Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


3 modi per occuparsi della salute del cervello quando il medico non ne sa abbastanza

3 modi per occuparsi della salute del cervello quando il medico non ne sa abbastanza

La moglie di Peter è venuta a trovarmi per discutere dell'aiuto che può avere per occuparsi meglio di lui. Jane era logorata da anni di viaggi lungo il sentiero del Parkinson del marito.


Nel mezzo del suo racconto, si è casualmente riferita all'ultima di una serie di battute d'arresto quando Peter aveva appena avuto la diagnosi di demenza dal suo medico di famiglia. Visto che ho chiesto informazioni dettagliate su come ciò fosse avvenuto, Jane ha raccontato che, durante l'ultima visita, il dottore aveva chiesto a Peter dei sintomi della memoria e che, sulla base delle risposte positive di Peter, il medico aveva optato per la diagnosi di demenza.


Ho esortato Jane a chiedere un secondo parere e a portare il marito da uno specialista di demenza nella clinica della memoria più vicina. Si è scoperto che Peter non aveva la demenza, solo una perdita di memoria di un normale invecchiamento. Tale storia non è rara purtroppo, e come paziente o familiare interessato, devi essere avvocato di te stesso per assicurarti che il medico faccia una valutazione accurata.


Qui ci sono tre cose da tenere d'occhio quando discuti la salute del cervello con il medico:

  1. Il dottore si precipita a fare una diagnosi senza prove sufficienti:
    Come nel caso di Peter, troppo spesso i medici non si prendono il tempo, o non hanno la formazione sufficiente, per valutare in modo appropriato la demenza. La situazione più tipica è quella di un medico di assistenza primaria, quello che ha più probabilità di valutare i sintomi cognitivi, che fa una diagnosi di demenza in base alle risposte del suo paziente in un test di tre minuti, il Mini-Mental Status Exam. Immaginiamo di prendere una decisione del genere, che altera la vita del paziente, in soli tre minuti! In molti casi, non si fa alcuna intervista ai familiari per esplorare ulteriormente l'evoluzione dei sintomi del paziente nel corso del tempo, non si fanno scansioni del cervello per vedere cosa succede dentro, e non si fa nessun ulteriore test cognitivo per capire meglio la portata e la specie di uno qualsiasi dei sintomi. Vedo questo molte volte con i pazienti e i caregiver che incontro. Se questo accade a te o al tuo caro, insisti ad essere inviato a uno specialista di demenza, idealmente un neurologo di comportamento o un geriatra.

  2. Il dottore scarta le tue preoccupazioni cognitive come "solo vecchiaia":
    Allo stesso modo, se non più spesso, i medici respingono le preoccupazioni cognitive e possono passare anni prima che un paziente o un famigliare ottenga infine una diagnosi formale. Un altro caregiver mi ha detto: "Ho detto al medico di mia moglie, ma lui non mi ha creduto. Un anno e mezzo più tardi, ha finalmente ceduto e ha convenuto che qualcosa non andava. Ci ha mandati da un neurologo. Questo è stato un sollievo". Secondo l'Alzheimer's Association e Alzheimer's Disease International, il 50 per cento dei casi di demenza non sono diagnosticati. I motivi per insistere per una diagnosi tempestiva di demenza includono la possibilità di fare progetti per il futuro, ottenere un trattamento, dare un senso ai sintomi, e connettersi con altri caregiver di fronte alle stesse sfide. Se non è possibile convincere il proprio medico, cercare aiuto dai servizi sociali del comune o rivolgersi direttamente a una unità geriatrica o di demenza del servizio sanitario.

  3. Il dottore ha fatto una diagnosi di demenza, ma non te la dice:
    Un figlio adulto di recente mi ha raccontato che suo padre è venuto a sapere la diagnosi di Alzheimer nel corso di un esame oculistico di routine dal suo oculista. Il dottore aveva notato la diagnosi nella cartella del paziente e ha pensato che il paziente lo sapesse già, mentre in realtà il suo medico di assistenza primaria non glielo aveva mai detto. Anche questo accade troppo spesso. Secondo l'Alzheimer's Association, solo al 33 per cento dei pazienti e al 58 per cento dei caregiver familiari viene comunicata la diagnosi di demenza dal loro medico. I medici dichiarano di sentirsi a disagio nel condividerla, per una serie di motivi, tra cui essere incerti della diagnosi, non avere il tempo per parlare delle opzioni di trattamento e dei servizi di supporto, così come di dare informazioni sulla malattia e su cosa aspettarsi, e la paura di causare stress emotivo. La lezione qui è che, ogni volta che il medico ti fa una domanda sulla salute cognitiva o sulla memoria, controllare e vedere se è stata fatta una diagnosi. Dire anche al medico se si desidera essere informati.


Discutere con il medico della perdita di memoria, o di qualsiasi altra preoccupazione cognitiva, è una faccenda seria che comporta sempre la possibilità, prima o dopo, di una diagnosi di demenza. Diventa avvocato di te stesso e incontra il medico essendo pienamente informato.

 

 


Fonte: Marguerite Manteau-Rao in Huffington Post (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.