Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Integratori alimentari contro la demenza sono 'uno spreco di denaro', secondo esperti

Un rapporto approfondito pubblicato oggi dal Global Council on Brain Health (GCBH) - un gruppo di lavoro composto da neurologi, nutrizionisti e ricercatori - fondato dall'AARP, ritiene che gli integratori per preservare o stimolare la memoria o la cognizione non valgano la plastica che li contiene.


"Gli integratori per la salute del cervello sembrano essere un enorme spreco di denaro per il 25% degli adulti over-50 che li assumono", afferma Sarah Lenz Lock, vicepresidente senior per la politica di AARP, direttrice esecutiva del GCBH.


In effetti, un'analisi AARP della spesa per soli 6 diversi integratori commercializzati per la salute del cervello mostra che oltre 50 adulti spendono oltre 93 milioni di dollari al mese solo su queste miscele brevettate. "Queste persone che assumono queste pillole spendono da $ 20 a $ 60 al mese e buttano nel bagno dollari che potrebbero essere spesi meglio per cose che migliorano realmente la salute del loro cervello", dice la Lock.


Oltre a fornire consigli su cui consumatori e operatori sanitari possono agire, il rapporto critica i produttori di integratori, i cui prodotti, a differenza dei farmaci soggetti a prescrizione medica, non sono regolati per la loro efficacia dalla Food and Drug Administration prima di poter essere venduti. "Il mercato è così vasto che possono sopravvivere senza una rigorosa documentazione dell'efficacia dei loro prodotti", afferma il neurologo Ronald Petersen, direttore dell'Alzheimer's Disease Research Center della Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota, e membro del GCBH Governance Committee.


Come nota Petersen, data la mancanza di una regolamentazione governativa prima che i loro prodotti entrino nel mercato, i produttori di integratori o 'nutraceutici' non hanno incentivi a fornire studi scientifici a supporto delle pretese qualità dei loro prodotti. "Possono solo perdere quote di mercato facendo così", dice.


Il rapporto analizza gli studi esistenti sugli integratori che intendono potenziare la cognizione, dall'olio di pesce all'apoequorina (medusa), e gli autori trovano prove insufficienti per raccomandare qualsiasi tipo di integratore per la salute del cervello alla maggior parte degli adulti. Tuttavia, essi osservano che piccoli studi hanno dimostrato che gli integratori di DHA (un acido grasso omega-3) possono dare benefici a coloro che hanno già un lieve deterioramento cognitivo, che spesso è un precursore dell'Alzheimer.


Nel complesso, sottolineano gli autori, le vitamine o i nutrienti che potrebbero essere utili per preservare la salute del cervello dovrebbero essere consumati come cibo. Notano che almeno alcuni studi hanno dimostrato che coloro che mangiano frutti di mare hanno un minor rischio di calo della memoria e delle capacità di pensiero - così come di Alzheimer - un beneficio non ottenuto dall'assunzione di omega-3 come integratore.


C'è, tuttavia, una importante eccezione alla cautela generale del rapporto verso gli integratori per la salute del cervello, ed è per coloro che ricevono una diagnosi di carenza di cose come B12 o B9 (il folato). Solo per questi individui, gli integratori possono essere utili per la salute del cervello. Le carenze di B12, ad esempio, sono state associate a problemi di funzionalità cognitiva, compresa la demenza.


Circa il 5-15% degli americani over-50 ha una carenza di vitamina B12 che, spiega Petersen, è spesso correlata a un problema di assorbimento gastrointestinale e che può anche essere influenzata da fattori come l'invecchiamento. "Potresti avere questa carenza e non saperlo", dice, aggiungendo che una dieta vegana o un intervento chirurgico di bypass gastrico, ad esempio, potrebbero indurti a non assumere abbastanza di questa vitamina o impedire al sistema di assorbirla a sufficienza.


Un semplice esame del sangue può determinare se c'è una carenza, che può essere eliminata con integratori o iniezioni di vitamina B12, a volte con conseguente inversione dei sintomi cognitivi.


Oltre al rischio di sprecare denaro in qualcosa che non ti renderà più acuto, il rapporto mette in guardia anche da "affermazioni vaghe o esagerate sulla salute del cervello" di alcuni integratori, oltre alle potenziali impurità del prodotto e a etichette imprecise sugli ingredienti.


Infine, gli esperti del GCBH invitano coloro che hanno certe altre condizioni di salute - come elencato sotto - ad essere "particolarmente attenti a prendere integratori alimentari".

Persone con anticoagulanti o altri farmaci. Tali farmaci comprendono fluidificanti del sangue, farmaci per il cuore, steroidi e farmaci che agiscono sul sistema immunitario. Aumenti improvvisi nell'assunzione di vitamina K, ad esempio, riducono l'effetto del fluidificante del sangue Coumadin. Più in generale, afferma Petersen, gli integratori e gli altri farmaci che devono essere metabolizzati da organi come i reni e il fegato possono "competere" per limitare una funzione metabolica, "influenzando potenzialmente i livelli e le prestazioni degli altri farmaci che stai assumendo".

Le persone che stanno per avere un intervento chirurgico. Il rapporto cita gli avvertimenti dell'American College of Surgeons secondo cui i farmaci a base di erbe come echinacea, aglio, ginkgo, ginseng, kava, saw palmetto, erba di San Giovanni e valeriana possono aumentare i rischi durante l'intervento chirurgico.

Persone che hanno il cancro. "Alcune vitamine e integratori possono peggiorare la condizione", scrivono gli autori, aggiungendo che le vitamine antiossidanti come le vitamine E e C possono ridurre l'efficacia della chemioterapia.

Le persone che hanno un lieve deterioramento cognitivo. Pur riconoscendo che gli integratori di melatonina si sono dimostrati almeno in qualche modo utili per aiutare molti baby-boomer a dormire (e di conseguenza aiutare a preservare la salute del cervello), gli autori citano studi che dimostrano che l'assunzione di integratori ormonali, se si ha un deficit cognitivo, aumenta il rischio di cadute e altri eventi avversi.

 

 

 


Fonte: Kathleen Fifield in AARP (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Rapporto completo

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.