Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un'attitudine positiva verso la vecchiaia riduce il rischio di demenza

Una ricerca ha dimostrato che le persone anziane, che dalla loro cultura circostante hanno acquisito credenze positive sulla vecchiaia, hanno meno probabilità di sviluppare la demenza. Questo effetto protettivo è stato trovato per tutti i partecipanti, inclusi quelli portatori di un gene che dà loro una probabilità più alta di sviluppare la demenza.


Il nuovo studio, condotto alla University of Yale e pubblicato sulla rivista PLOS ONE, riferisce che le persone anziane con convinzioni positive sull'età, portatori di uno dei più forti fattori di rischio per lo sviluppo di demenza (la variante ε4 del gene APOE), avevano quasi il 50% in meno di probabilità di sviluppare la malattia rispetto al loro coetanei che hanno sentimenti negativi sull'età.


Lo studio è il primo ad esaminare se le credenze sull'età basate sulla cultura, influenzano il rischio di sviluppare demenza tra le persone anziane, compresi i portatori della variante genetica ad alto rischio.


La prima autrice Becca Levy, professoressa di salute pubblica e di psicologia, ha detto:

"Abbiamo scoperto che le convinzioni positive sull'età possono ridurre il rischio di uno dei fattori di rischio genetici più consolidati della demenza. Questo spinge ad attuare campagne di sanità pubblica contro l'ageismo, che è una fonte di credenze negative sull'età".


La Levy e i coautori, Martin Slade e Robert Pietrzak della Yale School of Medicine, e Luigi Ferrucci, direttore scientifico del National Institute on Aging, hanno studiato un gruppo di 4.765 persone, con un'età media di 72 anni, che erano senza demenza all'inizio dello studio, il 26% dei quali era portatore di APOE ε4. I ricercatori hanno controllato vari fattori come l'età e la salute dei partecipanti.


Lo studio ha dimostrato che, nel corso dello studio di 4 anni, i portatori di APOE ε4 con credenze positive sull'invecchiamento avevano un rischio del 2,7% di sviluppare demenza, rispetto al 6,1% di quelli con convinzioni negative sull'invecchiamento.


La demenza colpisce principalmente le persone anziane ed è caratterizzata dalla perdita di memoria e dall'incapacità di svolgere compiti.


Ricerche precedenti della Levy e dei suoi colleghi avevano dimostrato che le convinzioni positive sull'età possono essere rafforzate.

 

 

 


Fonte: Michael Greenwood in University of Yale (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Becca R. Levy, Martin D. Slade, Robert H. Pietrzak, Luigi Ferrucci. Positive age beliefs protect against dementia even among elders with high-risk gene. PLOS, Published: 7 Feb 2018, DOI: 10.1371/journal.pone.0191004

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.