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Armi e demenza non vanno d'accordo

Un titolo Internet l'anno scorso, "Le armi per gli anziani salgono a numeri da record nonostante la grande campagna anti-armi dei media", mi ha dato brividi lungo la schiena.

Temo che gli anziani proprietari di pistola che hanno malattie mentali come la depressione e la demenza stiano mettendo se stessi e coloro che amano in un grave rischio.

Attualmente 17 milioni di residenti USA, con 65 anni e oltre, possiedono un'arma da fuoco. Quasi il 45 per cento degli ultra 65enni hanno una pistola a casa, rispetto a solo il 25 per cento di 30 anni fa.


Gli studi mostrano che gli anziani hanno un rischio più alto di morire di morte violenta nei cinque anni successivi all'acquisto di una pistola. Inoltre, quando gli anziani si suicidano, hanno una probabilità doppia dei giovani di farlo con una pistola.


Se una persona sviluppa la demenza, avere una pistola in casa può essere la ricetta del disastro. Qualche tempo fa, una mia paziente 90enne con Alzheimer ha deciso che sua figlia, che aveva quasi 70 anni, usciva con un uomo "cattivo". Una notte, quando quest'uomo ha portato la figlia a casa, la madre ha salutato la coppia con il fucile da caccia. Il risultato è stato che si è sparata sui piedi.


So di un altro caso che ha avuto un finale molto più tragico. Un 80enne ha sparato alla moglie, quando è tornata a casa, perché l'ha scambiata per un intruso. Quando è arrivata la polizia, lui stava lì in piedi, con la pistola ancora in mano, chiedendo ripetutamente quando sua moglie, che giaceva morta sul pavimento, sarebbe tornata a casa.


Il messaggio semplice è che quando una persona anziana sviluppa la demenza, le pistole devono sparire. Le persone anziane che hanno la demenza possono ancora acquistare i proiettili e caricare la pistola. E, anche quando le pistole sono chiuse a chiave, le persone anziane con demenza possono trovare le chiavi. Imploro chiunque con una persona cara che ha la demenza di agire immediatamente per evitare che si verifichi una tragedia.

 

 

 

 

 


Scritto da John Morley, medico, direttore della geriatria alla St. Louis University e geriatra al St. Louis University Hospital e al Des Peres Hospital.

Pubblicato in STLToday.com il 23 Maggio 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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