Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come trattare la depressione correlata alla demenza, naturalmente

I farmaci antidepressivi non possono essere più efficaci del placebo nel trattamento della depressione degli anziani che hanno anche la demenza, e i rischi del trattamento antidepressivo possono superare i benefici, soprattutto se la depressione non è grave, secondo due studi pubblicati quest'anno. (1) e (2).

Tra il 20 per cento e il 40 per cento delle persone con demenza sperimentano un disturbo depressivo diagnosticabile, per quasi la metà è depressione grave.

Questa condizione non solo può essere dolorosa, ma aumenta anche i rischi fisici di malattia, disabilità e mortalità prematura. (3) Inoltre si traduce spesso in declino cognitivo e capacità funzionale oltre il declino che deriva dalla demenza stessa. La depressione sembra avere un impatto particolarmente negativo sulle "attività strumentali della vita quotidiana", tra cui la preparazione dei pasti, lavori domestici, gestione delle finanze, acquisti, cura per gli altri, ecc. (4)

Chiaramente, superare la depressione è importante per le persone con demenza. Tuttavia, studi recenti non sono riusciti a dimostrare che gli antidepressivi migliorano la depressione di più dell'attenzione ricevuta partecipando a uno studio di ricerca.

Uno studio, condotto con il supporto del Servizio Sanitario Nazionale britannico per valutare l'approccio standard per il trattamento della depressione nelle persone affette da demenza, non ha mostrato benefici degli antidepressivi rispetto al placebo ma ha mostrato più effetti collaterali negativi. Per questo motivo gli autori raccomandano un cambiamento nell'approccio al trattamento standard. Invece di iniziare con un antidepressivo, essi suggeriscono che il primo passo dovrebbe essere una "vigile attesa", mentre si aiutano le persone affette da demenza e i loro caregiver ad affrontare meglio le difficoltà tipiche della vita con la demenza. Essi suggeriscono che molti episodi depressivi nei pazienti affetti da demenza possono risolversi da soli. In caso contrario, la psicoterapia fornita da uno specialista può aiutare. Gli autori sostengono che gli antidepressivi devono essere riservati alla depressione grave o persistente. (1)

Un'altro studio, che ha analizzato i risultati di tutti gli studi controllati con placebo della depressione associata a demenza, è più temperato nelle sue conclusioni, rilevando solo che ci sono prove insufficienti e che l'analisi ha "portato a risultati inconcludenti'' circa l'efficacia degli antidepressivi nel trattamento della depressione in persone con demenza. Gli autori dicono: "Gli antidepressivi sono più efficaci nelle persone con depressione grave e con episodi depressivi ricorrenti ... Un approccio clinico ragionevole è quello di usare gli antidepressivi per curare le persone ... che hanno ... queste caratteristiche". (2)

I risultati di questi nuovi studi sono coerenti con il lavoro precedente che suggerisce che la depressione nelle persone affette da Alzheimer è abbastanza diversa dal solito quadro clinico di depressione grave, da giustificare l'utilizzo di criteri diagnostici diversi (5) e l'inizio del trattamento con "interventi a bassa intensità psico-sociale" piuttosto che con farmaci antidepressivi.

Cosa significa questo? In parte, significa affrontare i problemi concreti che emergono nella vita delle persone affette da demenza, che possono non essere in grado di gestire giorno per giorno le attività in modo adeguato, così come rispondere alle esigenze sia dei caregivers familiari - che forniscono l'80 per cento di tutte le cure - e dei caregiver pagati.

La mancanza di un forte effetto dei antidepressivi indica anche l'importanza di affrontare direttamente i sintomi depressivi nelle persone affette da demenza, in particolare la perdita di interesse nelle attività precedentemente piacevoli - che, nei casi più gravi, può apparire come una profonda apatia - e evitare interazioni sociali. E' importante coinvolgere le persone affette da demenza che sono depresse anche se evitano l'interazione. Individuare le attività che si rispondono a interessi personali può facilitare l'impegno, pur riconoscendo l'individualità della persona e la continuità con il sè prima della demenza.

Niente di tutto questo è facile. I caregivers familiari devono imparare a destreggiarsi in qualche modo tra le esigenze della propria vita e le esigenze del familiare con demenza. Hanno spesso bisogno di supporto per farlo. Inoltre, i rapporti cambiano drammaticamente tra coniugi, tra bambini e genitori, e tra gli amici quando uno di loro soffre di grave perdita di memoria. Le conversazioni possono diventare difficili. La perdita di memoria condivisa è spesso emotivamente dolorosa. (6) Per fortuna, sono stati sviluppati metodi efficaci di sostegno alle famiglie (7), e altri sono stati suggeriti per avere interazioni significative (8).

Affrontare i principali sintomi della depressione è anche difficile per le strutture di residenza assistita, comunità di proseguimento delle cure, case di cura e altre strutture residenziali in cui gli anziani con demenza possono essere ospiti. E' nella natura delle istituzioni seguire standard di routine assistenziale, che hanno la tendenza innata a trascurare l'unicità degli individui. Può essere più facile per il personale dell'istituto, come assistenti sociali o infermieri, incoraggiare i medici a prescrivere antidepressivi per i residenti che sembrano depressi piuttosto che cercare di capire la fonte di angoscia di un ospite specifico e individuare gli interventi per coinvolgere un ospite depresso con demenza.

Affrontare la depressione negli anziani con demenza senza l'utilizzo di un antidepressivo può essere difficile e richiede uno sforzo ulteriore per considerare la loro situazione personale e il loro coinvolgimento. Ma gli interventi psicosociali che si concentrano sull'aiuto delle persone affette da demenza e dei loro caregivers per far fronte alle conseguenze della perdita cognitiva potrebbe essere il primo passo migliore.

 

 

Co-autore: Barnett S. Meyers, MD, Professore di Psichiatria Clinica al Weil Medical College della Cornell University.

(1) Banajee, Sube et al. "Sertraline or mirtazapine for depression in dementia (HTA-SADD): a randomised, multicentre, double-blind, placebo-contolled trial". Lancet, July 11, 2011.

(2) Nelson, J. Craig e Devanand, Davangere. "A Systematic Review and Meta-Analysis of Placebo-Controlled Antidepressant Studies in People with Depression and Dementia". Journal of The American Geriatrics Society, 2011.

(3) Blazer, Dan. "Depression in Late Life: Review and Commentary". FOCUS: The Journal of Lifelong Learning in Psychiatry, Winter, 2009.

(4) Steffens, David et al. "Disability in Geriatric Depression". American Journal of Geriatric Psychiatry, 1999.

(5) JT Olin, et al. "Provisional diagnostic criteria for depression of Alzheimer disease: rationale and background". American Journal of Geriatric Psychiatry, 2002.

(6 ) Friedman, M. et al. "What Can You Do When A Loved One Is Lost in Time? The Huffington Post, October 12, 2011.

(7) Mittelman, M. et al. "Sustained Benefit of Supportive Intervention for Depressive Symptoms in Caregivers of Patients With Alzheimer's Disease" in The American Journal of Psychiatry, May 2004. http://ajp.psychiatryonline.org/cgi/content/abstract/161/5/850

(8) Friedman, M. "How To Have A Conversation When Memory Fades" in The Huffington Post , February 6, 2011.

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. 

 

 


Michael Friedman, L.M.S.W.

Pubblicato in HuffingtonPost il 30 ottobre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)