dall'inizio rispetto a quelli che non hanno preso un AChEI che hanno declinato in media di 10,8 punti. Tieni presente che il punteggio più alto sull'MMSE è 30 e la soglia della demenza è di 23 e meno, quindi i soggetti trattati con AChEI (linea rossa sui grafici), erano rimasti in media al di sopra della soglia della demenza fino alla fine dello studio (I soggetti non trattati sono in blu).

Acetyl cholinesterase inhibitors slow cognitive decline Punteggio MMSE nei i pazienti con demenza (A), LOAD (B) e demenza vascolare (C) dopo il trattamento con AChEI. (Fonte: Marco Zuin et al / Scientific Reports)

Lo stesso schema, sebbene non così pronunciato, è stato visto nei soggetti con demenza vascolare. Sospetto che ciò rifletta l'elevata incidenza di comorbidità: quasi la metà dei cervelli di demenza osservati all'autopsia hanno sia la patologia di MA che di demenza vascolare.


Oltre al rallentamento del declino cognitivo, c'era una forte associazione tra la terapia AChEI e la minore mortalità per tutte le cause. Questo era vero anche per i soggetti con demenza da corpi di Lewy che non hanno avuto beneficio cognitivo dall'assunzione di farmaci AChEI. Ciò mi suggerisce che la maggiore sopravvivenza associata a questi farmaci deve avere un meccanismo diverso rispetto a quello che resiste al declino cognitivo.

Survival of all patients with dementia treated or not treated with AChEIsSopravvivenza cumulativa (analisi di regressione multivariata di COX) dei pazienti con ogni demenza, trattati (AChEI+, verde) o non trattati (AChEI-, blu) con inibitori dell'acetilcolinesterasi. (Fonte: Marco Zuin et al / Scientific Reports)


Questo documento mi ha costretto a cambiare la mia opinione sugli AChEI nel trattamento del MA. Come neurologo ero scettico sul fatto che avessero molti benefici, ma poiché erano relativamente sicuri da prendere, li ho prescritti regolarmente. Per i pazienti che lottavano con gli effetti collaterali, avevo una soglia bassa per fermare il farmaco.


Ora, se vedessi ancora pazienti con MA o demenza vascolare, incoraggerei fortemente a persistere con il farmaco, iniziando a dosi molto basse, se necessario, e aumentando la dose molto lentamente al bisogno. Il vantaggio sembra essere reale, anche nelle fasi avanzate della malattia.

 

 

 

 


Fonte: Daniel Gibbs in A Tattoo On My Brain (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M Zuin, A Cherubini, S Volpato, L Ferrucci, G Zuliani. Acetyl-cholinesterase-inhibitors slow cognitive decline and decrease overall mortality in older patients with dementia. Sci Rep, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)