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Altre evidenze legano l'attività fisica in mezza età con il rischio di Alzheimer in seguito

 Uno stile di vita attivo in mezza età abbassa il rischio di demenza?

Uno studio messo in evidenza nel 2019 su Neurology ha riferito che rimanere attivi sia fisicamente che mentalmente in mezza età (35-50 anni) può proteggere il cervello decenni dopo. Lo studio comprendeva 800 donne svedesi con un'età media di 47 anni le cui prestazioni in due aree di attività mentali e fisiche sono state seguite per 44 anni.


Le donne che si erano impegnate in molte attività mentali hanno avuto il 46% in meno di probabilità di sviluppare l'Alzheimer e il 34% in meno di probabilità di demenza in generale, rispetto alle donne del gruppo con meno pratiche di attività mentale. Il 52% delle donne molto attive fisicamente ha avuto meno probabilità di un tipo di demenza associata alla malattia cerebrovascolare (relativa al flusso sanguigno nel cervello) e il 56% in meno di probabilità di una demenza più generale, rispetto alle donne del gruppo fisicamente meno attivo.


Mentre i risultati hanno indicato che i livelli di attività sia fisici che mentali potrebbero influenzare la cognizione in seguito, Jenna Najar, medico e autrice dello studio, dell'Università di Göteborg in Svezia, ha notato che l'attività fisica può ridurre in particolare le probabilità di demenza vascolare. Le conclusioni dello studio indicavano anche che i due effetti - dell'attività mentale e fisica - sono distinti. Come ha scritto la Najar,

“Abbiamo scoperto che le attività mentali in mezza età, come leggere un libro, fare enigmistica, cantare o partecipare a concerti, solo per citarne alcune, hanno ridotto il rischio di demenza e di Alzheimer, indipendentemente da quanto fossero fisicamente attive le donne. Allo stesso tempo, l'attività fisica in mezza età ha ridotto il rischio di varie forme vascolari di demenza, indipendentemente da quanto fossero mentalmente attive le donne".


Gli esperti concordano sul fatto che servono ulteriori studi per trovare il percorso fisico che collega i fattori dello stile di vita in mezza età a effetti protettivi specifici nel cervello. La salute del cervello è promossa da tempo per un buon invecchiamento generale e per la salute cognitiva e, a tal fine, lo studio è stato una conferma e ha ribadito che essere attivi mentalmente e fisicamente può ridurre i rischi di declino cognitivo dell'invecchiamento.


Sebbene la ricerca sia ancora in sviluppo, esistono prove evidenti che gli individui possono ridurre il rischio di declino cognitivo apportando cambiamenti cruciali allo stile di vita, che comprendono partecipare ad attività fisiche e mentali regolari, rimanere socialmente coinvolti e mantenere una buona salute del cuore.


Secondo l'Healthy Brain Initiative dei Centri Controllo e Prevenzione Malattie, "sta emergendo che il ruolo della sanità pubblica nel mantenere la salute cognitiva è una parte vitale dell'invecchiamento sano e della qualità di vita". I professionisti della salute pubblica stanno comprendendo sempre meglio i disturbi del cervello e i fattori di rischio, e la comunità della sanità pubblica dovrebbe affrontare la salute cognitiva in modo prioritario.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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