Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovi esami del sangue per la demenza annunciati: cosa dicono e che benefici danno?

È stata appena lanciata un'iniziativa quinquennale da 5 milioni di sterline (5,75 Mil € circa) per studiare la fattibilità dei nuovi esami del sangue per la diagnosi del morbo di Alzheimer (MA). Alzheimer’s Research UK e Alzheimer’s Society stanno lavorando [in GB] con il National Institute for Health and Care Research per usare questi esami del sangue nel SSN.

Questo finanziamento, sulla scia degli esperimenti recenti di farmaci per il MA, continua un'ondata di entusiasmo mozzafiato in un campo che ha avuto finora poche buone notizie.

Tra le persone viste dagli specialisti nei servizi alla memoria, la stragrande maggioranza riceve una diagnosi di demenza in base ai sintomi, insieme a test cognitivi, esami del sangue per escludere altre spiegazioni (come gli squilibri ormonali) e talvolta una risonanza magnetica del cervello.

Una piccola percentuale, in particolare i più giovani o quelli con sintomi più complessi, è sottoposta a un'indagine più dettagliata per cercare alcune proteine (amiloide e tau) che possono accumularsi nel cervello. Al momento, ciò implica un prelievo lombare (posizionando un ago nella colonna vertebrale e rimuovendo parte del fluido) o una scansione cerebrale specializzata chiamata PET.

Se dei semplici esami del sangue potessero darci le stesse informazioni, con sufficiente precisione, questo sarebbe preferibile per questo piccolo gruppo di persone. Fin qui tutto bene. Ma che dire di quelle persone che non hanno bisogno di un prelievo lombare o di una scansione PET? Avranno benefici significativi da questi nuovi esami del sangue? È tutt'altro che certo.

Alcuni sostengono che una maggiore 'precisione' nella diagnosi aiuterà le persone a capire cosa affronteranno negli anni successivi. Ma ciò presuppone che possiamo inserire con sicurezza tutte le persone con demenza nelle varie declinazioni della malattia (come MA, demenza vascolare, demenza da corpi di Lewy, demenza frontotemporale) in base alle patologie che troviamo nel loro cervello e che possiamo quindi prevedere accuratamente come evolveranno le cose per quella persona.

Sfortunatamente, non è così. Al contrario, i dati mostrano che alla demenza sono legate molte patologie (anomalie che causano la malattia come l'accumulo di proteine o il danno ai vasi sanguigni) e la maggior parte delle persone con demenza ne ha più di una. Questa promiscuità nella malattia è in gran parte ciò che rende così complessa la ricerca sulla sindrome della demenza.

L'altro vantaggio suggerito è che i test ci diranno se il paziente è idoneo per i nuovi farmaci approvati negli Stati Uniti (e attualmente all'esame dei regolatori di GB e 'UE). Ma al di là dei titoli di giornale, l'attuale raccolto di nuovi farmaci non supera la verifica.

 

Oltre la teoria amiloide

La teoria su cui si basano tali farmaci (che l'accumulo della proteina amiloide è il fattore scatenante per tutto ciò che viene dopo) è sempre più messa in discussione dagli esperti. Dobbiamo comprendere meglio la complessa biologia della demenza. In passato, questo si è fortemente incentrato sull'amiloide, anche se le evidenze ci dicevano di cercare anche altrove.

L'ultima frontiera dove molti guardano è individuare le persone che non hanno sintomi ma che, se testate, avrebbero livelli alti di proteine [patologiche]. Sperano che rilevando le persone in questa fase, i farmaci possano non solo rallentare la malattia, ma impedirla del tutto.

In un esperimento recente, che ha testato questa possibilità, le persone con amiloide accresciuta, ma nessun sintomo, hanno preso il farmaco elimina-amiloide solazenumab per più di 4 anni. Non ha avuto alcun effetto sulla funzione cognitiva rispetto a un placebo, confermando che questa ambizione, purtroppo, non solo non è vicina, ma potrebbe non realizzarsi mai per una malattia così complessa.

Il problema più significativo è che molti di coloro che hanno alta amiloide cerebrale, ma nessun sintomo, non svilupperanno mai la demenza. Pertanto, la maggior parte delle persone prive di sintomi non ha nulla da guadagnare da un esame del sangue positivo e possono solo subire danni: da ansia, ulteriori test o trattamenti.

 

Nuova iniziativa

È importante precisare che l 'obiettivo di questa nuova iniziativa non è costituito da persone senza sintomi. Sono stati condotti già numerosi studi su nuovi esami del sangue in persone con sintomi di demenza, dimostrando che sono validi quasi altrettanto delle scansioni PET o dei prelievi lombari nel rilevare i livelli di proteine.

Ma le persone in questi studi erano in genere più giovani (tra 60 e 80 anni), con patologie cerebrali (tranne l'amiloide) e altri disturbi minimi e con diversità etnica e socioeconomica minima.

Questa iniziativa testerà le prestazioni nel SSN di questi esami del sangue emergenti per quelli con sospetta demenza. La maggior parte delle persone in GB che sviluppano la demenza hanno da 80 a 90 anni, hanno patologie cerebrali miste, hanno di solito altre malattie (es.: malattia renale, che può influire sull'accuratezza degli esami del sangue) e i tassi sono più elevati tra i gruppi più poveri e quelli di alcuni ambienti etnici di minoranza.

Gli esiti di questa nuova iniziativa ci diranno come vanno i nuovi esami del sangue in queste persone più anziane e complesse. La domanda cruciale, tuttavia, sarà: i risultati dei test proteici cambiano il modo in cui ci prendiamo cura delle persone con demenza, e il risultato sarà una migliore qualità della vita?

 

 

 


Fonte: Sebastian Walsh (dottorando in sanità pubblica) e Carol Brayne (prof.ssa di medicina di sanità pubblica) dell'Università di Cambridge e Edo Richard (professore di neurologia) della Radboud University

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)